Ecco un resoconto del mio ritorno a Londra di ieri:
1) L'aereo parte con 50 minuti di ritardo, e fin qui tutto piu' o meno normale
2) Arrivati a Stansted, veniamo informati che l'aeroporto e' stato evacuato per un allarme di sicurezza, senza ulteriori informazioni su quando potremo lasciare l'aereomobile. Viene ripetuto piu' volte di restare al proprio posto, mentre l'aereo e' fermo a un passo dal terminal
3) Passano i minuti, ogni tanto il comandante informa in buona sostanza di non sapere nulla: ne' cosa e' successo, ne' quando potremo finalmente scendere dall'aereo
4) Dopo un'ora e 20 minuti finalmente ci dicono che possiamo lasciare l'aereo e che, pero', c'e' un inconveniente: nel periodo di chiusura dell'aereoporto sono arrivati circa 40 voli e stanno tutti sbarcando i passeggeri contemporaneamente. Il comandante informa che dobbiamo attendere lunghe code all'interno del terminal
5) La situazione descritta e' molto piu' rosea della realta'. Entrati nel terminal veniamo incanalati in una coda della quale non e' possibile vedere la fine, che si muove di un paio di centimetri al minuto: bambini che strillano e spingono, gente che si lamenta in circa 25 lingue
6) La coda prosegue, si fa per dire, lungo corridoi, una scala mobile ferma e poi in un lunghissimo tunnel alto direi 2 metri e 20 nel quale la percentuale di ossigeno e' di circa l'1% (il rimanente 99% e' formato da sudore ed altri odori corporei). Un paio di inservienti muniti di radio gracchianti sparate a un livello di circa 120 decibel continuano a prelevare famiglie con bambini, donne e anziani che non si sentono bene, tutti si muovono in pratica tranne i maschi adulti di 20-50 anni, categoria alla quale ho la sfortuna di appartenere
7) Finalmente, dopo una curva, si inizia a scorgere il traguardo di quell'imprevista maratona, rappresentato dai banchi della security. Come mai l'Inghilterra non abbia aderito al trattato di Schengen e' una domanda che nel corso di quel paio d'ore mi pongo circa ogni 30 secondi senza trovare risposta nei miei ricordi
8) La security e' meticolosa: digita su una tastiera il nome di ogni passeggero in arrivo e aspetta la risposta su un terminale dotato di collegamento paleolitico da 36 bit all'ora: se telefonassero all'interpol ci metterebbero molto meno
9) Il mio bagaglio deve arrivare, o e' arrivato, non si capisce, al nastro 4. Mi avvicino al nastro 4 per scoprire che a quel nastro stanno arrivando, o sono arrivati boh, i bagagli di 6 voli. Il nastro continua a sparare una valigia dopo l'altra in quello che e' una specie di frullato rollercoaster di bagagli, tutti rigorosamente neri con le rotelle, perfettamente indistinguibili. Il folto pubblico, come se non bastasse l'entropia nella quale siamo tutti immersi, preleva valigie e poi le rimette sul nastro. Nessuno capisce nulla
10) Dall'altra parte del nastro, due energumeni prelevano a caso valigie per fare posto a quelle che vengono continuamente sputate fuori, e le buttano in giro senza alcun ordine. Risultato: nessuno capisce piu' se le sue valigie sono gia' arrivate e magari sono semplicemente in fondo alle cataste generate dai due energumeni o se invece devono ancora atterrare sul nastro
11) Circa un'ora dopo, scorgo il fiocco colorato che ho legato alla maniglia della mia valigia, che spunta da sotto una delle cataste, tra bagagli arrivati da Ankara e da New York, e finalmente riesco a lasciare l'aeroporto.
Tempo del viaggio tra la casa di Milano e quella di Londra: 10 ore tonde.
