# 1465
Una prospettiva davvero interessante sul tema della decrescita, anzi della a-crescita (crescita della qualita' del vivere mentre decrescono i consumi), la propone Mauro Gallegati su sbilanciamoci.com, ripreso oggi da Micromega.
Gallegati suggerisce di superare l'interpretazione della disoccupazione come tragedia individuale, grazie all'introduzione di un reddito di cittadinanza, finanziato con la fiscalita' esercitata sui proprietari dei mezzi di produzione e sui rentiers finanziari, colpendo pesantemente il consumo di beni voluttuari e non necessari.
L'erogazione del reddito di cittadinanza, secondo questa prospettiva, andrebbe condizionata al principio della produzione e del consumo socialmente utili, che seriverebbe a ri-indirizzare i consumi verso produzioni etiche e locali.
E conclude la sua riflessione con un invito ampiamente condivisibile: "Non guardiamoci indietro: e' poco interessante, se non altro perche' ci siamo gia' stati".
Ricordiamoci soprattutto che quella che stiamo vivendo non e' una crisi (termine improprio e che fa solo l'interesse della classe egemone), ma una ri-distribuzione della ricchezza prodotta a vantaggio di una classe di super-ricchi. Tale classe va eliminata attraverso l'imposizione di un'elevatissima fiscalita' sui beni di lusso, per riportare al centro dell'azione politico-economica l'interesse sociale e collettivo.
Gallegati suggerisce di superare l'interpretazione della disoccupazione come tragedia individuale, grazie all'introduzione di un reddito di cittadinanza, finanziato con la fiscalita' esercitata sui proprietari dei mezzi di produzione e sui rentiers finanziari, colpendo pesantemente il consumo di beni voluttuari e non necessari.
L'erogazione del reddito di cittadinanza, secondo questa prospettiva, andrebbe condizionata al principio della produzione e del consumo socialmente utili, che seriverebbe a ri-indirizzare i consumi verso produzioni etiche e locali.
E conclude la sua riflessione con un invito ampiamente condivisibile: "Non guardiamoci indietro: e' poco interessante, se non altro perche' ci siamo gia' stati".
Ricordiamoci soprattutto che quella che stiamo vivendo non e' una crisi (termine improprio e che fa solo l'interesse della classe egemone), ma una ri-distribuzione della ricchezza prodotta a vantaggio di una classe di super-ricchi. Tale classe va eliminata attraverso l'imposizione di un'elevatissima fiscalita' sui beni di lusso, per riportare al centro dell'azione politico-economica l'interesse sociale e collettivo.
Commenti