Next stop happiness

Che si tratti di disco music italiana, ritmi in levare giamaicani, no wave neyorkese, ethio-jazz o afro-beat, le raccolte Strut sono garanzia di assoluta eccellenza.

Non fa eccezione alla regola questa rassegna dedicata a uno dei patrimoni musicali piu' gioiosi del pianeta, la township music sudafricana, altresi' nota come mbaqanga.

Musica dalle origini rurali, la mbaqanga divenne nel corso degli anni '60 e '70 il suono del sottoproletariato urbano di colore di Johannesburg, alle prese con leggi razziali sempre piu' spietate.

Sembra impossibile che gli anni '60, che si aprirono con il massacro di Sharpeville e proseguirono con l'imprigionamento di Nelson Madela e la precipitosa fuga dal Paese di Miriam Makeba e Hugh Masekela (suonare dal vivo e danzare divenne molto problematico per la popolazione di colore), abbiano potuto dare vita a una musica che e' pura celebrazione e espressione di gioia di vivere.

E' la stessa musica che ispiro' a Paul Simon il capolavoro Graceland, che introdusse al mondo i magnifici Ladysmith Black Mambazo, che insieme a Mahlathini e alle Mahotella Queens (presenti in questa raccolta) sono le voci piu' popolari della mbaqanga.

Next stop... Soweto e' una raccolta importante per almeno due motivi. Il primo e' la qualita' straordinaria delle note di copertina (un lungo articolo firmato da David Coplan, antropologo e autore di In township tonight! Three centuries of South African black city music and theatre). Il secondo e' il fatto che finalmente ci si confronta con un patrimonio musicale che esula dai soliti territori (Nigeria e Ghana soprattutto) cosi' saccheggiati in questi ultimi anni.

Questo e' il mio consiglio d'ascolto per questo fine settimana, a chi passa di qui. Preparatevi ad abbandonarvi a un suono fatto di fiati suonati in modo ritmico, chitarre cristalline, canti corali.

E siamo solo all'inizio: la Strut ha gia' annunciato altri due volumi.

Pura gioia di vivere espressa con freschezza e generosita'. Un disco fantastico.

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