[Man Ray, Woman (1931)]
[Andre' Breton, dal Manifesto Surrealista (1924)].
Di "Surreal things: Surrealism & Design" (prossimamente a Zoe) mi sono piaciute tante cose: le ceramiche di Arp e Miro', i mobili di Noguchi e Mollino, ma piu' di tutto le (purtroppo poche) foto di Man Ray. Nulla di nuovo, d'accordo, ma quella delle associazioni spontanee e del sogno come chiavi interpretative della realta' e contemporaneamente come strumenti per trascenderla e' una storia che ci si fa raccontare sempre volentieri.
[Saluti da New York, torno a Londra stasera].
Viviamo ancora sotto il dominio della logica... Ma in questo momento ed epoca i metodi logici sono applicabili solo per risolvere problemi di secondario interesse.
[Andre' Breton, dal Manifesto Surrealista (1924)].
Di "Surreal things: Surrealism & Design" (prossimamente a Zoe) mi sono piaciute tante cose: le ceramiche di Arp e Miro', i mobili di Noguchi e Mollino, ma piu' di tutto le (purtroppo poche) foto di Man Ray. Nulla di nuovo, d'accordo, ma quella delle associazioni spontanee e del sogno come chiavi interpretative della realta' e contemporaneamente come strumenti per trascenderla e' una storia che ci si fa raccontare sempre volentieri.
Man Ray ha parecchi punti di contatto con la musica che ci piace: REM ("It's a Man Ray kind of sky. Let me show you what I can do with it", da "Feeling gravity's pull"), Naked City (le foto sulla copertina di Radio), Damon & Naomi (la copertina di "More sad hits" con la celeberrima foto "Tears"). E chissa' quanti collegamenti sto dimenticando.
Si faceva definire pittore, ma il meglio lo espresse con la fotografia.
[Saluti da New York, torno a Londra stasera].
Commenti
La foto dell'occhio che piange è emozionante...la finzione dell'occhio truccato pesantemente contro la realtà delle lacrime (son finte anche quelle...ma simboleggiano lo stato di sensibilità umana)..
Tornato alla base, sano e salvo, grazie.
Mi sembra che qualsiasi tipo di traduzione iconica del simbolismo alla fine risulti troppo ridondante rispetto alla capacità di sintesi del simbolo in sé. Non so se riesco a spiegarmi.
A quando Zoe, o c'è già stata? riemergo oggi dopo un po' di assenza.
Nei confronti del surrealismo provo lo stesso tipo di attrazione/ repulsione che mi coglie all'ascolto di un brano di musica contemporanea scritto in quegli stessi anni. Attrazione per la complessita' e per la profondita', repulsione perche' spesso le soluzioni importanti da trovare sono molto piu' semplici di certe artificiose complessita' e profondita'. Resto istintivamente un minimalista, con la costante necessita' di semplificare la realta' fino ai suoi elementi primari (non necessariamente simbolici - sul simbolismo credo tu abbia piu' che ragione). Proprio per questo, l'opposto di questa attitudine mi attrae, e pero' poi inevitabilmente sento la necessita' di prendere le distanze, "tornare alla base".
Tutto questo per dire che probabilmente a Zoe non ne parlero' mai. E invece, da convinto realista, Giovedi' parlero' della relazione tra questa citta' e l'ancora per poco primo ministro Tony Blair. Come si e' passati da amore a distacco e infine a diffuso fastidio.