Vampire weekend
Questo fine settimana, come da tempo preannunciato, hanno definitivamente chiuso le salette per cinefili al quarto piano del Barbican. Lo so, ne sto parlando da molto, vi sto probabilmente annoiando con le mie lamentele, ma essendo il Barbican il mio sostituto della televisione (come da questo post vintage che scrissi nel 2005, dieci giorni dopo essermi trasferito nel piccolo appartamento dal quale sto scrivendo), e' come se mi avessero oscurato un paio di canali, e guarda caso proprio i miei preferiti.
L'ultimo mese e' stato pero' eccellente, con la retrospettiva dedicata alle collaborazioni tra Roman Polanski e Krzysztof Komeda, della quale vi ho gia raccontato in questo post e in questo.
Dance of the vampires (1967), che ha concluso la rassegna, pur essendo un film certamente minore nella filmografia del regista polacco, e' pero' una pellicola piuttosto divertente. E' la storia, ambientata in una Transilvania ricostruita qui a Londra, di un professore e del suo assistente (interpretato da Polanski) che per salvare la figlia (interpretata da Sharon Tate) del gestore di una taverna, finiscono prigionieri nel castello di un conte vampiro.
Visione interessante soprattutto per fare la conoscenza di un frammento di anni '60 ancora molto ingenuo, che avrebbe pero' anticipato di poco la fine dell'innocenza.
Uscendo dal mio cinemino locale per l'ultima volta, scatto qualche foto. Chiudono le librerie, i negozi di dischi, i cinema indipendenti. Questa citta' sta diventando sempre piu' grigia e uniforme.
L'ultimo mese e' stato pero' eccellente, con la retrospettiva dedicata alle collaborazioni tra Roman Polanski e Krzysztof Komeda, della quale vi ho gia raccontato in questo post e in questo.
Dance of the vampires (1967), che ha concluso la rassegna, pur essendo un film certamente minore nella filmografia del regista polacco, e' pero' una pellicola piuttosto divertente. E' la storia, ambientata in una Transilvania ricostruita qui a Londra, di un professore e del suo assistente (interpretato da Polanski) che per salvare la figlia (interpretata da Sharon Tate) del gestore di una taverna, finiscono prigionieri nel castello di un conte vampiro.
Visione interessante soprattutto per fare la conoscenza di un frammento di anni '60 ancora molto ingenuo, che avrebbe pero' anticipato di poco la fine dell'innocenza.
Uscendo dal mio cinemino locale per l'ultima volta, scatto qualche foto. Chiudono le librerie, i negozi di dischi, i cinema indipendenti. Questa citta' sta diventando sempre piu' grigia e uniforme.
Commenti
JC
Non ho mai visto Macbeth secondo Polanski, ma e' in lista, soprattutto dopo aver letto che fu proprio ispirato dall'omicidio di Sharon Tate. Terro' gli occhi aperti, perche' voglio vederlo in qualche rassegna, su grande schermo.
JC -
Molto d'accordo, e tra l'altro singolare il fatto che entrambi, Komeda e la Tate (principali ragioni di interesse per vedere questo film), scomparvero poco dopo il completamento della pellicola.
La sua colonna sonora migliore secondo me resta quella di Rosemary's baby, ma in questa ci sono intuizioni che verranno riprese in modo piuttosto evidente dagli Stereolab.
Su Komeda, invece, Musica Jazz pubblicĆ² un articolo piuttosto approfondito nel novembre 1997; e poi nell'aprile 2000 lo stesso autore (Angelo Leonardi) recensƬ i dieci album della Power Bros, che dal sito dell'etichetta (http://www.powerbros.com.pl/komeda_dg.html) parrebbero tuttora ordinabili ma a prezzi non proprio bassi. Invece il cofanetto di quattro ellepƬ della Poljazz (recensito dieci anni prima da Musica Jazz) credo non si trovi piĆ¹, se non nel mercato dei collezionisti. Comunque ti ho fotocopiato i tre pezzi di Musica Jazz: ricordami di darteli la prossima volta che ci vediamo.
Ho visto che i dischi di Komeda si trovano a un prezzo leggermente piu' basso sul sito della tedesca Fenn Music:
http://www.fenn-music.de.