Anni fa, quando iniziai a collaborare con Radio Popolare c'era un programma notturno, magari qualcuno se lo ricorda, che si intitolava Notturnover. Si trattava di andare in giro con un oggetto che allora un po' ci si vergognava ad usare, un telefono portatile, fare una cosa interessante, e poi farsi chiamare da chi era in studio e raccontarla.


In genere io mi occupavo di concerti. Si faceva un vero e proprio 13 se, quando ti chiamavano, eri li' con il musicista che aveva suonato quella sera e lo intervistavi. Io ci provavo sempre, a volte mi andava bene, altre no. Altre volte il musicista dava segni di impazienza, ed erano le situazioni peggiori. Regolarmente chiamavi la radio per chiedere di anticipare un po' la corrispondenza e nessuno ti dava ascolto. Anche perche' all'epoca non conoscevo quasi nessuno: adesso sarebbe probabilmente un po' diverso.


Una sera andai a sentire Bill Callahan al Tunnel. Concerto fantastico, silenziosissimo. Si sentiva addirittura il rumore dell'impianto di condizionamento, mai successo al Tunnel. Quando questo giovane Leonard Cohen scese dal palco, mi avvicinai e gentilmente gli chiesi se avessi potuto intervist... "No" mi disse senza ulteriori spiegazioni, voltandosi dall'altra parte, prima che avessi finito la domanda.


Non ho mai capito se gli fossi risultato istintivamente antipatico o se avesse la Luna storta quella sera. Non l'ho piu' incontrato, anche se l'ho ascoltato dal vivo ogni volta che ho potuto, a Milano e qui a Londra. L'ultima volta fu al Barbican, sul palco con Joanna Newsom, la sua compagna ("Prima di lei, lo sapete, la sua meta' era Cat Power", ha dichiarato a London Calling il direttore di Novella 2000).


Mai pero' avrei pensato di definire estivo un suo disco. E invece, con questo "Woke on a whaleheart" (Drag City, 2007) succede. Musica da ascoltare nelle notti d'estate, gustando il silenzio e il suono del vento tra gli alberi. O il canto dei grilli in campagna.


Disco strepitoso di ballate acustiche, sostenute da chitarra, piano, violino. Ritmi sussurrati, solita voce baritonale, accenti gospel, nessun particolare inutile. Tocco leggero e gentile, estivo appunto.


Sul suo myspace non c'e' nessuna traccia dei brani di questo disco, e' fermo a "A river ain't too much to love" che a me non era neanche piaciuto tantissimo. Io, come sapete, sono un disastro a trovare i dischi in rete e compro tutto quello che ascolto. Voi che siete piu' bravi di me pero' secondo me riuscite a trovarlo facilmente.


Commenti

Anonimo ha detto…
Che bella che era Notturnover! Forse era però un po' troppo impegnativa da portare avanti per troppo tempo e probabilmente ormai obsoleta per la quantità di proposte che sono via via cresciute coi tempi. Ho ancora due o tre cassette con le "sleeping songs" registrate alla fine, sigh! q.
Fabio ha detto…
Era anche molto bella da fare, intendo come inviato perche' non l'ho mai condotta da studio. Erano sempre impressioni fresche, immediate. Ricordo con particolare piacere una volta che dopo un concerto nella chiesa di San Marco chiesi di potere restare all'interno per trasmettere la mia corrispondenza. Il sacristano acconsenti', ma spense tutte le luci tranne una, nel coro. Aspettando che mi chiamassero, iniziai a passeggiare per la chiesa completamente buia e silenziosa, con solo l'eco dei miei passi (che poi cercai di trasmettere anche alla radio!) e non so, fu una sensazione bella che ricordo ancora molto nitidamente.

Sono stati anni belli quelli nei quali ho vissuto a Milano, prima di stancarmi e sentire il bisogno di venire qui.
Unknown ha detto…
ah si c'ero anch'io a vedere Smog a Milano..
a detta di chi lo conosce bene (amici intimi)un suo sorriso e' un evento ed e' molto taciturno..ma ha un successo da matti con le donne ...
Fabio ha detto…
Credo ch etu ricordi il "gran rifiuto", perche' ricordo che sei scoppiata a ridere e non ti fermavi piu'... E con che donne ha successo: Cat Power, Joanna Newsom...