***
Vi ho raccontato tutto questo solo per dire una cosa. Nel corso della mia vita ho amato piu' di ogni altra cosa viaggiare. Ho visitato tutti i continenti: Nord America, Sud America, ogni Paese d'Europa, Africa, India, Estremo Oriente, Australia. Viaggiare e' stato, per molti anni, un piacere.
Poi e' successo qualcosa, e oggi prendere un aereo e' un'esperienza che evito volentieri quando posso. Quello che mi e' capitato ieri e' una catena inevitabile di eventi. Inevitabile, certo, in un Paese che ha attaccato uno stato sovrano devastandolo, e che oggi vive nel terrore di quella che sarebbe una giusta reazione. Evitabilissima, pero', se questo Paese si fosse allineato alla civile Europa che e' rimasta fedele ai propri principi e ha rifiutato di piegarsi al volere del paese dei pistoleri e dello squilibrato che hanno per due volte votato presidente.
Saddam Hussein non ha mai, mai, minacciato l'Inghilterra. Se anche fosse successo, il Regno Unito avrebbe dovuto rispondere civilmente, indagando le ragioni del risentimento, cercando il dialogo. Niente di tutto cio'. Saddam Hussein non ha mai minacciato l'Inghilterra e pero' questo Paese si e' preso il diritto di invadere, sterminare, distruggere, torturare, condannare a morte una nazione e un popolo.
Come scrive Anthony Giddens, ci vorranno ora parecchi decenni prima che il risentimento e il desiderio di giustizia, sacrosanto, rientri.
Fino ad allora, alcune generazioni vivranno con la paura permanente di un attacco. Il piacere di volare, viaggiare, esplorare ci e' stato forse per sempre negato da questa cricca di bastardi petrolieri pistoleri capitalisti guidati da Bush e Blair.
1) L'aereo parte con 50 minuti di ritardo, e fin qui tutto piu' o meno normale
2) Arrivati a Stansted, veniamo informati che l'aeroporto e' stato evacuato per un allarme di sicurezza, senza ulteriori informazioni su quando potremo lasciare l'aereomobile. Viene ripetuto piu' volte di restare al proprio posto, mentre l'aereo e' fermo a un passo dal terminal
3) Passano i minuti, ogni tanto il comandante informa in buona sostanza di non sapere nulla: ne' cosa e' successo, ne' quando potremo finalmente scendere dall'aereo
4) Dopo un'ora e 20 minuti finalmente ci dicono che possiamo lasciare l'aereo e che, pero', c'e' un inconveniente: nel periodo di chiusura dell'aereoporto sono arrivati circa 40 voli e stanno tutti sbarcando i passeggeri contemporaneamente. Il comandante informa che dobbiamo attendere lunghe code all'interno del terminal
5) La situazione descritta e' molto piu' rosea della realta'. Entrati nel terminal veniamo incanalati in una coda della quale non e' possibile vedere la fine, che si muove di un paio di centimetri al minuto: bambini che strillano e spingono, gente che si lamenta in circa 25 lingue
6) La coda prosegue, si fa per dire, lungo corridoi, una scala mobile ferma e poi in un lunghissimo tunnel alto direi 2 metri e 20 nel quale la percentuale di ossigeno e' di circa l'1% (il rimanente 99% e' formato da sudore ed altri odori corporei). Un paio di inservienti muniti di radio gracchianti sparate a un livello di circa 120 decibel continuano a prelevare famiglie con bambini, donne e anziani che non si sentono bene, tutti si muovono in pratica tranne i maschi adulti di 20-50 anni, categoria alla quale ho la sfortuna di appartenere
7) Finalmente, dopo una curva, si inizia a scorgere il traguardo di quell'imprevista maratona, rappresentato dai banchi della security. Come mai l'Inghilterra non abbia aderito al trattato di Schengen e' una domanda che nel corso di quel paio d'ore mi pongo circa ogni 30 secondi senza trovare risposta nei miei ricordi
