Sonic youth
Mi ci sono imbattuto per caso, scendendo da Hampstead a Camden, domenica pomeriggio. Impossibile non lasciarsi tentare, e andarlo a rivedere per quella che credo sia la decima volta. A bout de souffle e' come Kind of blue, Il giovane Holden e i quadri di Hopper: li conosci a memoria e pero' ogni volta ti lasciano senza parole.
Impossibile scrivere qualsiasi cosa di originale, e allora mi affido alle parole della dalla direttrice del dipartimento di studi cinematografici del King's College (ormai di casa qui in Engadina):
Godard's violent attack on the cinema de papa gave modern cinema new cultural legitimacy. His other stroke of genius was to fashion Jean-Paul Belmondo and Jean Seberg as the new romantic couple: desperate, amoral, nonchalant and so cool.
Impossibile scrivere qualsiasi cosa di originale, e allora mi affido alle parole della dalla direttrice del dipartimento di studi cinematografici del King's College (ormai di casa qui in Engadina):
Godard's violent attack on the cinema de papa gave modern cinema new cultural legitimacy. His other stroke of genius was to fashion Jean-Paul Belmondo and Jean Seberg as the new romantic couple: desperate, amoral, nonchalant and so cool.
E a quelle di Richard Brody, autore della biografia di Godard Everything is cinema:
It seemed like a combination of jazz and philosophy - in its context, its style, its attitudes. It made filmmaking the art of the age; smart, creative young people suddenly wanted to direct the great movie the way they'd wanted to write the great novel.
La grandezza di A bout de souffle, sta tutta in questa riscrittura della relazione romantica, che si trasforma magicamente in affresco universale di un'epoca radicale e irripetibile.
Ancora una volta, sono uscito dal cinema profondamente scosso e immensamente felice.
Commenti
JC MEREGHETTY
e comunque Jean Seberg batte Anna Karina 4 - 0, secondo me.
JC Mereghetty mi ha fatto schiantare dal ridere di prima mattina, grazie!
wow!
JC sull'orlo di una crisi di fame
Certo che se quando moriremo sezioneranno il nostro cervello i medici che faranno l'autopsia si divertiranno un mondo a studiare i cortocircuiti sinaptici inutili che si sono venuti a creare in questi anni.
In mancanza di una vita decente, mi sto specializzando in sincretismi psichici del tutto insignificanti e probabilmente controproducenti.
JC CRETINETTY
Delle volte vorrei fare un erase all. Rip it up and start again.
Un punk della mente, che porti via la ruggine di contaminazioni che dopo i 40 iniziano a accumularsi al di la' di ogni razionale controllo.
Un Viakal, un Calfort, un Idraulico Liquido, robe cosi'.
- sempre meno voglia di lavorare
- sempre meno pazienza con la
stupiditĆ umana (non che
prima...)
- sempre meno voglia di ingoiar
rospi
PArlavo giusto giusto ieri sera di fronte a una pizza con la mia signora, prima di non vedere gli Zu (nel snso che non mi interessano: ero lƬ per l'opening act), dicevo, ho deviso di dividere la mia vita in "minor issues" e "major issues". Le seconde valgono ogni goccia di sudore & fatica & passione. IL resto conta zero, e non vale la pena dello sbattimento. E' un'estensione della politica del "Y bother" che applico da che sono nel mondo del lavoro...
fin qui funziona. quando tocco terra, ti racconto...
JC Punchin' Judas
A proposito di lavoro, qualche tempo fa qui dove lavoro io c'era un ragazzo che ti assomigliava molto (assomigliava a te 25enne almeno). Alto e un po' Jon Spencer.
Lavorava in segreteria, ed era sempre efficentissimo e molto professionale, ma te lo immaginavi la sera suonare cover dei Gun Club nel retro di oscuri pub di Camden.
Un giorno mi misi a parlare e scoprii che era uno scrittore pubblicato. Mi regalo' anche una copia del suo libro.
