At last I am free



[Fika, Brick Lane, Febbraio 2008]

Inevitabilmente, affondando le mani nella black music dei profondi anni '70, ti capita di doverti confrontare con il free jazz.

Sembra quasi una brutta parola free jazz, come psicanalisi e proletariato. E pero' se vinci una naturale resistenza iniziale, ti si apre davanti un mondo di colori sonori vivissimi in perenne trasformazione. E' sbagliato dire che il free jazz si contrappone al bebop e al jazz modale. Troppo debole come frase. Il free jazz il jazz modale lo fa a pezzi.

Albert Ayler, Cecil Taylor, Ornette Coleman il jazz lo riscrissero dalle radici, guardando i propri demoni negli occhi, precipitando in quel vuoto gravitazionale dove non esiste piu' nessuna regola. Senza di loro non sarebbero stati possibili John Zorn, William Parker, Ken Vandermark.

Meno noto di tutti loro, per il carattere piu' episodico delle sue incisioni, e' stato Bill Dixon, classe di ferro 1925, tutt'ora attivo. Il suo ultimo disco, per dire, e' strepitoso. In questi giorni non riesco letteralmente ad ascoltare altro. Lo ha inciso con Rob Mazurek del Chicago Underground Duo e Trio, piu' tutta una serie di musicisti del giro Tortoise/ Gastr Del Sol, da Jeff Parker a John Herndon a Jeb Bishop, che insieme si fanno chiamare Exploding Star Orchestra. Mai nome fu scelto meglio. Il free jazz e' un'esplosione di luce impazzita, ecco che cos'e.

Sono tre tracce in tutto, la piu' breve lunga 18 minuti. Un continuo alternarsi di improvvisazione e composizione, escursioni individuali e riunioni corali. Il segreto e' amarla questa musica. Scegliere di amarla intendo. Mettersi in ascolto con attenzione, dedicarle tempo. Lei non viene verso di te di certo. Ti devi mettere un po' d'impegno. Ma poi.

Le due tracce scritte da Dixon sono free jazz di quello che potete immaginare se conoscete un po' gli standard del genere. Peraltro suonato impeccabilmente. Momenti fragorosi si alternano ad altri ispirati e meditativi, prendendosi i propri tempi.

La traccia di Mazurek invece e' un po' un'altra cosa, con vibrafono e campane tubolari che si intrecciano in modo sorprendente con i fiati, ognuno dei quali sembra andare per conto proprio ma miracolosamente suona in concerto con tutti gli altri. Non puoi fare nient'altro ascoltando un disco come questo. Ti siedi e contempli la musica. Ti lasci trasportare. Un'esperienza.

Nota finale di merito alla Thrill Jockey, che in un mese ha infilato due uscite di assoluta eccellenza una via l'altra (l'altra e' l'esordio degli Human Bell).

[Stamattina mi hanno scritto dalla Endemol di Roma per non so piu' quale trasmissione, dicendo che vorrebbero che andassi in televisione a raccontare le cose che scrivo qui, come se la radio non fosse abbastanza, chiedendo addirittura se le scrivo io. No, ovvio, ho un ghost writer che mi scrive il blog mentre io sono a giocare a golf. Mah.]

Commenti

Anonimo ha detto…
non faccio neppure piĆ¹ caso a codeste splendide coincidenze!
mi accingevo a scrivere di questo disco, ma mi limiterĆ² a linkare queste tue sacrosante parole!
attendevo il seguito dell'Exploding Star Orchestra e se possibile siamo andati anche oltre alle piĆ¹ inimmaginabili attese.
Bill Dixon c'ĆØ! eccome!
ci sono ancora speranze, non tutto ĆØ perduto!
grazie, a presto, buon fine settimana!
lapilli ha detto…
fantastiche foto.
Davvero.
Fabio ha detto…
Borguez -

Da parte mia complimenti a te, anche per avermi fatto conoscere Abou-Khalil.

Chiara -

Grazie. Anche se non hanno molto collegamento con il testo purtroppo, come mi faceva notare Sabato al World Food Cafe l'ottimo Wiseacre Meristemi. Hanno un po' una funzione soltanto decorativa. Sto pensando a quanto questa formuletta foto testo link e' ormai diventata un po' scontata. D'altro lato, l'alternativa sarebbe cercare foto in internet, ma al momento mi piace di piu' il fatto che tutto quello che trovate qui (foto e testi, i link ovviamente no) e' mio.
Anonimo ha detto…
Ehi, il mio commento era positivo. Trovo la combinazione foto/testo un bell'esempio di Displacement Effect, in chiave positiva. E' poi il mood del testo, piĆ¹ che il contenuto, che accomuna le due forme. Non ci trovo niente di scontato, molto di personale.

(E mi ha fatto ridere la faccenda del ghost writer... chissĆ  perchĆØ ;-P)

PS) Approfitto per confermare ai lettori del blog che i concorsi di Fabiocalling/Prospettive Musicali si svolgono regolarmente ed i premi sono consegnati ai vincitori in presenza di un notaio. :-)
Fabio ha detto…
Spero soprattutto che tu e il notaio abbiate gradito le mie scelte (e che abbiate superato lo scoglio iniziale, che peraltro considero il pezzo forte dell'intera raccolta). Buon rientro a casa!
lophelia ha detto…
Ci ho messo quarant'anni per arrivare al bebop, al free jazz mi sa che non ci arriverĆ² mai.
Fabio ha detto…
Ma no, non dire cosi'. Il free jazz migliore e' molto piacevole se ascoltato al momento giusto. Se ascoltato al momento sbagliato invece prende i tuoi nervi e li tira fino a spezzarli.
artemisia ha detto…
Mi stai dicendo che l'email dell'Endemol che ho irrimediabilmente cancellato, dove mi chiedevano di partecipare ad una trasmissione con le cose che scrivo sul blog NON era spam?

+_+
Fabio ha detto…
No, direi di no. Poi non so. La mail che ho ricevuto io era abbastanza circostanziata, faceva riferimento a post particolari. Il programma si intitolava La seconda volta, che non so se esista gia' o se hanno intenzione di lanciarlo in futuro. Credo che sia abbastanza realistico, comunque c'e' anche un numero (06.32819430) se hai la curiosita' di verificare (io non l'ho).