Concerto Caledonia/ David McGuinnes, Revenge of the folksingers (Delphian, 2011)
Considero Alasdair Roberts uno dei massimi talenti espressi dalla musica negli ultimi dieci anni, paragonabile, per sensibilita' e capacita' di rinnovare la tradizione, a Will Oldham e a Joanna Newsom.
Con la differenza che forse Roberts non colpisce in modo cosi' immediato, piuttosto direi che ne riesci a comprendere tutta la grandezza seguendone pazientemente il percorso, partendo dai magnifici e misconosciuti Appendix Out e ripercorrendo le sue pubblicazioni soliste.
Da qualche anno, l'ottimo Alasdair sta esplorando i punti di contatto tra tradizione folk scozzese e musiche medioevali e rinascimentali (che come credo abbiate intuito costituiscono la maggior parte dei miei ascolti degli ultimi mesi).
Del resto, il folk revival britannico non e' nuovo a questa ricerca: pensate ad esempio agli strumenti rinascimentali importati dalla Albion Dance Band nel proprio folk elettroacustico, o a Shirley e Dolly Collins che collaboravano con l'Early Music Consort.
Questa rivincita dei cantautori folk riprende proprio lo stile del miglior folk progressivo britannico degli anni '60. Alasdair Roberts, Jim Moray, Olivia Chaney (i nomi piu' interessanti del nuovo folk britannico) e altri si sono ritrovati in questo incantevole luogo del Suffolk rurale per una settimana, per studiare gli arrangiamenti scritti dall'immenso Benjamin Britten attorno a temi della tradizione.
La neve che cadeva incessantemente attorno a loro nella campagna del Suffolk ha fornito l'ispirazione per queste toccanti interpretazioni di brani autografi e appartenenti alla infinitamente ricca storia del patrimonio popolare britannico. In queste 17 tracce gli strumenti tipici del folk si accompagnano con armonia a quelli della tradizione classica rinascimentale.
Il risultato e' un disco assolutamente poetico, in molti episodi commovente, curato nei minimi dettagli, realizzato da un cenacolo di musicisti sensibili alle meraviglie della natura e capaci di giocare creativamente con il silenzio attorno a loro.
Un ascolto che e' come acqua di sorgente, purissima e trasparente: slow food per la mente, capace di riscaldare il cuore.
In questo video David McGuinnes, direttore del progetto, racconta nel suo splendido accento scozzese la filosofia di questo magnifico disco, senza alcun dubbio uno dei migliori di quest'anno.
Con la differenza che forse Roberts non colpisce in modo cosi' immediato, piuttosto direi che ne riesci a comprendere tutta la grandezza seguendone pazientemente il percorso, partendo dai magnifici e misconosciuti Appendix Out e ripercorrendo le sue pubblicazioni soliste.
Da qualche anno, l'ottimo Alasdair sta esplorando i punti di contatto tra tradizione folk scozzese e musiche medioevali e rinascimentali (che come credo abbiate intuito costituiscono la maggior parte dei miei ascolti degli ultimi mesi).
Del resto, il folk revival britannico non e' nuovo a questa ricerca: pensate ad esempio agli strumenti rinascimentali importati dalla Albion Dance Band nel proprio folk elettroacustico, o a Shirley e Dolly Collins che collaboravano con l'Early Music Consort.
Questa rivincita dei cantautori folk riprende proprio lo stile del miglior folk progressivo britannico degli anni '60. Alasdair Roberts, Jim Moray, Olivia Chaney (i nomi piu' interessanti del nuovo folk britannico) e altri si sono ritrovati in questo incantevole luogo del Suffolk rurale per una settimana, per studiare gli arrangiamenti scritti dall'immenso Benjamin Britten attorno a temi della tradizione.
La neve che cadeva incessantemente attorno a loro nella campagna del Suffolk ha fornito l'ispirazione per queste toccanti interpretazioni di brani autografi e appartenenti alla infinitamente ricca storia del patrimonio popolare britannico. In queste 17 tracce gli strumenti tipici del folk si accompagnano con armonia a quelli della tradizione classica rinascimentale.
Il risultato e' un disco assolutamente poetico, in molti episodi commovente, curato nei minimi dettagli, realizzato da un cenacolo di musicisti sensibili alle meraviglie della natura e capaci di giocare creativamente con il silenzio attorno a loro.
Un ascolto che e' come acqua di sorgente, purissima e trasparente: slow food per la mente, capace di riscaldare il cuore.
In questo video David McGuinnes, direttore del progetto, racconta nel suo splendido accento scozzese la filosofia di questo magnifico disco, senza alcun dubbio uno dei migliori di quest'anno.
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