Uno si sveglia col sole, si mette a fare colazione in terrazzo ascoltando il primo Buffalo Springfield, e all'improvviso si imbatte in queste parole
Prima ci sono la curiosita', la divinazione, la sete di confessioni. La fame dell'altro, l'attrazione per i suoi sotterranei. Decifrato il segreto arrivano le parole, spesso pretenziose e categoriche, che dissezionano, stabiliscono, classificano. Tutto diventa comprensibile e rassicurante. Allora puo' cominciare la routine di una relazione o di una indifferenza. Il mistero dell'altro e' addomesticato. Il suo corpo e' ridotto a una meccanica carnale, piu' o meno desiderabile; il suo cuore a un inventario di reazioni prevedibili.
In realta' questa fase e' una specie di assassinio, perche' uccidiamo quella creatura infinita e inesauribile che abbiamo incontrato. Preferiamo aver a che fare con una costruzione verbale piuttosto che con un essere vivente.
- Andrei Makine, La donna che aspettava.
In realta' questa fase e' una specie di assassinio, perche' uccidiamo quella creatura infinita e inesauribile che abbiamo incontrato. Preferiamo aver a che fare con una costruzione verbale piuttosto che con un essere vivente.
- Andrei Makine, La donna che aspettava.
Cosi' uno si ferma a guardare nello spazio vuoto tra la Shakespeare Tower del Barbican e la cupola di San Paolo, con la fetta di pane e marmellata sospesa a mezz'aria e pensa tra se' e se' :"La prossima volta...
Commenti
Claudia
Non ho ancora ritrovato la necessaria luciditĆ mentale per commentare come si deve i tuoi ultimi densi post. Posso solo dirti che mi fanno bene e ringraziarti per questo. A presto
Altro gioiello ĆØ "Burned"...Young scrive in proposito: "My first vocal ever done in a studio (late 1966)" e: "the boys gave me uppers to get my nerves up. Maybe you can hear that"...
in effetti la voce ĆØ tiratissima...
quelle che diciamo, scelte appositamente per rivelare piu' che per comunicare, e che non vogliamo Ascoltare.
quelle che leggiamo, impresse col fuoco nella memoria o sbiadite e confuse nello sfondo di un mondo che passa, simbolo di quello a cui scegliamo di non prestare attenzione.
quelle che ascoltiamo, a cui associamo il significato enciclopedico, ipnotizzati dal suono, mai pronti a sentirne la vera semantica, l'intenzione primaria.
dice artemisia:
Spremo il mio succo in parole. Troppe. Il tentativo di sopravvivere mi assorbe e mi sfinisce. Porosa, assorbo la realtĆ . Le mie stesse parole mi gravano come zavorre.
Si' ma non ci deve arrendere, non credi? La consapevolezza e' comunque il primo passo per cambiare le cose (volendo proprio essere positivi a tutti i costi).
Lophelia -
A proposito di cambiamenti! Ho letto in fretta ieri in mezzo a una giornata di delirio lavorativo, e oggi provo a commentare. Mi sei mancata! A proposito di colonna sonora, un giorno prometto che provo a imparare come di fa un podcast, poi al posto dei titoli sentirete direttamente la musichetta. Sui Buffalo Springfield e il nostro Neil vedo che sei un pozzo di scienza! Da dove hai tratto le citazioni? In questi giorni devo passare da Foyles, ho una lista di cose da comprare che si allunag di giorno in giorno: "Rednecks and bluenecks" di Chris Willman sul rapporto tra country music e politica, "White bycicles" di Joe Boyd che mi pare di aver visto in paperback a prezzo modico da Fopp, U2 by U2 con tante belle foto... e poi il volume che mi consiglierai sul sempreverde canadese.
Andrea -
Come diceva Bettino lesto di mano, i giornali basta non leggerli. Magari neppure i libri. Forse bisognerebbe solo guardare le figure? Ma poi troveremmo i nostri fantasmi anche in quelle mi sa.
CC -
Sai che e' un po' quello che abbiamo concluso il mio amico Auro T. e io al termine di una serata passata a camminare per le vie silenziose del paese di Volpedo (quello di Pelizza) l'ultima volta che sono tornato in Italia. Vogliamo vivere piu' di una vita, la nostra non ci basta piu'. Le televisioni del porco nano e i film americani hanno fatto un bel lavoro, non c'e' che dire.
Pib -
E' stata una colazione sofferta infatti. Fortunatamente c'era il sole.
