Rieccomi a casa, in una Londra che e' diventata assolata e calda, irriconoscibile rispetto a come l'avevo lasciata solo dieci giorni fa.
Mi siedo qui davanti a questo macchinario e penso a qualche giorno fa, a una lunga camminata in riva al mare e poi alla lettura sugli scogli, con davanti a me solo la linea dell'orizzonte. Tutto questo mi sembra ora lontanissimo, purtroppo.
E mi torna in mente quest'inverno, quando mentre cenavamo in un cantonese di Chinatown, raccontai a Saskia di una situazione analoga accaduta l'estate scorsa. Il mio amico e compagno di cammino Rocco aveva portato con se' l'ultimo libro del papa' di Saskia, questo. Arrivati a Stella Maris ci siamo seduti sugli stessi scogli, a prendere gli spruzzi delle onde che si infrangevano appena piu' sotto. Rocco sceglieva dei passi di quel libro e me li leggeva a voce alta, con il sottofondo del rumore ritmico del mare.
Questo raccontavo a Saskia, cercando di rendere quell'atmosfera, quando lei mi ha stretto un braccio e mi ha guardato negli occhi con quel suo bellissimo sorriso. "Grazie Fabio, il mio papa' sarebbe contento di sentire quello che mi hai appena raccontato".
Cosi' settimana scorsa ho caricato le cinquecento pagine di quel voluminoso tomo nel mio zaino da cammino e, seduto su quegli stessi scogli, ne ho riletto le ultime pagine. In quel libro scopro sempre qualche particolare che mi era sfuggito. A volte nemmeno un particolare, ma un frammento che illumina tutta la giornata.
Come quello che mi ha colpito cosi' tanto questa volta, una riga a pagina 435: "Non ho mai preteso di essere piu' che un seminatore di bei ricordi".
Non e' un proposito bellissimo? Quest'uomo che si avvia alla morte spogliandosi di ogni desiderio si scopre che ha vissuto con uno dei desideri piu' alti che si possano realizzare.
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