La Luna vista dalla Terra
[Gomo, Luglio 2007]
Ieri prima di scrivere questo post ho chiamato al telefono mia madre per confrontare i miei ricordi con i suoi. Ma Fabio, stai bene? Perche' vuoi che ti racconti dove eravamo il giorno dello sbarco sulla Luna? E' successo qualcosa? Per un attimo credo abbia pensato che fossi in una stazione della polizia britannica e che mi servisse un alibi per quel giorno.
Tutto coincide a come me lo ricordavo pero', ha solo aggiunto qualche particolare ma di incongruenze nemmeno una.
Lo sbarco sulla Luna, 20 Luglio 1969, e' il mio primo ricordo come posso dire diciamo cosi' globale. Avevo 4 anni. Prima ci sono solo ricordi chiamiamoli privati, che non vanno oltre l'ambito della famiglia. Il mondo, quando sei un bambino, finisce li'.
Quel giorno pero' fu diverso da tutti gli altri. D'estate si andava a Gressoney, Val d'Aosta. Si stava in una casa che si chiamava il Mulino e che era credo la cosa piu' prossima a un kibbutz che sia mai esistita nel territorio italico. O almeno, io non ho mai piu' vissuto nulla di cosi' comunitario.
Al Mulino c'erano tutte famiglie con i genitori della stessa eta' e i figli della stessa eta'. Il numero esatto non me lo ricordo, ma diciamo tipo cinque famiglie e una decina di bambini. Davanti al Mulino c'era un pratino e per andarci dovevi attraversare la strada, ma di macchine ne passavano tipo dieci al giorno e in quel silenzio le sentivi che erano a chilometri di distanza quindi in genere potevi attraversare senza farci troppo caso. In quel pratino si passava tutto il giorno a giocare, tranne quando ti mettevano gli scarponcini, lo zainetto, e forza bambini che andiamo a fare una passeggiata.
Quando la zia Bianca preparava una delle sue memorabili torte, potete stare sicuri che ce n'era una fetta per tutti nessuno escluso. Di televisione ce n'era una sola, a casa della signora Rosanna, e tutti si vedeva quella. Credo ci fossero un paio di canali allora, ma a Gressoney le montagne permettevano di vederne uno solo e neanche tanto bene. O guardavi quello che c'era, che di solito era Mike Buongiorno che torchiava qualche malcapitato, o andavi nel pratino a prendere il fresco.
Ma quel giorno nel pratino non c'era nessuno, tutti li' attorno alla tele. E in quello scatolone c'era Tito Stagno con un paio di occhiali da indieblogger, e tutti seduti su sedie poltrone posti tappeto ad ascoltarlo in religioso silenzio e ad aspettare quel fatidico momento, la navicella che si posa sul suolo lunare e gli omini che scendono piantano la bandierina raccolgono una qualche pietra si guardano un po' attorno e poi non sanno piu' che cazzo fare ed e' gia' ora di tornare indietro.
Ci sono andati sei volte sulla Luna e poi basta. L'ultima volta era nel 1972. Poi costava troppo dicono.
Poi va beh, in rete trovate tutto quello che volete sul fatto che non era vero, che hanno girato tutto in uno studio cinematografico del Nevada, e di come hanno fatto a ingannare tutti, compresi gli scienziati che hanno progettato lo sbarco. E che l'America di Nixon si era inventata tutto per distrarre l'attenzione dalle avventure indocinesi di quegli anni eccetera eccetera.
Ma chi se ne importa in fondo. Quel giorno resta per me importante. La volta successiva che ho capito che lo scatolone stava dando una notizia importante era qualche mese dopo, 12 dicembre 1969, Piazza Fontana, la strage, che ancora adesso quando ci passo per andare alla Cortina l'insegna della banca la vedo in bianco e nero con la nebbia. E si era quella sera nella casa di Salice Terme, solo papa' mamma e io piccolo, e gli sguardi dei grandi erano cosi' diversi da quelli di quel Luglio nel kibbutz tra le montagne.
Quest'estate a Milano ho visto Mario, il mio cugino di sei anni piu' grande, quello che mi ha fatto conoscere quella cosa che si chiama musica rock rovinandomi cosi' per sempre la vita. Mi ha parlato del Mulino e di com'e' oggi. Non lo riconosceresti piu' ha detto e mi e' venuta una di quelle tristezze che non mi e' ancora passata adesso.
[MOVIE TRAILER: IN THE SHADOW OF THE MOON]
Ieri prima di scrivere questo post ho chiamato al telefono mia madre per confrontare i miei ricordi con i suoi. Ma Fabio, stai bene? Perche' vuoi che ti racconti dove eravamo il giorno dello sbarco sulla Luna? E' successo qualcosa? Per un attimo credo abbia pensato che fossi in una stazione della polizia britannica e che mi servisse un alibi per quel giorno.
