255/ Consapevolezza e indipendenza.
Oltre alla difficoltà di comunicare se stessi, esiste la difficoltà suprema di essere se stessi. Quest'anima, o vita dentro di noi, non è affatto in accordo con la vita fuori di noi. Se si ha il coraggio di chiederle cosa pensa, dice sempre l'esatto contrario di quello che dicono gli altri.
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L'uomo consapevole di se stesso diventa indipendente; non si annoia mai, la vita è troppo breve ed è intrisa di una felicità profonda ma temperata. Egli solo vive, mentre altri uomini, schiavi della cerimonia, lasciano scorrere la vita in una specie di sogno.
Una volta si conformano, una volta fanno quello che fanno gli altri perché si fa così, e una letargia si impossessa di tutti i nervi e delle facoltà più sottili dell'anima. Tutto diventa spettacolo esteriore e vuoto interiore; la vita diventa spenta, insensibile e indifferente.
Virginia Woolf, The common reader.
L'unica indipendenza, sembra suggerire Virginia Woolf, è figlia di una consapevolezza profonda. Il portato di questa consapevolezza è l'appagamento dei nostri bisogni più profondi e sottili. Il risultato finale è una vita ben vissuta perchè poggia sulla conoscenza di chi siamo, con una direzione di marcia autonoma e obiettivi autodeterminati.
Siamo capaci di raggiungere quella consapevolezza? Sappiamo essere davvero indipendenti?
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