Lunedi' 22 Novembre 2004: Kings Of Leon
AHA SHAKE HEARTBREAK (Hand Me Down).
Il nuovo Kings Of Leon segue il successo davvero imprevisto dell’esordio “Youth and Young Manhood” (mezzo milione di copie nel Regno Unito) e diciotto mesi di ininterrotto tour. Il loro suono non e’ cambiato: southern rock suonato con urgenza punk. La versione rurale degli Strokes, li si potrebbe definire, capace anche di rievocare il post-punk di Seattle. E tutto il suo immaginario fatto di Fender, Super-fuzz, amplificatori Marshall, Levi’s anni ’70 e camicie di flanella. Il quartetto di Nashville racconta scontate, misogine storie di groupies (“madri che cercano oro, troppo per i ragazzi poveri”) e bellezze in jeans “con facce da motel”. Se pero’ si prendono le distanze dai testi spazzatura, quello che rimane e’ un suono rock-blues rivisitato e reso attuale (“Pistols of fire”, “The bucket”, “Four kicks”). Non male anche le tracce meno concitate (“Milk”, “Day old blues”).
Il nuovo Kings Of Leon segue il successo davvero imprevisto dell’esordio “Youth and Young Manhood” (mezzo milione di copie nel Regno Unito) e diciotto mesi di ininterrotto tour. Il loro suono non e’ cambiato: southern rock suonato con urgenza punk. La versione rurale degli Strokes, li si potrebbe definire, capace anche di rievocare il post-punk di Seattle. E tutto il suo immaginario fatto di Fender, Super-fuzz, amplificatori Marshall, Levi’s anni ’70 e camicie di flanella. Il quartetto di Nashville racconta scontate, misogine storie di groupies (“madri che cercano oro, troppo per i ragazzi poveri”) e bellezze in jeans “con facce da motel”. Se pero’ si prendono le distanze dai testi spazzatura, quello che rimane e’ un suono rock-blues rivisitato e reso attuale (“Pistols of fire”, “The bucket”, “Four kicks”). Non male anche le tracce meno concitate (“Milk”, “Day old blues”).
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