Piu' tempo
[Linton Kwesi Johnson, Zena Edwards, Barbican, Marzo 2008]
Il momento migliore della performance, Linton Kwesi Johnson lo lascia alla fine. Incido dischi da trent'anni dice. In questi trent'anni grazie alla rivoluzione tecnologica la produttivita' e' aumentata come mai prima d'ora nella storia dell'umanita'. Eppure, non lavoriamo meno, lavoriamo piu' di prima. Qualcuno si prende il nostro tempo.
Parte More time. Piu' tempo per la creativita', piu' tempo per la famiglia, piu' tempo per gli affetti, piu' tempo per l'amicizia, piu' tempo per la poesia, piu' tempo per l'arte, piu' tempo per i bambini, piu' tempo per gli anziani, piu' tempo per le attivita' di comunita', piu' tempo per il volontariato, piu' tempo per leggere, piu' tempo per scrivere, piu' tempo per suonare, piu' tempo per andare in bicicletta, piu' tempo per starsene al sole, piu' tempo per passeggiare nei parchi pubblici, piu' tempo per comunicare, piu' tempo per partecipare.
Linton Kwesi Johnson, l'ho saputo ieri sera, e' uno dei due soli poeti viventi che la Penguin Classics ha pubblicato nel suo catalogo. Io invece lo scoprii sulle ruvide pagine in bianco e nero di Rockerilla, primi anni '80, quando la musica mica la scaricavi, e se volevi un disco andavi alla stazione, un'andata e ritorno per Milano per favore, facevi 45 minuti di treno, e provavi a vedere se Zabriskie Point aveva una copia di Dread beat an' blood. Che tempi. Che. Tempi.
Trovarmelo li' davanti, che mi racconta le ragioni per le quali lui, laureato in sociologia al Goldsmith College, immigrato di seconda generazione, decide di descrivere in musica la vita dei neri di Brixton, fa il suo bell'effetto. Racconta e declama, non canta Linton Kwesi Johnson.
Elegantissimo come sempre, con il bianco cappello e i modi da gentleman, a descrivere la brutalita' di polizia e National Front nei confronti del proletariato di colore. Fine anni '70. Petrol bombs contro piccole attivita' commerciali indipendenti aperte con enormi sacrifici, quelle che poi la Tesco avrebbe spazzato via senza troppi scrupoli. Noi le conosciamo queste realta' grazie ai film di Ken Loach. Lui c'era, vedeva tutto e trasformava quello che vedeva in poesia politica. Adesso solo a scrivere poesia politica sembra di farneticare, ci si sente dinosauri. Ma che poesia politica. Pret-a-porter e happy hour, coglione.
E invece no. Mi ha molto colpito la giovane Zena Edwards, che ha aperto la serata (prima di lasciare il palco al gruppo di Dennis Bovell, proprio lui, il leggendario produttore delle Slits). Lei fa poesia politica. Poesia femminista accompagnata da calimba, chitarra e sax. Una sorta di hip-hop politico africano, ma dal sapore molto molto urbano, attualissimo. Mi ha un po' ricordato Ursula Rucker, ma in versione piu' letteraria e colta.
Aggiungo solo che il concerto di Linton Kwesi Johnson faceva parte del festival East, che si e' svolto in East London questo fine settimana. Celebrazione della creativita' della zona di Londra nella quale sono felice di vivere.
[Linton Kwesi Johnson-More Time-Live in Paris]
Il momento migliore della performance, Linton Kwesi Johnson lo lascia alla fine. Incido dischi da trent'anni dice. In questi trent'anni grazie alla rivoluzione tecnologica la produttivita' e' aumentata come mai prima d'ora nella storia dell'umanita'. Eppure, non lavoriamo meno, lavoriamo piu' di prima. Qualcuno si prende il nostro tempo.
