Se stasera non riesco a parlare con Dio smetto di provarci
[Jason Pierce, Union Chapel, Dicembre 2007]
Io Jason Pierce lo colloco nell'Olimpo della seconda ondata psichedelica inglese, lassu' insieme a Julian Cope e a Ian McCulloch. E considero Ladies and gentlemen we are floating in space allo stesso livello di Fried e Heaven up here.
Affermazioni importanti, lo so. Figuratevi come mi sono sentito un paio di sere fa. Concerto acustico degli Spiritualized, e in una chiesa gotica di Islington, niente meno. Suonano sempre in posti fantastici gli Spiritualized. L'altra volta che li vidi suonarono in un parco, in una calda serata di piena estate.
La Union Chapel di Islington uno non so se la puo' raccontare. Ci vorrebbe uno storico dell'arte specializzato in architettura gotica. Io non ne sono mica capace. E' una chiesa di medie dimensioni, sovrastata da una bella cupola lignea che si trova proprio sopra l'altare. Ci dicono ancora la messa la Domenica, ma poi durante la settimana ci fanno concerti per lo piu' acustici. Io ci ho visto un po' tutti in questi anni, da Sparklehorse ai Low.
I posti non sono preassegnati, per cui se arrivi un po' presto ti siedi in una delle prime panche e vedi proprio bene perche' non c'e' divisione tra l'abside e il resto della chiesa. Sei a un metro dai musicisti. E l'acustica quella proprio e' indescrivibile. E a parte l'abside, la chiesa e' illuminata solo da candele. Rendo un po' l'idea?
Gli Spiritualized adesso sono in due, ma per l'occasione erano accompagnati da un quartetto d'archi e da un trio gospel. Tutto rigorosamente acustico naturalmente.
E quando sei li' in quell'atmosfera silenziosa e irreale, e ascolti il coro gospel, e quegli archi che rimbalzano sul legno della cupola e se ne stanno li' a volteggiare che le note non le ascolti, le vedi attorno a te come onde colorate, allora capisci che la spiritualita', sentire il trascendente dentro di te in modo non mediato da preconcetti, attraverso la musica e' possibile.
Gli Spiritualized non sono soltanto gli eredi della tradizione psichedelica. Sono anche l'ultimo anello di una storia millenaria: il tentativo di comunicare, attraverso l'arte, con la trascendenza. Quando Jason Pierce ripete Lord can you hear me when I call?, rinnova la ricerca di un contatto che affonda le proprie radici nel misticismo della tradizione paleo-cristiana e poi medioevale. Lo fa con il linguaggio del gospel, che e' commosso e gioioso e immediato e semplice.
Un concerto degli Spiritualized, Jason Pierce lo costruisce a poco a poco, senza fretta, senza strappi. Ti avvolge piano piano nella sua ragnatela senza che tu te ne accorga. Scivola dentro di te la loro musica, e tu dentro di lei, e alla fine limiti e confini non sono piu' chiari. Alla fine quel contatto col cielo lo cercate insieme. Il suono diventa il mezzo, la ricerca di un'altra dimensione il fine.
E succedono cose, sembra impossibile ma e' cosi'. Da qualche parte quella musica arriva. Molto in profondita' o molto in alto, non importa. Ma viaggia, si muove, sprofonda, si eleva. Forse, viene da pensare, e' questo il compito della psichedelia, e forse di tutta la musica vera e importante che sia mai stata scritta. Metterti in contatto con dimensioni impossibili da raggiungere.
Davanti a te passano classici come Cool waves, Walking with Jesus, Broken heart, Think I'm in love, Lord can you hear me, ma alla fine diventano semplici variazioni su un tema, sfumature diverse di uno stesso colore. Gradazioni diverse di una stessa luce.
Quando Jason, i suoi compagni di strada e la sua musica celestiale tornano sul palco, non ci sono altre possibilita' che Silent night e Oh happy day.
E' stato un giorno felice, quello in cui sono stati lavati via i miei peccati canta il coro gospel. Se stasera non riesco a parlare con Dio smetto di provarci dice il mio amico Boris. Esco dalla chiesa, metto nella borsa la maglietta con una grande aspirina, che non vedo l'ora che sia estate. Cammino per Upper Street cantando sottovoce oh happy day. E' stata una serata felice quella in cui sono stati lavati via i miei peccati.
[Spritualized, Broken heart]
Commenti
visuals analogici, trio d'archi e il duo Adam Wiltzie – Brian McBride agli estremi opposti del palco.
piĆ¹ che a dio veniva da pensare a kubrick, che poi a dio ci pensava lui.
I gruppi Kranky e' piu' facile sentirli in Italia che qui - infatti non ho letto di un loro concerto a Londra altrimenti sarei certamente andato.
Erano la sera dei Taraf de Haidouks, ecco perche'. La prossima volta pero' non li perdo.
