Vorrei trovare le parole per descrivere il concerto di Joanna Newsom accompagnata dalla London Symphony Orchestra, al Barbican Venerdi' scorso, ma per quanto mi possa sbizzarrire con le iperboli, non credo di essere capace di rendere piu' di una vaga idea di quello che ho visto e ascoltato.

La grazia, l'infinita bellezza, la magia che ti circondano durante l'esecuzione di Ys non sono comprimibili all'interno di strutture di linguaggio. Trascendono le categorie conosciute, ti proiettano in un mondo altro del tutto interiore e profondissimo del quale nemmeno sospettavi l'esistenza.

Joanna sale sul palco tutta sorridente, rilassata, e inizia ad accompagnarti nel suo universo parallelo misterioso e fatato, con quell'arpa che diventa flauto magico capace di tracciare sentieri nel verde verso l'arcobaleno.

E' musica mai ascoltata, la rappresentazione di un pianeta che non esiste in perenne rotazione attorno a soli colorati. Ti colpisce con la sua delicatezza, ti avvolge, ti fa lentamente perdere ogni contatto con la realta'.

"The meadowlark and the chim-choo-ree and the sparrow" e sei gia' lontano. Per tutta la durata di Emily ti contorci sulla poltroncina, desiderando che duri per sempre, o che finisca subito per poter dar voce ai tuoi sentimenti liberandoli in un applauso senza limiti. Emotivita' che fiorisce e chiede di essere espressa.

Prima di "Only skin" sale sul palco Bill Callahan, che fara' un piccolo cameo con la sua compagna. Bill e la seconda voce si guardano, ed e' la prima volta che gli vedo fare un tranquillo, contenuto sorriso.

Ma quello che riesco a esprimere e' davvero nulla. Avreste dovuto essere li' per poter fare esperienza di un paio d'ore di assoluta trascendenza. Con e senza l'orchestra. I brani nuovi sono meravigliosi, fatti di nulla, con il mandolino che si intreccia tra le note dell'arpa, scandito da rintocchi di percussioni sparse. Ancora una volta Joanna sa stupire facendoci ascoltare musiche senza precedenti.

Tutto finisce con Sadie. Oppure inizia, non lo so. Ma ho fatto una promessa, e la voglio mantenere.

Ricerca del silenzio per lasciare risuonare il concerto fino alla mattina dopo, alla passeggiata su Regent's Canal ancora sospesi in una bellezza impossibile da dimenticare.

Una video-intervista a Joanna Newsom la trovate qui.

Commenti

Myrea ha detto…
Chissà se mai la potrò vedere in concerto... farà qualche data in Italia prima o poi questa fatina?
Anonimo ha detto…
Ai suoi concerti non ci vado perché non vorrei disturbare i vicini russando
Fabio ha detto…
Miss Piperita -

Te lo auguro. E' un'esperienza, un viaggio piu' che un concerto.

Anonymous -

Per questa volta non ti cancello. Credo anche io che stare a casa a guardare Bonolis sia qualcosa di piu' adatto a quelli come te che non si firmano. Divertiti!
Anonimo ha detto…
Tanta bellezza ti ha “stordito” se hai scritto la tua recensione dopo quattro giorni! Certi concerti, certa musica hanno il potere di entrarci dentro… lasciandoci in uno stato di sospensione irreale.
Bellissima sensazione.
Fabio ha detto…
Non ho trovato le parole dopo 4 giorni, figurati subito dopo. Quasi non riuscivo piu' a parlare, tutto quello che desideravo era prolungare il ricordo di quell'esperienza il piu' a lungo possibile.
Anonimo ha detto…
L'ho sentita diverse volte per radio e l'idea che mi sono fatto, per ora, è che si tratta di musica sicuramente originale, ma dovrebbe staccarsi un po' di più dal modello di voce alla Björk (ottimo punto di partenza, peraltro) e acquistare più dimestichezza con la musica oltre che con le parole - ma ho sentito solo tre brani. (qohelet)
Fabio ha detto…
E' probabile che tu abbia ascoltato tracce dal suo primo disco, nel quale effettivamente Bjork la ricordava abbastanza. Ys, il suo nuovo lavoro, e' pero' una cosa del tutto diversa. Anche la voce di Joanna e' cambiata parecchio. Lo spiega bene questa recensione del concerto che ho ascoltato io: http://enjoyment.independent.co.uk/music/reviews/article2178335.ece.