Parte More time. Piu' tempo per la creativita', piu' tempo per la famiglia, piu' tempo per gli affetti, piu' tempo per l'amicizia, piu' tempo per la poesia, piu' tempo per l'arte, piu' tempo per i bambini, piu' tempo per gli anziani, piu' tempo per le attivita' di comunita', piu' tempo per il volontariato, piu' tempo per leggere, piu' tempo per scrivere, piu' tempo per suonare, piu' tempo per andare in bicicletta, piu' tempo per starsene al sole, piu' tempo per passeggiare nei parchi pubblici, piu' tempo per comunicare, piu' tempo per partecipare.
Linton Kwesi Johnson, l'ho saputo ieri sera, e' uno dei due soli poeti viventi che la Penguin Classics ha pubblicato nel suo catalogo. Io invece lo scoprii sulle ruvide pagine in bianco e nero di Rockerilla, primi anni '80, quando la musica mica la scaricavi, e se volevi un disco andavi alla stazione, un'andata e ritorno per Milano per favore, facevi 45 minuti di treno, e provavi a vedere se Zabriskie Point aveva una copia di Dread beat an' blood. Che tempi. Che. Tempi.
Trovarmelo li' davanti, che mi racconta le ragioni per le quali lui, laureato in sociologia al Goldsmith College, immigrato di seconda generazione, decide di descrivere in musica la vita dei neri di Brixton, fa il suo bell'effetto. Racconta e declama, non canta Linton Kwesi Johnson.
Elegantissimo come sempre, con il bianco cappello e i modi da gentleman, a descrivere la brutalita' di polizia e National Front nei confronti del proletariato di colore. Fine anni '70. Petrol bombs contro piccole attivita' commerciali indipendenti aperte con enormi sacrifici, quelle che poi la Tesco avrebbe spazzato via senza troppi scrupoli. Noi le conosciamo queste realta' grazie ai film di Ken Loach. Lui c'era, vedeva tutto e trasformava quello che vedeva in poesia politica. Adesso solo a scrivere poesia politica sembra di farneticare, ci si sente dinosauri. Ma che poesia politica. Pret-a-porter e happy hour, coglione.
E invece no. Mi ha molto colpito la giovane Zena Edwards, che ha aperto la serata (prima di lasciare il palco al gruppo di Dennis Bovell, proprio lui, il leggendario produttore delle Slits). Lei fa poesia politica. Poesia femminista accompagnata da calimba, chitarra e sax. Una sorta di hip-hop politico africano, ma dal sapore molto molto urbano, attualissimo. Mi ha un po' ricordato Ursula Rucker, ma in versione piu' letteraria e colta.
Aggiungo solo che il concerto di Linton Kwesi Johnson faceva parte del festival East, che si e' svolto in East London questo fine settimana. Celebrazione della creativita' della zona di Londra nella quale sono felice di vivere.
[Linton Kwesi Johnson-More Time-Live in Paris]
Commenti
si tratta di in dub , quello con la copertina rossa uscito su Island mi sembra fosse il 1980 o giĆ¹ di li
un disco con ruvide versioni dub di brani usciti su precedenti albums mi sembra roba uscita su bass culture e forces of victory victorius dub con quei fiati ancora adesso mi fa venire i brividi
Grazie per la mail che sai, una bellissima sorpresa, complice quella creatura venuta dall'iperspazio che ben conosciamo.
Bellissimo post, come sempre.
Nicola
Il problema pero' e' che la "roba da bianchi" non sta producendo davvero nulla di interessante. Suona come pensiero estremamente debole, privo di energia. Qui a Londra per esempio impazza il mum rock, il rock che piace alle mamme. Adele, Duffy, quella merda li'. Addirittura hanno fatto uscire i loro dischi a ridosso della festa della mamma, che qui si celebra a inizio Marzo.
Del resto, un mio amico ha chiesto a un commesso di Buscemi quanti under-30 entrano ogni giorno. La risposta sai qual e' stata? Non piu' di uno.
