Il benzinaio
[Notting Hill Gate, Marzo 2008]
Che non e' il petroliere. Tutt'altro.
E' stato distribuito questo in Italia? Ha vinto il Torino Film Festival, ma poi mi pare l'abbiano fatto sparire in tutta fretta. Ed e' un peccato, perche' e' un film strepitoso.
Non te ne accorgi mentre lo vedi. Ti coinvolge, ma e' solo quando capisci come va a finire tutta la storia che ti rendi conto di aver assistito a un film che e' allo stesso tempo minimo e grandissimo. Poi ti capita di ritornarci col pensiero per giorni.
I momenti piu' intensi del film, come accade anche con il cinema dei Dardenne e di Bresson, sono quelli nei quali nulla sembra accadere, e invece tutto accade proprio in quei vuoti frangenti.
L'attesa di una macchina, in una stazione di servizio sperduta nel mid-West dell'Irlanda e' piena di silenzio. Nel silenzio puoi pensare. E' pericoloso il silenzio. E allora vai al pub, cos'altro c'e' in un paese in mezzo all'Irlanda.
E qui incontri i compaesani. Quelli che sembrano cosi' simpatici a vederli dalla corriera per Galway. Delle iene invece. Quello che all'inizio del film sembra un paesaggio idilliaco si trasforma in un inferno. L'inferno privato di Josie il benzinaio, lo scemo del villaggio. Quello che va in paese a comprare le mele e poi le porta a un povero cavallo legato in mezzo al nulla. Riferimento evidentissimo a Au hasard Balthazar, per chi lo vuole cogliere. Josie che e' da sempre innamorato, non corrisposto che domande, della ragazza del mini-market.
E Josie sarebbe anche felice, e lo so che to pretend to be happy in una situazione come quella could only be idiocy come diceva quello la' alto e dinoccolato, ma Josie se non felice e' almeno rassegnato a quella vita di attesa di una macchina ogni tanto, con le sue birre e le sue tazze di te che lo aiutano a ingannare il tempo.
Poi succede qualcosa. Josie crede di aver intravisto all'orizzonte un qualcosa di simile all'amicizia, che lui inconsapevole Peter Camenzind osservatore di nuvole in viaggio, desidera piu' di ogni altra cosa. Non sara' cosi' naturalmente.
Come finira' non ve lo dico, ma l'ultimo minuto, il cavallo che finalmente cammina libero, dovrebbe darvi un indizio. Come finisce cosa che non vi ho raccontato la storia. Perche' la storia non e' cosi' importante. E' cinema di atmosfera, non di eventi.
E' il benzinaio, non e' il petroliere.
[Garage the film - bar scene]
Che non e' il petroliere. Tutt'altro.
E' stato distribuito questo in Italia? Ha vinto il Torino Film Festival, ma poi mi pare l'abbiano fatto sparire in tutta fretta. Ed e' un peccato, perche' e' un film strepitoso.
Non te ne accorgi mentre lo vedi. Ti coinvolge, ma e' solo quando capisci come va a finire tutta la storia che ti rendi conto di aver assistito a un film che e' allo stesso tempo minimo e grandissimo. Poi ti capita di ritornarci col pensiero per giorni.
I momenti piu' intensi del film, come accade anche con il cinema dei Dardenne e di Bresson, sono quelli nei quali nulla sembra accadere, e invece tutto accade proprio in quei vuoti frangenti.
L'attesa di una macchina, in una stazione di servizio sperduta nel mid-West dell'Irlanda e' piena di silenzio. Nel silenzio puoi pensare. E' pericoloso il silenzio. E allora vai al pub, cos'altro c'e' in un paese in mezzo all'Irlanda.
E qui incontri i compaesani. Quelli che sembrano cosi' simpatici a vederli dalla corriera per Galway. Delle iene invece. Quello che all'inizio del film sembra un paesaggio idilliaco si trasforma in un inferno. L'inferno privato di Josie il benzinaio, lo scemo del villaggio. Quello che va in paese a comprare le mele e poi le porta a un povero cavallo legato in mezzo al nulla. Riferimento evidentissimo a Au hasard Balthazar, per chi lo vuole cogliere. Josie che e' da sempre innamorato, non corrisposto che domande, della ragazza del mini-market.
E Josie sarebbe anche felice, e lo so che to pretend to be happy in una situazione come quella could only be idiocy come diceva quello la' alto e dinoccolato, ma Josie se non felice e' almeno rassegnato a quella vita di attesa di una macchina ogni tanto, con le sue birre e le sue tazze di te che lo aiutano a ingannare il tempo.
Poi succede qualcosa. Josie crede di aver intravisto all'orizzonte un qualcosa di simile all'amicizia, che lui inconsapevole Peter Camenzind osservatore di nuvole in viaggio, desidera piu' di ogni altra cosa. Non sara' cosi' naturalmente.
Come finira' non ve lo dico, ma l'ultimo minuto, il cavallo che finalmente cammina libero, dovrebbe darvi un indizio. Come finisce cosa che non vi ho raccontato la storia. Perche' la storia non e' cosi' importante. E' cinema di atmosfera, non di eventi.
E' il benzinaio, non e' il petroliere.
[Garage the film - bar scene]
Commenti
Andre
E giuro che non ho visto il collegamento dal CIS!
Eh infatti, anche se sarebbe sicuramente in tema con la rete dei gestori Agip.
Q -
No, Il petroliere non fa affatto schifo, ma parla appunto di un petroliere, figura molto lontana dalla realtĆ quotidiana. Garage racconta invece una storia molto vicina, normale. Si tratta di gusti personali: io preferisco storie minime, e quindi Il petroliere mi ha un po' annoiato.
Glamourama -
E' al Gate, ma non so fino a quando. Quando sono andato io, due sabati fa di pomeriggio, era abbastanza pieno. Lo trovi anche al Curzon Soho e alla Clapham Picture House (mi pare, ma controlla perchĆØ sono a Milano e non ho Time Out con me).