8) La security e' meticolosa: digita su una tastiera il nome di ogni passeggero in arrivo e aspetta la risposta su un terminale dotato di collegamento paleolitico da 36 bit all'ora: se telefonassero all'interpol ci metterebbero molto meno
9) Il mio bagaglio deve arrivare, o e' arrivato, non si capisce, al nastro 4. Mi avvicino al nastro 4 per scoprire che a quel nastro stanno arrivando, o sono arrivati boh, i bagagli di 6 voli. Il nastro continua a sparare una valigia dopo l'altra in quello che e' una specie di frullato rollercoaster di bagagli, tutti rigorosamente neri con le rotelle, perfettamente indistinguibili. Il folto pubblico, come se non bastasse l'entropia nella quale siamo tutti immersi, preleva valigie e poi le rimette sul nastro. Nessuno capisce nulla
10) Dall'altra parte del nastro, due energumeni prelevano a caso valigie per fare posto a quelle che vengono continuamente sputate fuori, e le buttano in giro senza alcun ordine. Risultato: nessuno capisce piu' se le sue valigie sono gia' arrivate e magari sono semplicemente in fondo alle cataste generate dai due energumeni o se invece devono ancora atterrare sul nastro
11) Circa un'ora dopo, scorgo il fiocco colorato che ho legato alla maniglia della mia valigia, che spunta da sotto una delle cataste, tra bagagli arrivati da Ankara e da New York, e finalmente riesco a lasciare l'aeroporto.
Tempo del viaggio tra la casa di Milano e quella di Londra: 10 ore tonde.
***
Vi ho raccontato tutto questo solo per dire una cosa. Nel corso della mia vita ho amato piu' di ogni altra cosa viaggiare. Ho visitato tutti i continenti: Nord America, Sud America, ogni Paese d'Europa, Africa, India, Estremo Oriente, Australia. Viaggiare e' stato, per molti anni, un piacere.
Poi e' successo qualcosa, e oggi prendere un aereo e' un'esperienza che evito volentieri quando posso. Quello che mi e' capitato ieri e' una catena inevitabile di eventi. Inevitabile, certo, in un Paese che ha attaccato uno stato sovrano devastandolo, e che oggi vive nel terrore di quella che sarebbe una giusta reazione. Evitabilissima, pero', se questo Paese si fosse allineato alla civile Europa che e' rimasta fedele ai propri principi e ha rifiutato di piegarsi al volere del paese dei pistoleri e dello squilibrato che hanno per due volte votato presidente.
Saddam Hussein non ha mai, mai, minacciato l'Inghilterra. Se anche fosse successo, il Regno Unito avrebbe dovuto rispondere civilmente, indagando le ragioni del risentimento, cercando il dialogo. Niente di tutto cio'. Saddam Hussein non ha mai minacciato l'Inghilterra e pero' questo Paese si e' preso il diritto di invadere, sterminare, distruggere, torturare, condannare a morte una nazione e un popolo.
Come scrive Anthony Giddens, ci vorranno ora parecchi decenni prima che il risentimento e il desiderio di giustizia, sacrosanto, rientri.
Fino ad allora, alcune generazioni vivranno con la paura permanente di un attacco. Il piacere di volare, viaggiare, esplorare ci e' stato forse per sempre negato da questa cricca di bastardi petrolieri pistoleri capitalisti guidati da Bush e Blair.
Commenti
Il prossimo però lo voglio sul viaggio in treno nell'eurotunnel.
ciao
Auro
Di viaggi nell'Eurotunnel ne ho fatti diversi, andando a Parigi. Il problema e' che l'Eurostar e' carissimo. E arrivi a Parigi, poi se vuoi tornare in Italia devi prendere un TGV, altrettanto proibitivo come prezzo. Insomma purtroppo l'unica via praticabile per tornare in Italia e' volare.
E pero' leggevo recentemente una lettera inviata a Repubblica da un pilota Alitalia non giovane, il quale raccontava di come ormai si e' reso conto che a causa dei voli low cost il cielo ha perso il suo colore azzurro in quota. Lo strato di gas incombusti e' ormai visibile. Lui prevedeva un ritorno al volo con elica a 4 - 5.000 metri.