Scusa, sto andando apparentemente OT, ma sono sicuro che mi puoi capire.
Di fronte a tutto cio', i vecchi dischi di LKJ teniamoli davvero stretti.
Nicola -
Anche a me ha dato l'impressione che questo tour l'abbia preso in modo un po' scazzato, niente a che vedere con l'intensita' insostenibile del tour di Blinking lights. Se non avessi visto gli Eels un paio di anni fa, oggi li avrei apprezzati certamente maggiormente.
Mi rendo sempre maggiormente conto del limite rappresentato dalla necessita', qui a Londra, di comprare i biglietti dei concerti con mesi di anticipo (dato che vanno sold out in poche ore). Il caso degli Eels e' emblematico: comprai di slancio il biglietto del loro concerto a Dicembre. Arrivato il momento di sentirli ero totalmente out of tune con la loro poetica. Ho provato a sintonizzarmi, ma la frequenza appariva molto disturbata.
Per cui non ci ho nemmeno scritto un post: un bel concerto il loro, ma che ha risuonato poco dentro di me.
La roba da bianchi
specialmente quella che sta arrivando dalla terra d'albione ultimamente ĆØ proprio piatta . Adele , bah , personalmente non mi dice nulla , ma ti posso dire che anche in Italia il disco vende e lo senti su Radio DeeJay ...... meglio cosi da una parte .
you know what i mean ? ;-)
x il resto io sto riscoprendo , assieme a mio figlio di quasi 11 anni che ĆØ praticamente una spugna desiderosa di cose " nuove" , un sacco di dischi vecchi : attualmente siamo nella fase Husker Du , prima solo Led Zeppelin e Clash . Sai quali sono gli ultimi CD che ho comprato ? Tea for the tillerman Cat Stevens , Led Zeppelin III , Harvest Neyl Young
Roba nuova non mi sembra proprio ci sia in giro molto a parte il nuovo di B Mould , che sarĆ anche un disco nuovo ma suona come suonavano Workbook , Black sheets of rain e gli Sugar . A proposito di over 30
leggiti questo articolo, quello sula dx , si intitola figli :
http://www.internazionale.it/sommario/
Non c'e' niente di male, intendiamoci. Sarebbe peggio se le persone smettessero di ascoltare musica. Come se la procurano e come l'ascoltano (perche' un PC non e' un hi-fi e un MP3 non ha la qualita' di un vinile) e' in fin dei conti secondario.
Pero' guarda, di una cosa sono felice. Di essere stato un quindicenne allora e non oggi. Viaggiare fisicamente per cercare un disco, scrivere lettere, passare ore in casa nell'attesa di una telefonata. Questi sono i miei ricordi e non li baratterei con tutti i download, le email e i telefonini satellitari del mondo.
anche io non scambierei i miei ricordi di adolescente x nulla al mondo e sono felice di esserlo stato in quegli anni altro che emule e tutta la tecnologia che ci circonda
E' fantastico perchĆØ non capisco assolutamente nulla di quello di cui parli, leggo e mi mancano completamente i riferimenti, quello che scrivi diventa quasi suono e ammetto per me dissonante. Una sensazione di totale ignoranza, una coscienza piĆ¹ propriamente, perĆ² mi hai acceso delle curiositĆ . Ho guardato solo alcuni post, richiedi attenzione e non si puĆ² andare in fretta. Magari scoprirĆ² che nell'archivio ci sono nascosti consigli sullo shopping o biografie della famiglia reale e mi ricrederĆ².
Non so se questo commento sia un complimento o un insulto, certo non vuole esserlo. E comunque grazie.
Vabbe intanto invecchiamo tutti, ma non sparate a zero sulla nuova generazione e sulla loro musica, modi di vivere,forse non avete piu' l'eta per comprendere. Come i vecchi 40/50 enni non avevano idea di cosa stavamo vivendo noi negli anni 80/90. PUNTO.
