Soddisfatto di che ma va bene anche se se alla fine il passato e' passato
[Rough Trade East, Febbraio 2008]
Qualche sera fa mi trovavo da quelle parti e sono entrato da Rough Trade, per fare il periodico salutare giretto informativo e versare il solito obolo di riconoscenza. Ho ascoltato un po' tutte le ultime cose che stanno spingendo, dai Vampire Weekend ai Mgmt, e se fossi stato un personaggio dei cartoni animati, mentre ero li' con la mia bella cuffia calata sulle orecchie mi sarebbe spuntato un punto interrogativo sulla testa. Ma davvero Rough Trade, siete sicuri di quello che state facendo?
Rough Trade. Swell Maps Cabaret Voltaire Scritti Politti Fall Raincoats Pop Group This Heat Pere Ubu Red Krayola. Geoff Travis il kibbutz il 50/ 50 deal il riso integrale. A me vengono in mente quelle robe li' quando penso a Rough Trade.
Ho lasciato li' tutto e un po' mestamente, attraversando per il lungo la stazione di Liverpool Street e camminando stretto nel mio cappotto nel vento perenne delle sopraelevate del Barbican, sono tornato a casa. E prima ancora di guardare il contenuto del mio frigorifero e studiare quale combinazione possibile di tali casuali ingredienti avrebbe potuto meglio rappresentare qualcosa di simile al concetto di cena, ho cacciato nel lettore Colossal youth. Rough Trade, 1980.
Che quel disco rappresenta il punto piu' alto raggiunto dal post-punk inglese lo hanno detto tutti. Michael Stipe, Kurt Cobain, Simon Reynolds sono quelli che mi ricordo in questo momento. Che ogni qualvolta lo infili nel lettore rimani pietrificato proprio come la prima volta che ti e' capitato di ascoltarlo un quarto di secolo fa lo aggiungo io.
E non e' mica che ti puoi distrarre sentendo Colossal Youth, perche' se vai a lavarti le mani hai gia' perso una canzone. Come se la massima preoccupazione dei Giovani Giganti di Marmo fosse stata quella di non sprecare neanche una nota. Tutto cosi' essenziale, come pure la loro esistenza. Due anni. Dal 1978 al 1980. Un album e un paio di EP. Poi si fa dell'altro.
Colossal youth fu uno dei maggiori successi di Rough Trade: 27 mila copie vendute in un anno, il secondo best seller dell'etichetta dopo Inflammable material degli Stiff Little Fingers. Nessuno diventa ricco, e infatti i Giganti continueranno a vivere in squat, ma e' gia' qualcosa. Alison Statton diventa uno dei personaggi piu' amati dal pubblico indie britannico, con conseguente invidia di uno dei due fratelli Moxham (Alison sings as if she was at the bus stop or something. A real singer sings with more control).
Con musica come questa, in quegli anni suonare dal vivo era un problema. Nel 1980 non era mica come adesso che i gruppi rock li fanno suonare al Barbican e al South Bank, dove ti siedi comodo in una sala con un'acustica eccellente e ascolti. Allora al South Bank suonava la Royal Philarmonic Orchestra e tu pulcioso gruppo Rough Trade facevi il piacere di suonare nei club. Con il pubblico tutto in piedi davanti a te, che dopo un po' ovviamente si smarrona di quelle finezze minimaliste (Final day non e' Trasmission) e inizia a parlare. Ed e' finita. E infatti nelle interviste fantasticavano di suonare un giorno in chiese, sale da concerto, luoghi rurali.
Non succedera' mai. Durante il tour americano (tour americano per modo di dire, nel senso che non li potevi fare suonare nel Nebraska gli Young Marble Giants, ti andava gia' bene se trovavi qualcuno che li conosceva a New York e San Francisco) si vengono a generare serie tensioni tra i componenti del gruppo.
Nel Gennaio del 1981, gli Young Marble Giants annunciano il loro scioglimento.
Alison forma i Weekend, con Simon Booth (del giro Scritti Politti). La variete', il loro (credo) unico disco (e comunque l'unico che abbia lasciato traccia nella mia memoria), si inserisce in quel delizioso fenomeno del pop jazz britannico sospeso tra Rive Gauche e Copacabana, che annovera tra i suoi migliori interpreti anche Style Council ed Everything But the Girl (con i quali suonera' proprio uno dei fratelli Moxham). Musica per passeggiate nei parchi o lungo i canali, ancora adesso gradevole da riscoprire quando arriva la primavera.