In ogni caso, le mie vacanze estive saranno in treno, possibilmente espressi o locali, ideali per leggere e guardare il mondo passare lentamente come piace a me.
cosa peraltro che gli abitanti dei paesi bombardati non possono permettersi altrettanto di fare.
forse da questo punto di vista sarebbe anche salutare una revisione del nostro concetto di "viaggiare" e delle nostre abitudini che, prima o poi, volenti o nolenti, temo ci toccherà abbandonare.
consolati Fabio, comunque, io questa sera a Milano sono rimasto mezz'ora ad aspettare un autobus in Largo La Foppa, invaso di automobili e suv ferme ovunque, a bordo delle quali stavano diverse persone convenute lì, oltre che attirati dalla quantità spaventosa di locali concentrati in poche decine di metri quadrati, per osservare e fotografare il celebre fotografo scandalistico Corona.
Il quale abita proprio sulla piazza, nel palazzo a fianco di quello dove un tempo c'era il mitico cineclub Obraz, e si trovava in casa, con lo schermo gigante acceso, in mutande attaccato al telefonino.
E quelli sotto a fotografarlo a sua volta e a urlargli non so cosa.
Poi a un certo punto lui si è affacciato, è rimasto un po' a parlare al telefonino guardando la gente che urlava e poi, prima di rinchiudere la finestra e rientrare, li ha salutati alzando il pollice.
Quando l'autobus è arrivato, ovviamente, a bordo c'eravamo solo io, due ragazze cinesi e un altro tizio dall'aspetto sudamericano.
Se questa è l'Italia, e lo è, non posso che invidiare chi se ne è andato, come molti di voi bloggers che leggo, non posso che rimpiangere di non averlo fatto a suo tempo e cercare in tutti i modi di andarmene, se non dall'Italia, almeno da questa "Milano da vomitare".
Buona notte.
quello che sto facendo è vergognoso perchè è a metà tra lo spam e la pubblicità...ma lo faccio per una giusta causa. Approfitto del fatto che il tuo blog viene letto da molte persone per segnalare una manifestazione che secondo me merita attenzione.
Si svolge a Milano tra giugno e luglio e si chiama Biblioteca in Giardino.
È una manifestazione molto interessante perché oltre a reading, che hanno lo scopo di avvicinare i “non lettori”, riesce a creare una fusione tra musica e scrittori.
Quest’anno sembra che la nuova giunta, è una mia personalissima impressione…, stia facendo di tutto per boicottare l’iniziativa ma gli organizzatori han deciso di proseguire comunque rischiando di tasca propria basandosi sull’entusiasmo dei volontari, dei bibliotecari, degli artisti che lavoreranno a semplice rimborso spese e le risorse di No Reply (http://www.noreply.it/)
Questo perciò è un invito a partecipare numerosi alla prima di martedì 19 giugno a Chiesa Rossa (vicino piazza Abbiategrasso, Naviglio Pavese, via Domenico Savio) con Finaz ed Erriquez (Bandabardò) + Raul Montanari !
Per ulteriori informazioni http://www.noreply.it/pag/newsoraBIG.html
Ciao, a presto e scusa l'intrusione
Incredibile. Pensa che mi e' successa la stessa cosa settimana scorsa, mentre uscivo dalla libreria Utopia e ho visto una schiera di fotografi davanti al palazzo. Ho chiesto se stavano aspettando qualche celebrita', mi aspettavo chissa' perche' di avere mancato qualche scrittore famoso che era in libreria e invece mi hanno risposto, tutti eccitati "E' stato scarcerato Corona, e' la', a quella finestra dove c'e' la luce". Non ho risposto e mi sono allontanato sconcertato. Ma chi e' sta merda? Chi ha bisogno di Corona, Lele Mora, l'Hollywood, Corso Como tutto? Com'e' possibile che la gente segua con interesse le vicende di questi burattini e delle troie rifatte senza cervello che li accompagnano costantemente? Qualcuno tra i lettori del blog ha una risposta?