Moya -
Per il virus gli Spiritualized vanno benissimo pero', passa ogni male ascoltandoli! Sai che non riesco a capire perche' non ne abbiamo parlato Sabato? Forse avevamo troppe altre cose di cui parlare! In ogni caso credo i concerti degli Spiritualized (ne hanno fatto 2: Domenica e Lunedi') fossero sold out da mesi.
Per Echo ho preso un biglietto, ma sono nei circles. Pero' poi ce li facciamo cambiare il giorno del concerto - di solito si riesce.
mi sarebbe tanto piacciuto vedere il concerto: li amo! Adam ha anche un'altro bel progetto chiamato Dead Texan, il loro primo cd e' venduto con un dvd che bisogna far girare in contemporanea:breathless! Quando ci vediamo a Gennaio ti faccio una copia dei due.
W Kranky !!! :)..perche' non ci fai un bel post?
Gli Stars of the Lid non li avevo visti e, a proposito della maglietta che dici, l'avevo messa anche ieri mattina per andare in palestra. Ce l'ho sempre su, e' una di quelle che metto piu' spesso. Kranky resta una delle etichette che preferisco, anche adesso che non ci sei piu' tu a passarmi i loro promo ;-)
No, la strafica che dici non c'e' piu', sono rimasti solo Jason e il tastierista (purtroppo).
A me Spacemen 3 e Spritualized piacciono allo stesso modo, anche se per motivi diversi.
Grazie e perdonami l'incongruenza.
Manu.
Eccolo: http://fabiocalling.blogspot.com/2007/10/lui-ha-perso-il-controllo.html.
Buona lettura!
Miss Welby -
Ho vissuto da quelle parti (Stamford Brook per la precisione) per alcuni anni, in varie case. Ora abito a Clerkenwell, piu' o meno tra il Barbican e Angel, appena sopra Old Street. Zona che consiglio assolutamente.
Adesso ti linko, ringrazia il tuo amico da parte mia.
JC (succursale di Mucchiella 2000)
Spero per lui che Jason non abbia fatto cambio tra la straf**a e il tastierista che lo accompagna adesso, che alla Union Chapel indossava un'imbarazzante camicia di pelle nera.
e, ma guarda un pĆ², la scors aprimavera ho scritto due pagine due sulla Penguin CafĆ© Orchestra per il Mucchio mensile...
merry ChristMESS...
jc
A gennaio c'ĆØ una parte della mia intervista a Mark Eitzel e (forse) una pagina su The Blue moods of Spain. Sul'Extra in giro ora c'ĆØ una retrospettiva su Joni Mitchell. Sul prossimo Talking Heads...
Pero' tu e io non siamo classic rock dai, non ancora per lo meno ;-)
Raggio vario e definizione che conta un pĆ² poco, in fondo.
Semmai io sono "pan rock" o "oltre rock", per dirla come Simon Reynolds... :D
Quelli del mucchio mi hanno risposto, e voilĆ .
Non ĆØ detto che non mi incroci ancora col SIB, ma preferirei fare un libro per lui, visto le idee che mi girano in testa e che dubito Arcana appoggerebbe...
In ogni caso, BU non ĆØ di certo piĆ¹ quel che era anni fa...
E no, volpi e uve non c'entano.
lol
Il problema del Mucchio e' che si tratta di una rivista brutta e irritante. Parere del tutto personale, di un non lettore che ogni tanto la sfoglia nella parete delle riviste alle Messaggerie di Corso Vittorio Emanuele. Infatti adesso che so che ci scrivi la compro, ma vado lesto lesto all'indice, guardo dove sono gli scritti tuoi, strappo quelle pagine, le tengo, e butto tutto il resto. Di retorica alla Beppe Grillo (tutte le pagine di "attualita'") non se ne puo' davvero piu'.
Anche Blow Up non la leggo piu' da anni, ma non perche' la trovo una brutta rivista, solo perche' non trovo il tempo.
Nel complesso la vedo una rivista piu' da noi pero'. Per cui ti direi di insistere. Stefano, che non sento da anni, me lo ricordo come uno davvero frenetico e super-impegnato, quindi si puo' semplicemente essere dimenticato di risponderti. Io mi farei risentire se ti interessa davvero.
Un mio amico di qui tra l'altro mi ha parlato benissimo di un suo amico di Bologna che scrive su Blow Up, Gino Dal Soler. Se vuoi mi faccio dare la sua mail e magari puoi contattare lui. Fammi sapere.
Grazie dell'interesse, ma gari ci fo un pensierino ma, ti dico, piĆ¹ pre un libro su Tuttle Edizioni al quale sto pensando, piĆ¹ in linea con le ultime cose che ho fatto per Sentireacsoltare su Pram, Trunk Records, ecc.
Quasi quasi al SIB ci riscrivo...
Si', ti direi di riscrivere a SIB. A me sembra uno simpatico, anche se l'ho visto credo solo un paio di volte (in una c'era anche Gino adesso che ci penso, e adesso che ci penso ci avevano riportati insieme alla stazione centrale in macchina - lui tornava a Bologna e io a Voghera), e per il resto ci siamo sentiti al telefono.