Lorella Zanardo, Il corpo delle donne (Feltrinelli, 2010)
Conoscerete tutti l'interessante documentario di Lorella Zanardo che racconta dell'umiliazione imposta dalle televisioni commerciali alla dignita' della persona, e il suo blog nel quale tematiche di genere sono sviluppate e dibattute.
Ho trovato molto interessante anche il libro nel quale l'autrice racconta la genesi del documentario e le reazioni che ha suscitato.
In particolare, il saggio prende una piega interessante dopo circa 150 pagine, quando prende le distanze dall'analisi puntuale e inizia a muoversi su un terreno piu' libero, fatto di implicazioni ad ampio spettro: sulle conseguenze di un pensiero troppo acquiescente e tollerante, e sui percorsi che ciascuno di noi puo' intraprendere per vivere una vita consapevole e altra.
Mi e' piaciuta soprattutto la capacita' di far stare insieme diverse prospettive (razionale, emozionale, spirituale), tutte fondamentali per comprendere la realta' in modo ricco e completo.
Accettiamo che il progetto di un nuovo modo di concepire la vita richiede tempo, condizioni propizie, calma, silenzio e un ambiente protetto. Solo cosi' saremo in grado di dare il benvenuto al mondo.
E' un fatto curioso che la vita chieda a volte periodi di raccoglimento, anche lunghi, per maturare dentro di noi quei cambiamenti che ci permettono poi di aprirci al mondo in modo non banale, di dare un senso non scontato ad esperienze e incontri. Di vivere la vita con intensita', impedendo che si trasformi in una sequenza di giorni senza identita'.
Non so se anche a voi e' successa la stessa cosa, ma dopo avere letto le ultime 50 pagine mi sono ritrovato a pensare che tutta la prima parte del libro, per quanto centrale, sia in fondo analisi propedeutica per una riflessione profonda sul nostro ruolo nei processi di trasformazione.
E' tempo di dare spazio ai sentimenti, ai sensi e allo spirito. Si', ma ho l'impressione che sia il punto di arrivo di un percorso non sempre agevole, che richiede disciplina e concentrazione, e che consente di raggiungere un bell'equilibrio tra partecipazione e raccoglimento.
Mi ha emozionato che il libro a un certo punto citi il lavoro di due collaboratrici della prima ora di Engadina Calling, lei e lei, che saluto sperando di potere incrociare ancora presto i nostri percorsi.
Ho trovato molto interessante anche il libro nel quale l'autrice racconta la genesi del documentario e le reazioni che ha suscitato.
In particolare, il saggio prende una piega interessante dopo circa 150 pagine, quando prende le distanze dall'analisi puntuale e inizia a muoversi su un terreno piu' libero, fatto di implicazioni ad ampio spettro: sulle conseguenze di un pensiero troppo acquiescente e tollerante, e sui percorsi che ciascuno di noi puo' intraprendere per vivere una vita consapevole e altra.
Mi e' piaciuta soprattutto la capacita' di far stare insieme diverse prospettive (razionale, emozionale, spirituale), tutte fondamentali per comprendere la realta' in modo ricco e completo.
Accettiamo che il progetto di un nuovo modo di concepire la vita richiede tempo, condizioni propizie, calma, silenzio e un ambiente protetto. Solo cosi' saremo in grado di dare il benvenuto al mondo.
E' un fatto curioso che la vita chieda a volte periodi di raccoglimento, anche lunghi, per maturare dentro di noi quei cambiamenti che ci permettono poi di aprirci al mondo in modo non banale, di dare un senso non scontato ad esperienze e incontri. Di vivere la vita con intensita', impedendo che si trasformi in una sequenza di giorni senza identita'.
Non so se anche a voi e' successa la stessa cosa, ma dopo avere letto le ultime 50 pagine mi sono ritrovato a pensare che tutta la prima parte del libro, per quanto centrale, sia in fondo analisi propedeutica per una riflessione profonda sul nostro ruolo nei processi di trasformazione.
E' tempo di dare spazio ai sentimenti, ai sensi e allo spirito. Si', ma ho l'impressione che sia il punto di arrivo di un percorso non sempre agevole, che richiede disciplina e concentrazione, e che consente di raggiungere un bell'equilibrio tra partecipazione e raccoglimento.
Mi ha emozionato che il libro a un certo punto citi il lavoro di due collaboratrici della prima ora di Engadina Calling, lei e lei, che saluto sperando di potere incrociare ancora presto i nostri percorsi.
Commenti
Per arrivarci non so però se occorra disciplina: sicuramente concentrazione, ma per il resto credo più capacità di ascoltarsi.
Sono molto contenta che il lavoro di Lorella ti sia "arrivato", a conferma (ce ne fosse bisogno) che non è un caso se i nostri tre blog si incrociano ormai da tempo.
Il testo e' fortunatamente non scientifico e soprattutto non pedante. Non pretende di illustrare la totalita' dei casi, ma di fornire esempi paradigmatici.
E' un saggio contemporaneamente leggero e di spessore, scritto molto bene, con il quale e' facile entrare in relazione.
Mi piacerebbe conoscere Lorella, spero di averne l'occasione. E bellissimi (e riconoscibili nello stile) i suoi ritratti da te scattati.
Non è un caso che i nostri blog continuino ad intrecciarsi, di questo sono convinta, Fabio. E ringrazio te e Laura anche di questo.