Marco -
Non scusarti, sei benvenuto e molto in tema. Esiste anche un'altra Milano, e tu la rappresenti benissimo. Messaggi come il tuo sono benvenuti qui. Auguro tanta fortuna alla tua iniziativa, se fossi a Milano quel giorno parteciperei volentieri.
Il tipo di storia che racconti è il mio grande incubo, anche perchè spesso viaggio insieme a mia figlia. Per fortuna quassù viviamo in questo mondo di favola, con piccoli aereoporti dove tutti sono parenti...insomma non proprio, ma quasi.
Non sapevo che l'Inghilterra non ha aderito allo Schengen. Persino la Norvegia ha aderito, pur senza essere nell'UE.
Io ho un rapporto ambivalente col volo: necessità, ma sempre più spiacevole. E tra poco voleremo nel Regno Dei Pistoleri Paranoici, già mi sento male.
Ma sai proprio tutto di me! Si', ieri sera ho visto Auro, e infatti abbiamo parlato anche di te, decantando il tuo blog e piu' o meno ogni cosa che fai. E' stata proprio una serata bellissima, abbiamo cenato in un vegetariano di Soho, prima un po' rumoroso, poi molti se ne sono andati e siamo stati a conversare e poi a passeggiare fino a tardi. Spero che nel Paese dei pistoleri paranoici tu vada per incontrare il grande Pib.
1)guidano dalla parte sbagliata della strada (colpa dell'esercito di Napoleone che non riusci a conquistarli )
2)non hanno il bidet in bagno
( colpa del periodo vittoriano )
3)fanno parte della UE ma invece di adottare l'euro hanno mantenuto il pound ( solo gli svedesi nella UE hanno fatto lo stesso mantenentdo la corona ma in Inghilterra il referundum per adottare o no la nuova moneta fu un vero e proprio plebiscito a favore del pound)
4) sono tra i pochi stati che hanno ancora le colonie e sono disposti a scatenare una guerra in culo al mondo x quattro isolette semi deserte , vedi cosa ha fatto la Thatcher nel 1982
5) da loro i laburisti, partito che una volta era di sinistra , sono quasi peggio di un partito di destra
6)tuttora venerano e mantengono una
famiglia reale
7) ultima cosa, che veramente non ho mai sopportato,appena possono si ingozzano di alcool in modo indegno
mi sa che son questi alcuni dei motivi che mi hanno fatto decidere di tornarmene definitivamnte a Milano,non che sia meglio,anzi ...
comunque leggetetevi sta notizia
è sul corriere di oggi :
http://www.corriere.it/Primo_Piano/Esteri/2007/06_Giugno/07/vacanze_studio_londra.shtml
5) ho avuto poco fa una grana con il mio comune, che e' governato da Laburisti e Liberal-Democratici, che dovrebbero essere ancora piu' a sinistra in pura teoria. Gente incredibile, completamente dalla parte degli speculatori edilizi. Il fatto e' che gli inglesi sono fondamentalmente conservatori, cresciuti in una societa' fatta di privilegi di classe aristocratici. La classe media quasi non esiste: sono ricchissimi, impegnati a difendere i propri privilegi, o poverissimi, incapaci di sviluppare un pensiero critico, persi dietro a Kate Moss, le Spice Girls, l'Arsenal e la birra
6) incomprensibile. E i modi della regina, l'ostentazione di classe sono ancora cosi' diffusi, soprattutto tra gli anziani
7) altrettanto incomprensibile, dato che sono astemio. Non bevono comunque per gustare, bevono proprio per ubriacarsi. Solo da ubriachi riescono ad avere una vita di relazione per loro nella norma. Per loro, perche' in realta' consiste in battute e doppi sensi da scuola media. Tutta questa atmosfera da pub personalmente la trovo piuttosto deprimente.