Tutto coincide a come me lo ricordavo pero', ha solo aggiunto qualche particolare ma di incongruenze nemmeno una.
Lo sbarco sulla Luna, 20 Luglio 1969, e' il mio primo ricordo come posso dire diciamo cosi' globale. Avevo 4 anni. Prima ci sono solo ricordi chiamiamoli privati, che non vanno oltre l'ambito della famiglia. Il mondo, quando sei un bambino, finisce li'.
Quel giorno pero' fu diverso da tutti gli altri. D'estate si andava a Gressoney, Val d'Aosta. Si stava in una casa che si chiamava il Mulino e che era credo la cosa piu' prossima a un kibbutz che sia mai esistita nel territorio italico. O almeno, io non ho mai piu' vissuto nulla di cosi' comunitario.
Al Mulino c'erano tutte famiglie con i genitori della stessa eta' e i figli della stessa eta'. Il numero esatto non me lo ricordo, ma diciamo tipo cinque famiglie e una decina di bambini. Davanti al Mulino c'era un pratino e per andarci dovevi attraversare la strada, ma di macchine ne passavano tipo dieci al giorno e in quel silenzio le sentivi che erano a chilometri di distanza quindi in genere potevi attraversare senza farci troppo caso. In quel pratino si passava tutto il giorno a giocare, tranne quando ti mettevano gli scarponcini, lo zainetto, e forza bambini che andiamo a fare una passeggiata.
Quando la zia Bianca preparava una delle sue memorabili torte, potete stare sicuri che ce n'era una fetta per tutti nessuno escluso. Di televisione ce n'era una sola, a casa della signora Rosanna, e tutti si vedeva quella. Credo ci fossero un paio di canali allora, ma a Gressoney le montagne permettevano di vederne uno solo e neanche tanto bene. O guardavi quello che c'era, che di solito era Mike Buongiorno che torchiava qualche malcapitato, o andavi nel pratino a prendere il fresco.
Ma quel giorno nel pratino non c'era nessuno, tutti li' attorno alla tele. E in quello scatolone c'era Tito Stagno con un paio di occhiali da indieblogger, e tutti seduti su sedie poltrone posti tappeto ad ascoltarlo in religioso silenzio e ad aspettare quel fatidico momento, la navicella che si posa sul suolo lunare e gli omini che scendono piantano la bandierina raccolgono una qualche pietra si guardano un po' attorno e poi non sanno piu' che cazzo fare ed e' gia' ora di tornare indietro.
Ci sono andati sei volte sulla Luna e poi basta. L'ultima volta era nel 1972. Poi costava troppo dicono.
Poi va beh, in rete trovate tutto quello che volete sul fatto che non era vero, che hanno girato tutto in uno studio cinematografico del Nevada, e di come hanno fatto a ingannare tutti, compresi gli scienziati che hanno progettato lo sbarco. E che l'America di Nixon si era inventata tutto per distrarre l'attenzione dalle avventure indocinesi di quegli anni eccetera eccetera.
Ma chi se ne importa in fondo. Quel giorno resta per me importante. La volta successiva che ho capito che lo scatolone stava dando una notizia importante era qualche mese dopo, 12 dicembre 1969, Piazza Fontana, la strage, che ancora adesso quando ci passo per andare alla Cortina l'insegna della banca la vedo in bianco e nero con la nebbia. E si era quella sera nella casa di Salice Terme, solo papa' mamma e io piccolo, e gli sguardi dei grandi erano cosi' diversi da quelli di quel Luglio nel kibbutz tra le montagne.
Quest'estate a Milano ho visto Mario, il mio cugino di sei anni piu' grande, quello che mi ha fatto conoscere quella cosa che si chiama musica rock rovinandomi cosi' per sempre la vita. Mi ha parlato del Mulino e di com'e' oggi. Non lo riconosceresti piu' ha detto e mi e' venuta una di quelle tristezze che non mi e' ancora passata adesso.
[MOVIE TRAILER: IN THE SHADOW OF THE MOON]
Commenti
Io ero a Firenze, nella cucina della nostra casa di allora in via Vittorio Emanuele, e mi ricordo il religioso silenzio di tutti intorno al tavolo, la penombra e quelle immagini confuse, in bianco e nero, e la nuca del nonno. E proprio gli occhiali di Tito Stagno!
A me lui faceva anche un po' paura con quegli occhiali, mi sembrava un insetto gigante.
Grazie per questo ricordo che abbiamo in comune, anche se visto da posti diversi. Un ricordo stereotattico.