Auro M. -
Non so, sono confuso. Le parole sono importanti, certo, ma alcuni di noi (tra i quali io) si perdono anche troppo spesso tra i loro meandri. E finisce come dice Artemisia, diventano zavorre. Dove fermarsi quando cerchiamo di analizzare razionalmente le cose? Non l'ho mai capito, mi sono sempre fermato troppo presto o quando ormai l'analisi mi aveva portato a un punto di inazione definitiva.
Mi rispecchio in quello che scrivi sopra ad Auro sulle parole. E' un momento di saturazione. Da Ć ncore di salvezza rischiano di divenire zavorre ed ĆØ importante riconoscere quel momento per liberarsene, o mettere un limite.
non sono d'accordo, ma perche' uno deve sempre essere insofferente per il presente? Chi l'ha detto? Perche' ci crogioliamo sempre, sempre, sempre con l'idea di questa semi-depressione che non porta da nessuna parte? Io non ci voglio creder piu', l'ho fatto per tutta l'adolescenza (rovinandomela) ma adesso basta. Avete fatto caso come si e' gridato allo scandalo (va be', insomma...) quando i cure han cantato "friday i'm in love?" Secondo me bisogna provarci sempre. Non dico di non leggere i giornali (grande cinghialone), ma le magie bisogna farle a occhi chiusi (e te lo dice l'insgegnier)
Auro.m:
non sono d'accordo! (acc... adesso mi sparano...) Le parole sono molto importanti, e te lo dice uno che se ne esce con delle frasi che gli spareresti nelle caviglie! Ma quanto contano i gesti? Se Ilaria dovesse lasciarmi per ogni parola sbagliata che dico, sai che ridere. Per fortuna "le parole non contano, conta la musica"
non ti preoccupare, e' normale. non e' affatto naturale, istintivo, fare attenzione a queste cose. "solo con il coltello alla gola" mi disse un amico tempo fa - solo quando proprio siamo in un angolo, chiusi in un circolo e sul punto d'esplodere, solo allora si capisce che qualcosa e' mancato, qualcosa non e' stato compreso...
@andrea:
sono contento che tu non sia d'accordo (non molto in vero, ma tant'e') ;)
sei sicuro che Ilaria non usi i tuoi gesti come spunto per capire quello che veramente intendi con quelle parole?
quello che mi ha colpito pero' nel brano citato da fabio (bellissimo brano) e' un meccanismo in cui mi son trovato spesso e che mi sembra molto appropriato citare in un blog.
in fondo tutti nui, salvo poche eccezioni, non ci conosciamo. o meglio, conosciamo di noi il mistero che traspare attraverso lo schermo di un computer. in questo caso pero' le parole giocano esattamente il ruolo opposto a quello descritto nel testo di Makine, contribuiscono a creare il mistero, non a chiarirlo. creano aspettative, mondi immaginari.
poi in alcuni casi ci si incontra e li capisci l'importanza delle parole, del peso specifico di quello che hai scritto e letto. li testi la tua capacita' di 'sentire'.
e se sei fortunato (ed io devo dire di esserlo stato) la fase successiva non e' un assassinio ma una nascita.
Perfettamente d'accordo, usandole a sproposito facciamo del male soprattutto a noi stessi. Pero' non sono solo armi, possono anche guarire se vengono scelte con cura e offerte con gentilezza.
Lophelia -
Proprio come dici, spazio alla musica, ai colori, alle emozioni. Non lasciamo che la ragione comprometta sempre tutto. "Flying on the ground is wrong", meglio distendere le ali e prendere il volo senza zavorre non indispensabili.
Andrea -
Che poi e' quello che dice Makine no? Avere a che con la ricchezza nostra e degli altri, con le infinite possibilita' che ci sono concesse come esseri viventi, e non con costruzioni verbali e proiezioni limitative. Perche' non sei d'accordo con me?
Auro M. -
Infatti l'importante e' non arrivare in quell'angolo, dopo e' troppo tardi. E comunque sono le parole (vs. il fare le cose con gli occhi chiusi) che spesso ci fanno finire proprio in quell'angolo da cui poi si esce facendosi male.
Henry -
Non avevo pensato a quella interpretazione. Io pero' credo che quello che leggiamo e scriviamo qui faccia parte della curiosita'/ divinazione, sia pre-reale. Si capisce cosa intendo? (Mentre scrivevo queste parole lo shuffle di iTunes mi ha sparato in cuffia London Calling!!).
(Ci metto sempre un po' ad associare RD con te, non so perche', anzi forse lo so, perche' "RD" e "Teo" non si assomigliano affatto come suono, e i suoni, come tu ben sai, pure quelli sono importanti). Bentornato a te e certo: arrendersi mai, vendere cara la pelle sempre.
Myriamba -
Che poi un po' sara' anche successo no? Come a tutti.