Niente apologie di famiglia reale, shopping, guerre, newlabour e SUV, puoi leggere dalla prima all'ultima riga :-)
Grazie per avermi lasciato il tuo commento, che trovo fantastico. E' musica dissonante London Calling, e se questo significa fuori dal coro, allora lo interpreto come un complimento. Il fatto di richiedere attenzione e' definitivamente voluto. La mia scuola e' stata Radio Popolare, dove ti chiedono a tutti i costi l'approfondimento. Le notizie flash dei Tumblr adoro leggerle ma non le so proprio scrivere.
Myriam -
A me sembra che P e io stiamo solo dicendo che non baratteremmo i nostri ricordi con questi modi di ascoltare musica, non mi pare che da questo tu possa concludere che non capiamo la musica di oggi. Leggo pur sempre Wire, mica Record Collector o Classic Rock. Non mi piace la musica mainstream di oggi (Adele Duffy Amy Winehouse James Blunt), ma non mi piace nemmeno la musica mainstream di ieri.
Dopodiche' abbiamo anche affermato che non baratteremmo i disagi che affrontavamo un tempo con le comodita' di oggi.
Guarda, ricordo un giorno (doveva essere il 1988, 20 anni fa) che sono partito da Voghera con il piede ingessato per una frattura, sono andato fino da Bootleg a Pavia (e sai quanto Bootleg distava dalla stazione, era dalla parte opposta della citta'). Feci spesa di dischi. Poi con il mio piede ingessato feci tutta la strada indietro fino alla stazione. Arrivato di ritorno in treno a Voghera, presi la corriera per andare a Salice Terme dove c'era una piccola radio (Radio Piu' RIP) dove trasmettevo un programma di musica indipendente che ricorderai. Arrivai in radio che ero stralunato, il male al piede era quasi insopportabile. Mi sedetti in studio, misi il primo disco e non sentii piu' nessun dolore. Tutto quello che ti ho raccontato duro' dalle prime ore del mattino fino a pomeriggio inoltrato, e ricordo che non smise per un istante di piovere.
Ora, 2008, nelle stesse condizioni sai cosa farei? Scaricherei i dischi e poi sempre standomene in casa al calduccio farei un podcast. Comodo eh, ma a me piace ricordare quel ragazzo magrolino col piede ingessato, con una passione per la musica che non la poteva fermare nessuno e che era piu' forte di ogni cosa.
Questo e' quello che dicevamo P e io, e mi sembra che c'entri poco con il fatto di capire o non capire i quindicenni di oggi, la loro musica e il loro modo di vivere, non sei d'accordo?
I giovani di oggi devono sbattersi tra migliaia di dischi mainstream per trovare la perla...anche loro hanno le loro difficolta, seppur seduti davanti al pc. Sono fortunati anche ad avere anche maggior facilita' ad avere rapporti diretti con gli artisti, che noi ci sognavamo. Non e' la difficolta che rende importante la musica, ok?
Poi i commenti del tipo che "bob Mould sia la cosa piu' interessante che ci sia in giro", ok magari per i vostri gusti, nel senso che non avete i gusti dei 20enni come i 50enni negli anni 80 avevano i gusti dei loro 20 anni, non capivano i Nirvana e ascoltavano solo con nostalgia i Black Sabbath...stesso discorso vale in questo blog.Fabio, devi riconoscere che "de gustibus." e non puo' piacerti tutto, come non ti piace la musica che i giovani ascoltano oggigiorno, che pensi sia un ciclo e riciclo di cose gia sentite, sono d'accordo con te ..ma forse si pone solo un orecchio un po stanco e poca attenzione, invece dedicando le notre passioni ed il nostro tempo solo agli artisti che ci interessano. Dico solo che forse siamo un po' "out" per dare dei giudizi sulla nuova generazione, le loro tendeze, le loro passioni. Ecco, non e' perche' non fanno fatica che non apprezzano o anche loro hanno le loro passioni.