Come ho pero' detto altre volte, secondo me qui si sta meglio che a Milano. Ci sono immigrati di ogni Paese, con i quali si sta davvero bene. Non faccio mistero di avere amici di tutto il mondo, tranne che inglesi. Proprio con loro non riesco a legare.
ho conosciuto e conosco inglesi x motivi lavorativi ma gli unici con i quali ho avuto dei rapporti umani che sono andati oltre alla frequentazione professionale sono 3
solo che in realtà Vek è irlandese, e ci ha sempre tenuto a sottolinearlo con molto orgoglio
Ian è indiano ma è nato e crescito a Londra ( mi ricordo ancora quando mi spiegava come sua madre cucinava il pollo al curry ) Paul ha un cognome che piu italiano di cosi non si può, padre della provincia di Salerno , ma essendo nato a Edimburgo si considera più scottish che italiano
il bere degli inglesi è patologico
io non sono astemio , anzi mi sto bevendo una birra ;-) , ma non ho mai visto in vita mia gente bere in quel modo è in quella quantità
un episodio su tutti che mi ha colpito : Berlino Settembre 2006,
siamo in giro con Paul e incontriamo in un bar della gente che conosciamo :inglesi, tedeschi , olandesi, 1 svedese ...degli inglesi che conosco da 10 anni mi invitano a bere , dico no grazie ma mi fermo a chiaccherare con loro lo stesso. uno di loro va al bar e torna con un vassoio pieno di birre e grossi bicchieri che a prima vista sembrano pieni di acqua
si chiacchera del + e del - , trangugiano birra e ogni tanto un sorso dal bicchiere ... la zaffata che 1 di loro mi ha tirato in faccia mi ha fatto capire che non era acqua quella , ma gin !
buttavano giù birra e gin ! ma ti rendi conto ? vuol dire farsi del male intenzionalmente
buon viaggio nel paese dei pistoleri , tanto il loro capo domani è a Roma .
Seriamente, mi fa molto, molto piacere che abbiate cenato insieme, e addirittura parlato di me! Non so che dire, sei troppo gentile. Per favore non leggere il mio ultimo post-sfogo, è patetico ma concedimi l'attenuante della semiinfermità mentale.
Il vero motivo del mio viaggio in USA è ovviamente incontrare Pib, però è mascherato da vacanza in Florida con la famiglia. La vita è un compromesso.
:)
abbiamo fatto in modo di avere indietro una famiglia reale (usata) anche da noi, che
anche da noi (pare) l'alcolismo è in crescita decisa tra i giovanissimi, che
c'è ancora chi si lamenta dell'euro, che
consideriamo "di sinistra" quelli che stanno al governo adesso, che
il signor Bidet era francese.
[però a Londra ci sono stato nel 1982 e non ci sono più tornato...]
ciao
Auro
Gli irlandesi sono fantastici. Ho amato l'Iralanda piu' di ogni luogo durante i miei 20 anni. Ci tornavo tutti gli anni, l'ho visitata in treno, macchina, bici, bus, a piedi, in tutti i modi possibili. Quando parlo con gli iralndesi cito loro villaggi che nemmeno conoscono, magari a pochi chilometri da dove sono nati. Per la mia passione per quel Paese mi danno del matto. Su tutto ho amato il Donegal. E la gente d'Irlanda, la piu' ospitale del pianeta, a volte in modo quasi commovente.
Anche gli Scozzesi mi piacciono molto, come amo Edinburgo, una delle citta' che preferisco. E la comunita' anglo-indiana e' altrettanto simpatica: non sai quanti curry mangio da quando sono qui. diciamo che un pasto su 3 o 4 e' indiano, una delle mie cucine preferite.