:)
:)
Pensa che nel documentario, grande successo al Sundance, del quale ho linkato il trailer, si vede proprio Tito Stagno che urla tutto esaltato (in italiano nemmeno sottotitolato) "Ha toccato!". Fa ancora un po' paura adesso.
Ivan -
Per un istante ho temuto che nella tua cameretta avessi un mega-poster verticale di Tito Stagno! Si le raccolte sulle conquiste spaziali di quegli anni me le ricordo anch'io, forse una riesco ancora a recuperarla. Erano delle medaglie commemorative che mi pare mio padre trovasse dal benzinaio. Bei tempi.
Anonimo -
(che credo sia Lophelia perche' hai ripreso un mio commento in Fotosensibile) ma davvero non ricordi lo sbarco sulla Luna? Secondo me hai solo rimosso, ne parlavano tutti, c'era tutto il mondo bloccato davanti alla tele a vedere delle riprese in bianco e nero incomprensibili.
In effetti so che sul blog non posso scrivere tutto quello che voglio, l'ho imparato a mie spese. Se lo facessi pero' a volte penso che i lettori decuplicherebbero :-)
PerchĆØ, sapete, io mi ricordo ancora di Yurj Gagarin...
naturalmente anche dello sbarco sulla Luna, ero a casa a Vog con mia sorella appena nata, avevamo una TV a valvole che ci metteva mezz'ora ad accendersi e lo schermo era quasi rotondo come il casco degli astronauti. Anche il rientro della caspula e l'ammarraggio me li ricordo. PerĆ² preferisco i ricordi personali perchĆØ a distanza di tanto tempo mi risulta un pĆ² difficile distinguere i ricordi originali da quelli rivisti in seguito, come Tito Stagno ed i filmati in genere.
Auro
Il che mi fa pensare a dove si colloca esattamente il discrimine. Cogne, Garlasco, Maddie McCann: sono realta' o sono diventati cinema mass-mediatico per esempio? Io una risposta non l'ho mica piu'. E comunque quello dello sbarco sulla Luna era un film fatto parecchio bene, non trovi?
Auro -
Proprio come dici. Alla fine i ricordi personali sono forse gli unici che puoi ancora toccare, sentire. Il resto l'abbiamo solo visto (e rivisto).
le tue foto sono sempre suggestive, e mi piace il fatto che tu spesso le utilizzi per dare il la a una riflessione, a un ragionamento attorno a un tema che ti sta a cuore, o semplicemente a suggestioni a ruota libera.
Ho scattato una foto a Venezia, giorni fa, e te la volevo inviare.
Nulla di speciale, ma forse ti piacerebbe, sempre che tu non sia stato alla Biennale d'Arte, nel qual caso hai giĆ visto l'oggetto della mia foto.
Eventualmente indicami un account di posta ove potertela spedire.
Nicola
Cogne, Garlasco, Maddie McCann:
questa ĆØ fiction, nemmeno delle migliori.
come al solito si stava meglio quando si stava peggio.
Grazie. Questa l'ho scattata passeggiando di sera col cane in collina quest'estate. Mai avrei pensato che l'avrei usata poi per un post, e invece.
Mi fa piacere, moltissimo, ricevere una tua foto. La Biennale quest'anno l'ho persa, e' un fatto imperdonabile, lo so.
Puoi mandare la foto a fabiobarbieri@radiopopolare.it. Grazie!
Mr. Crown -
Maddie McCann e' anche un vorticoso giro di miliardi. Qui in Inghilterra c'e' un interesse morboso, alimentato ogni giorno da nuovi "avvistamenti", "indiscrezioni", ecc. Il Sun, il Daily Mail, il Daily Mirror ci stanno campando sopra da quest'estate, con una battaglia all'ultima copia venduta. Cattiva fiction, pessimo giornalismo.
Ah la conquista dello spazio, tutta un'altra cosa. Poi meno male che non abbiamo conquistato nulla, avremmo probabilmente portato pure li' monnezza libera, razzismo, ultras e precariato.
Era comunque un bel film, un'avventura degna di Colombo o Marco Polo.
Auro
E come dici tu, poco importa se ĆØ realmente accaduto oppure no...ĆØ come credere a Babbo Natale, o ci credi e lo vivi o non ci credi da sempre e stop.
Ciao!
La voce di Tito Stagno aveva quel tono metallico indimenticabile, ma magari era solo l'altoparlante della tele valvolare a renderla cosi' unica, chissa'.
Sui colori della Luna hai ragione, si trattava di un bianco e nero sfumato azzurro grigio del tutto naturale, perfetto per le TV B/ N.