E' per tutto questo che quando entri da Rough Trade e vedi tanto risalto dato ai Vampire Weekend e ai Mgmt, vorresti entusiasmarti ma proprio non trovi una ragione plausibile, e ti stringi nel tuo cappotto, e senti un po' di freddo fin dentro le ossa.
[Young Marble Giants -Brand New Life]
Qualche sera fa mi trovavo da quelle parti e sono entrato da Rough Trade, per fare il periodico salutare giretto informativo e versare il solito obolo di riconoscenza. Ho ascoltato un po' tutte le ultime cose che stanno spingendo, dai Vampire Weekend ai Mgmt, e se fossi stato un personaggio dei cartoni animati, mentre ero li' con la mia bella cuffia calata sulle orecchie mi sarebbe spuntato un punto interrogativo sulla testa. Ma davvero Rough Trade, siete sicuri di quello che state facendo?
Rough Trade. Swell Maps Cabaret Voltaire Scritti Politti Fall Raincoats Pop Group This Heat Pere Ubu Red Krayola. Geoff Travis il kibbutz il 50/ 50 deal il riso integrale. A me vengono in mente quelle robe li' quando penso a Rough Trade.
Ho lasciato li' tutto e un po' mestamente, attraversando per il lungo la stazione di Liverpool Street e camminando stretto nel mio cappotto nel vento perenne delle sopraelevate del Barbican, sono tornato a casa. E prima ancora di guardare il contenuto del mio frigorifero e studiare quale combinazione possibile di tali casuali ingredienti avrebbe potuto meglio rappresentare qualcosa di simile al concetto di cena, ho cacciato nel lettore Colossal youth. Rough Trade, 1980.
Che quel disco rappresenta il punto piu' alto raggiunto dal post-punk inglese lo hanno detto tutti. Michael Stipe, Kurt Cobain, Simon Reynolds sono quelli che mi ricordo in questo momento. Che ogni qualvolta lo infili nel lettore rimani pietrificato proprio come la prima volta che ti e' capitato di ascoltarlo un quarto di secolo fa lo aggiungo io.
E non e' mica che ti puoi distrarre sentendo Colossal Youth, perche' se vai a lavarti le mani hai gia' perso una canzone. Come se la massima preoccupazione dei Giovani Giganti di Marmo fosse stata quella di non sprecare neanche una nota. Tutto cosi' essenziale, come pure la loro esistenza. Due anni. Dal 1978 al 1980. Un album e un paio di EP. Poi si fa dell'altro.
Colossal youth fu uno dei maggiori successi di Rough Trade: 27 mila copie vendute in un anno, il secondo best seller dell'etichetta dopo Inflammable material degli Stiff Little Fingers. Nessuno diventa ricco, e infatti i Giganti continueranno a vivere in squat, ma e' gia' qualcosa. Alison Statton diventa uno dei personaggi piu' amati dal pubblico indie britannico, con conseguente invidia di uno dei due fratelli Moxham (Alison sings as if she was at the bus stop or something. A real singer sings with more control).
Con musica come questa, in quegli anni suonare dal vivo era un problema. Nel 1980 non era mica come adesso che i gruppi rock li fanno suonare al Barbican e al South Bank, dove ti siedi comodo in una sala con un'acustica eccellente e ascolti. Allora al South Bank suonava la Royal Philarmonic Orchestra e tu pulcioso gruppo Rough Trade facevi il piacere di suonare nei club. Con il pubblico tutto in piedi davanti a te, che dopo un po' ovviamente si smarrona di quelle finezze minimaliste (Final day non e' Trasmission) e inizia a parlare. Ed e' finita. E infatti nelle interviste fantasticavano di suonare un giorno in chiese, sale da concerto, luoghi rurali.
Non succedera' mai. Durante il tour americano (tour americano per modo di dire, nel senso che non li potevi fare suonare nel Nebraska gli Young Marble Giants, ti andava gia' bene se trovavi qualcuno che li conosceva a New York e San Francisco) si vengono a generare serie tensioni tra i componenti del gruppo.
