La creazione di posti di tempo libero



A me continua a sembrare che la sinistra e il sindacato stiano facendo un madornale errore di prospettiva. Combattendo una battaglia che oltre a essere perduta in partenza e' pure di retroguardia. Del tutto anacronistica, almeno per come vedo le cose io.

Provo a spiegarmi.

E' una grande sciocchezza pensare al lavoro come fine: "se c'e' piu' lavoro stiamo tutti meglio".

Se c'e' piu' lavoro, in realta' stiamo tutti peggio, perche' lavorare, anche quando il lavoro che fai ti piace (e capita a una esigua minoranza di lavoratori), e' comunque una pratica che in genere ti costringe a rispettare orari imposti da altri, avere a che fare con persone con le quali non hai scelto di condividere una stanza per 10 ore al giorno, subire rumori e in alcuni casi odori molesti, stare al chiuso quando c'e' un bel sole, ecc.

L'obiettivo dev'essere creare meno lavoro. E piu' tempo libero. E il poco lavoro necessario alla societa' dividerlo tra tutti in parti il piu' possibile uguali. Cosi' come si dovrebbe dividere in parti uguali il prodotto dei processi produttivi. Il quale non ha piu senso, nel ventunesimo secolo, che si divida ancora in tre parti antagoniste (profitti, rendite e salari), in funzione dei rapporti di forza tra le parti sociali. 

Se oggi serve meno lavoro per produrre quello che prima si produceva con tanto, e' assurdo prevedere che i posti di lavoro possano aumentare, non vi pare? 

Ma vi sembra che la produttivita' di un impiegato, con tutte le tecnologie introdotte negli ultimi 30 anni, possa essere la stessa di un impiegato di 30 anni fa? E con la crescente automazione dei processi produttivi e il decentramento produttivo, vi sembra che abbia senso aspettarsi un aumento dell'occupazione nel settore industriale? 

Serviranno sempre meno impiegati, anche intellettuali, e sempre meno operai. Qualche giorno fa leggevo che ormai le banche hanno automatizzato tutti gli investimenti. Quando un titolo ha un determinato andamento, un programma automaticamente compra o vende quel titolo, senza intervento umano, semplicemente in base a un algoritmo... Si chiama algotrading... Gli aerei eseguono le manovre di decollo e di atterraggio ormai quasi automaticamente, guidati da strumenti che interagiscono con quelli di terra... E la diffusione delle stampanti 3D, quanti posti di lavoro rendera' superflui (dalla manifattura ai trasporti)?

I posti di lavoro possono solo contrarsi ulteriormente, per le premesse di cui sopra. Smettiamo di restare a bocca aperta ogni volta che l'Istat dice che aumenta la disoccupazione. Assumiamolo come un dato di fatto. Accettiamolo e andiamo avanti. 

Parliamo di come distribuire i profitti, invece. E di reddito minimo di cittadinanza. E di rotazione del lavoro ancora necessario. E, in primis, di riduzione dell'orario di lavoro per tutti a parita' di salario.

Ecco quello che vorrei sentire dire dalla sinistra e dai sindacati. Ma fino a quando scenderanno in piazza chiedendo piu' lavoro (in genere piu' lavoro di merda), non si otterra' nulla di reale valore (tempo libero).

Vanno chiesti piu' diritti e una migliore distribuzione della ricchezza. E meno lavoro, per tutti.

Commenti

Anonimo ha detto…
riduzione di ore lavorate a paritĆ  di salario lo chiedeva Bertinotti quand'era al governo. Non l'ha ottenuto, ci ha fatto una crisi e ci siamo poi trovati il nano e le sue ballerine.
Su quali basi si dovrebbe ridistribuire il reddito tra chi non partecipa a produrlo? se mi parli di ridurre le differenze di stipendio tra manager e operai sono daccorod, ma stiamo parlando di gente che lavora, non di chi non lavora.
Temo che il reddito di cittadinanza in Italia si tradurrebbe in una pensione gratuita a chi non ha voglia di lavorare; piuttosto preferisco un buon reddito di disoccupazione, a decrescere nel tempo e con formazione obbligatoria. Il lavoro serve non solo a portare a casa uno stipendio ma anche a dare un ruolo sociale, a riempire le giornate e tenere lontano dalla depressione. Non per niente i disoccupati li trovi spesso al bar o fuori dallo stadio.
Preferirei piĆ¹ lavoro per tutti in questo periodo, ma non vedo buone prospettive.
ciao
Auro
Fabio ha detto…
Il punto e' proprio che tutti dovrebbero avere la possibilita' di contribuire col proprio lavoro, cosa che adesso non accade.

La disoccupazione e' il risultato, evitabilissimo, di una distribuzione sbagliata del lavoro.

Negli ultimi 70 anni la produttivita' e la ricchezza si sono moltiplicate 5 volte, grazie a un progresso tecnologico senza precedenti nella storia.

Ma che senso ha avuto inventare macchine che fanno il nostro lavoro, computer velocissimi, sistemi di comunicazione impensabili fino a pochi anni fa, se siamo ancora legati al paradigma della settimana di 40 ore (che per molti diventano in realta' molte di piu')?

Passando dalla settimana di 40 a quella di 36 a parita' di salario, e' stato calcolato che anche grazie all'effetto moltiplicatore illustrato da Keynes nella Teoria Generale, in Italia tra settore pubblico e privato si potrebbe generare un milione di posti di lavoro in piu'.

Se poi per arrivare alla piena occupazione si dovesse adottare, come prevedeva sempre Keynes, una settimana di 15 ore con turni di 3 ore, ma che ben venga!

Vorrebbe dire che l'uomo si sarebbe affrancato dalla catena del lavoro.

E io non credo che sarebbero molti quelli che si rimbesuirebbero in modo abbruttente al bar o col telefonino o guardando dal buco della serratura di Facebook, ecc.

Con tanto tempo a disposizione sono convinto che molti si appassionerebbero di musica, arte, cinema: inzierebbero a dipingere, studierebbero una lingua, scriverebbero racconti, progetterebbero programmi da condurre alla radio, si dedicherebbero a passeggiare in bicicletta nel verde, ecc.