Come mio padre che diceva " a i miei tempi sognavo di comprare dischi, ascoltavo solo la musica dalla radio e dovevamo imparare a memoria i pezzi per poi riprodurli con la chitarra del fratello maggiore.." ..capisci? anche noi avevamo grandi vantaggi sulla generazione passata e non per questo la nostra passione o il nostro amore della musica era minore. scusa per lo sfogo..
Io parlo per me, non per la mia generazione. Ho solo detto che sono contento dei miei ricordi, non ne faccio una questione di gusti musicali. E' un discorso molto diverso, introdotto da un articolo segnalato da P qui sopra, che ti invito a leggere.
Adele e Duffy non mi piacciono, ma esattamente come non mi piacevano negli anni '80 i Duran Duran e gli Spandau Ballet per i quali la mia generazione impazziva.
C'e' chi, beato lui, ama il rancio che passa alla radio, e chi invece cerca qualcos'altro. C'era allora e c'e' oggi.
Fin qui tutto uguale. Quello che cambia e' la modalita' tecnica che si usa per acquistare e riprodurre la musica. A me piace acquistare la musica col suo supporto fisico fatto di copertina, libretto, testi, note, foto, ecc. Cosi' come mi piace comprare libri. Non scaricherei mai una pila di fogli A4, cosi' per la stessa ragione non scarico musica.
Ma si tratta di gusti, ognuno esprime i propri. Ripeto, il nostro era un discorso personale, legato a ricordi, non una dichiarazione di superiorita' di questa o quella generazione, questa o quella razza, ecc.
Mi sono spiegato un pochino?
e poi, la maggior parte dell'ascolto della musica di noi 40/50enni non viene fatto via i-pod/mp3?..forse sono l'unica ad non usarlo ancora,non mi ci trovo come odiavo chi andava in giro con il lettore di cassette e cuffie.
Rinvio il discorso davanti alla "famosa" tazza di the. ;)
Tra me e Fabio ĆØ nata una riflessione sul come ora ci sia modo di fruire della musica rispetto al passato e le cose che io lui eravamo disposti a fare x avere i dischi che cercavamo, lungi da noi l'atteggiamento ( come diceva mio nonno ) che i fossi li saltavamo per il lungo .
Sulla vendita diretta per corrispondenza non potresti trovarmi piu' d'accordo con te. Compro ormai quasi tutto online anch'io oggi. L'impreparazione di molti commessi di negozi cosiddetti indipendenti e' impressionante. Selectadisc tanto per non fare nomi.
Tra il grammofono e il lettore CD, sono costretto ancora una volta a risponderti sul piano individuale. Per me sono ancora oggi insuperati gli amplificatori valvolari e i giradischi degli anni '70, e lo dico perche' in me evocano ricordi. Forse mio nonno ti risponderebbe il grammofono, e il figlio di P il lettore MP3. Non esiste un meglio e un peggio oggettivo, dipende da quello che ti evoca un oggetto. Io sono ancora legato alle cassette per esempio.
Proseguiremo davanti a una tazza di te' bianco alla cannella, fair trade naturalmente.
P -
Non si tratta di invecchiare o meno, perche' bisogna ricorrere a queste categorie? Io sto ascoltando in questo momento Daniel Figgis, ma magari tra un'ora staro' sentendo Sun Ra e stasera a casa cucinando sentiro' Gudrun Gut e poi prima di coricarmi un vecchio Sakamoto. E' bello spaziare, senza preoccuparsi troppo di dove la musica e' stata prodotta o quando, seguire l'istinto del momento.
Amo la radio, ad un certo punto mi ha cambiato la vita, in senso proprio non figurato. Ma sono di un'ignoranza nmusicale assoluta. E poi sono romana e Radio Popolare me la sono sempre persa, ahimĆØ. Ora provo a cercare su internet e a capire se riesco ad ascoltarti.
Nicola