Nel Gennaio del 1981, gli Young Marble Giants annunciano il loro scioglimento.
Alison forma i Weekend, con Simon Booth (del giro Scritti Politti). La variete', il loro (credo) unico disco (e comunque l'unico che abbia lasciato traccia nella mia memoria), si inserisce in quel delizioso fenomeno del pop jazz britannico sospeso tra Rive Gauche e Copacabana, che annovera tra i suoi migliori interpreti anche Style Council ed Everything But the Girl (con i quali suonera' proprio uno dei fratelli Moxham). Musica per passeggiate nei parchi o lungo i canali, ancora adesso gradevole da riscoprire quando arriva la primavera.
E' per tutto questo che quando entri da Rough Trade e vedi tanto risalto dato ai Vampire Weekend e ai Mgmt, vorresti entusiasmarti ma proprio non trovi una ragione plausibile, e ti stringi nel tuo cappotto, e senti un po' di freddo fin dentro le ossa.
[Young Marble Giants -Brand New Life]
Commenti
http://news.bbc.co.uk/1/hi/business/6903052.stm
inarrivabili young marble giants.
e irripetibili quei 6 anni in cui tutti cercavano di essere diversi gli uni dagli altri.
Difficile dissentire sui tuoi giudizi, ma concordo con Myriam quando scrive che i tempi sono veramente cambiati, ne abbiamo scritto altre volte, giusto ?
Il "vantaggio" di tale dinamica ĆØ il gusto ancora maggiore di riscoprire lavori di tempi andati, per verificarne talvolta l'assoluta attualitĆ e freschezza, nelle idee se non sempre nei suoni.
Non si tratta di nostalgia retriva, semplicemente di collocare ogni gruppo e ogni album al posto che gli spetta.
Nicola
ps.: ricordo bene che mesi fa parlasti della ristampa di colossal youth e che non esistesse la versione tripla?
:) ivan
ivan (logantime)
Ma quei tempi sono andati,definitivamente morti.
Questa e' la generazione del non supporto, del file sharing, di un jpg 100x100 in sostituzione di una cover....siamo superati dal tempo....siamo i nuovi fricchettoni!!!
jc
Secondo me, perĆ², potrebbero crescere. Sono giĆ una buona cosa, a conti fatti dell'oggi.
jc
Le riviste "specializzate" (soprattutto quelle online, Pitchfork tra tutte, che ha addirittura osannato l'inutile e noiosissimo live dei Daft Punk) da tempo non ne azzeccano una, per cui tendo recentemente a prestare piĆ¹ attenzione alle opinioni singole.
Nicola
Mi colpisce soprattutto, leggendo l'articolo, l'eta' di Godfroy, che spiega molte cose. La cosa che non capisco nell'articolo e' la frase :"and has nothing in common with the hippie co-operative image that has always plagued the firm in the music business". A parte che si trattava di qualcosa di stilisticamente molto diverso rispetto ai sogni hippy degli anni '60, e' quel "plagued" che mi trova completo disaccordo. Senza la cultura co-operativa, Rough Trade sarebbe stata una realta' come tante altre, oppure non sarebbe nemmeno esistita (vedi quello che scrive Simon Reynolds in Rip it up and start again).
Mr. Crown -
Esatto: volevano essere tutti diversi da tutti gli altri, e molti ci riuscivano estremamente bene (ancora una volta il riferimento e' Reynolds, che racconta molto bene il desiderio di diversita' di quegli anni).
Nicola -
Si', ma proprio perche' i tempi sono cambiati e' ancora piu' urgente tenere vivo, in modo sotterraneo magari, uno spirito che sta tristemente scomparendo. Cosi' come Rough Trade in anni certamente diversi da quelli degli hippies teneva viva la cultura co-operativa. Non certo in modo revivalistico, ma dandogli sembianze completamente adatte ai tempi. Credo che "Mr. Godfroy was just three years old when the Rough Trade saga began" nell'articolo che Myriam ha linkato qui sopra spieghi molte cose. Mr Godfroy farebbe bene a entrare un po' piu' nello spirito di quegli anni forse.
Pitchfork continua a cercare negli stessi territori, dove non c'e' piu' molto da scoprire. L'indie dice sempre le stesse cose da troppo tempo. Per questo Wire, che cerca in altri territori, e' imprescindibile (sono cisuro che concordi).