Poi un giorno scomparve. Chissa' che fine ha fatto, spero per lui che stia bene e che non debba piu' lavorare in qualche segreteria per pagarsi la spesa da Tesco.
Negli anni, qui e a Chicago, ho conosciuto persone fantastiche che lavoravano in call centre, ragazzi che mi trattavano con deferenza quando andavo a fare loro briefing di ricerca e che, ho sempre pensato, se avessi 20 anni di meno sarebbero buoni amici con i quali condividere passioni.
Credo che il rapporto sano con il lavoro sia quello, e sono contento di non esserci molto distante. Un mezzo, una necessita', un dovere. Ma mai lavorare piu' di quello che serve per vivere.
La vita e' la' fuori, non certo qui dentro. Questo e' un male necessario, da trattare come tale, restando molto indipendenti.
Dicendo si', pensando no.
E, insomma, quel tuo collega era un vero figo... ;D
JC flying high
eh..una versione alta di Jon Spencer e per lo piu' scrittore? damn con sto pomeriggio gia' caldo, mi vuoi fare svenire sulla scrivania, vero?
Uh ..mi vergogno tanto tanto ma non ho visto ne Pierrot le Fou e ne A bout de souffle, ok ok compro il "coffret" quando vedo Christelle che ha gli sconti Fnac. Personalmente trovo Anna Karina piu' donna, piu' vera,
Voila:
http://www.youtube.com/watch?v=IYolxiu1wxQ
Nel senso che, se lavori duro, prima o poi qualcosa ottieni, e se poi arriva anche un colpo di pofrtuna tanto meglio.
Ma quella, da sola, mica basta. Mi ricodo un'intervista con Tom Waits, sarĆ stato il 1987, in cui alla domanda "Credi nela fortuna?" rispondeva - vado a memoria, ma il seno ĆØ quello - "occorre, ma la milgiore ĆØ quella che ti fai da solo." Splendido. Vero.
Mi rasserena, ricordare una cosa del genere nel turbinare del quotidiano.
"quiffy" JC
Olivier mi diceva che A bout de souffle l'ha visto molti anni fa e non se lo ricorda piu'. Ed essendo Belsize Park non lontanissimo da dove vivete, potete abbinare passeggiata e film nel fine settimana no?
JC -
Se sai quello che vuoi, come Tom Waits, si'. Se non lo sai, o se cambi idea ogni 5 minuti, come nel mio caso, nemmeno la fortuna serve.
Pero' mi e' capitato abbastanza spesso e per caso di essere felice proprio quando mi ero ormai convinto che la felicita' si fosse dimenticata della mia presenza sulla Terra, come io della sua.
E godersi la vista dall finestra no, eh? ;D
JC
La prima e' che lo stare tranquilli a guardare la vita scorrere dipende probabilmente dall'indole e dall'educazione ricevuta (soprattutto dagli esempi che hai avuto attorno nei primi anni di vita, immagino): io non credo di esserne ontologicamente capace, anche se si', ogni tanto farebbe un gran bene.
La seconda, come ti dicevo in palese contraddizione con la prima, e' che la ricerca della felicita', come ho gia' affermato altre volte qui in Engadina, e' secondo me un dovere, sociale prima ancora che individuale.
Solo se sei felice e in equilibrio e armonia con te stesso, puoi rendere felici le persone attorno a te: quelle che ami, quelle che sei costretto a incontrare spesso, quelle con le quali parli una volta e poi non vedi piu'.
Il problema e' che, se posso parlare per me, spesso la ricerca della felicita' mi ha reso molto infelice.
Per cui boh. Confusione a mille, come sempre.
JC prophet juno 5
Poi c'e' chi non ne e' consapevole, ma la consapevolezza e' una conquista difficile da conseguire, e spesso non porta da nessuna parte.
Appunto, siamo umani.
A philosophical and jazzy FB