Quelli che non mi piacciono sono gli inglesi-inglesi. Non tutti naturalmente, ma la maggior parte e' fredda e arrogante, scostante. Il mio atteggiamento e' del tipo: siete scostanti? Bene, statevene tra di voi, si puo' benissimo fare a meno delle vostre birre, del vostro calcio, delle vostre Spice Girls. Da quando ho assunto questo atteggiamento nei loro confronti vivo benissimo. Invece con tutti gli altri londinesi, quelli non inglesi-inglesi, ho un atteggiamento aperto, molto diverso. In ogni caso sto ancora aspettando di venire stupito positivamente da un inglese. Quando questo succedera' prometto di iniziare a cambiare opinione su di loro.
Il capo dei pistoleri speriamo che a Roma trovi debita accoglienza e, possibilmente, che lasci la citta' comodamente sdraiato in una bara.
Arte -
Ma allora sei anche tu in Florida! Anch'io! Il mio corso e' a Miami Beach, poi ti mando i dettagli dell'albergo dove saro', cosi' magari ci si vede. E con il mitico Piero!
Auro -
Londra nel 1982 e Londra oggi sono realta' davvero diversissime. Anch'io venni qui alla fine dei '70 - inizio '80 alcune volte, ma questa citta' era sostanzialmente grigia e povera. Il glamour e i soldi sono arrivati dopo e l'hanno trasformata radicalmente. La mostra di Gilbert & George finita da poco alla Tate Modern, della quale parlai sia qui che alla radio, racconta questa storia molto bene. Ora si vive bene se trovi delle tue nicchie e dei tuoi percorsi, come ho cercato di fare. Ma la "Londra ufficiale" non e' meglio della "Milano ufficiale", ti assicuro.
*Inevitabile, certo, in un Paese che ha attaccato uno stato sovrano devastandolo, e che oggi vive nel terrore di quella che sarebbe una giusta reazione*
Giusta reazione?
Quindi se avessero fatto scoppiare il tuo aereo sarebbe stata una giusta reazione?
Tu non hai approvato queste guerre, pertanto perché avrebbero fatto bene a ucciderti? E dopo, chi ci farebbe scoprire musica nuova?
Tutte le vite hanno uguale valore, le razze non esistono, le nazionalità sono un'invenzione.(mia aggiunta: e le religioni bugie)
giusta reazione sarebbe ammazzare innocenti solo perché di nazionalità occidentale?
sostenere che chi subisce un torto ha diritto alla vendetta e a reagire facendone un altro mi sembra un pensiero barbaro, non da te...
(per il I COMMENTATORE: avvicinarsi alla scrittura di Zucconi lo consideri un complimento??)
Non sto giustificando potenziali omicidi, sto pero' giustificando la rabbia che potrebbe portare a una reazione da parte di popolazioni che sono state bombardate, occupate, sottoposte a torture. Non so se sono come Bush, certamente sto dalla parte di coloro che Bush ha decimato. Se reagiscono, li comprendo, tutto qui. Tutte le vite hanno uguale valore, sono d'accordo con te, e le razze sono destinate a scomparire naturalmente. Pero' fino a quando questo succedera' non possiamo negare la realta dei fatti. Oggi c'e' una razza dominante e una quantita' di razze e popoli sottomessi. Potremo dire che non esistono razze e nazioni solo quando la situazione sara', finalmente, riequilibrata. Altrimenti e' un po' come negare l'esistenza delle classi sociali, non credi?
Fabio -
Credo di avere risposto qui sopra. Non giustifico, ma comprendo la disperazione. Vedi, io credo che ne' tu ne' io possiamo capire come ci si sente ad avere avuto un genitore o un figlio ucciso senza una ragione, durante un bombardamento a tappeto su una citta', oppure un fratello deportato nel lager naziamericano di Guantanamo. Per questo credo che dobbiamo maturare l'umilta' per giustificare eventuali reazioni disperate. Sostenerle no, ma capirle forse si'. Sono grida di dolore lancinante, e di fronte al dolore non mi sento di giudicare e tanto meno di condannare.