Be Muzik -
A questo punto il mistero di Louis Philippe si infittisce. Come chiedeva Alessandro qualche giorno fa: "Philippe Auclair autore del libro "Le royaume enchantĆ© de Tony Blair" ĆØ lo stesso Philippe Auclair che fa il musicista, cantante, arrangiatore (ecc.) con lo pseudonimo di Louis Philippe"? Se qualcuno lo sa ce lo dice?
La ristampa su CD che ho e' proprio quella tripla su Domino, anche se finisco sempre per suonare il primo disco (che e' proprio Colossal youth).
Punck -
Lo penso anch'io che siamo i nuovi fricchettoni, ma a me piace molto giocare con le memorie che la tua foto evoca. E si' Rough Trade sempre rimarra' quel buco in Talbot Street per me. Nella warehouse di Dray Walk l'energia si disperde troppo. L'ingresso con il bancone dei caffe' non e' Rough Trade, non lo e'.
JC -
Ma come, ti avevo dato un assist d'oro (the Young Marble Journo)! Li sto ascoltando i Mahjonng. Non sono male, ma l'elemento electro mi sembra prevalere sul resto, rendendoli un po' simili ai Salaryman (te li ricordi?).
Riccardo:
Proprio cosi', il concetto di megastore lasciamolo alla Virgin e a Zara!
quando (se?) inizieranno a scrivere con contitnuitĆ , saranno grandi. Adesso sono ottimi, per dire.
Sugli YMG ho taciuto perchĆ© avevi giĆ detto tutto quanto vi era da dire...
JC
PerĆ², Louis Philippe...moĆ² chiedo in giro...
"18 November 2004 Louis be performing in London with Stuart Moxham (ex-Young Marble Giants) at the chickfactor extravaganza on Saturday 11 December. The venue is the gorgeous Bush Hall, 310 Uxbridge Road, London W12."
Da non credere...
jc
la frase ben sottolineata la dice lunga sulla Rough Trade odierna.
..ecco su Philippe Auclair. E'nato in 1959 in Normandia. Ha fatto parte dei Border Boys su Les Disques du CrƩpuscule. Arrivato a Londra si fa chiamare Louis Philippe e fa il compositore/arrangiatore et produttore per Kings of Luxembourg, Anthony Adverse, Bad Dream Fancy Dress, etc.
In compangia di Dean Brodrick, registra due dischi:Rainfall et Jean Renoir, e poi Delta Kiss et Sunshine. Oggigiorno dedica il suo tempo all'attivita' di commentatore sportivo (football, rugby et cricket ) e al servizio Sport della BBC World Service, e di correspondente a Londra per "Marianne". Ha anche scritto" Le Royaume enchantƩ de Tony Blair (Fayard)". Musicalemnte nel 2004 ha fatto uscire " The Wonder of It All".
Cose da pazzi. Come se Mogol a un certo punto fosse andato a Parigi a fare l'inviato del Tg1.
Cos'ĆØ pazz'...
jc
Belli questi curvoni parabolici tra off topic e in perfetto topic.
jc
fabio: sƬ ho pure io la tripla di colossal youth...
iva (aka bemuzik)
P.S.: sai che, mentre tu mettevi online il tuo post sugli Young Marble Giants, io stavo comprando in un negozio milanese il triplo della Domino? Finora avevo solamente una cassetta, registrata all'epoca dai vinili di un amico.
in quale negozio milanese se ĆØ lecito chiederlo ?
Io degli YMG non ho mai trovato nulla a Milano.
Nicola
a presto
f.
Ma esiste ancora Manuel Agnelli? E come fa adesso che Patchanka lo fanno solo nel week-end? ;-)
Aleesandro e Ivan -
Esiste una ristampa Cherry Red del 2006. Domino a me non risulta, ma dato che Teo ogni tanto passa di qui magari ce lo fa sapere lui.
Myriam -
Grazie mille per l'informazione.
Nicola -
A me sembra di averlo visto pure in vetrina da Buscemi il triplo opera omnia degli Young Marble Giants, ma l'anno scorso quando usci' la ristampa.
Perche' non hai piu' un giradischi?
:) ivan