These important years
Stamattina mi sono preso un po' di tempo per leggere con calma le note di copertina della ristampa di Superfuzz Bigmuff. A un certo punto l'estensore, Jay Hinman, uno che verso la fine degli anni '80 faceva un programma in una radio di Santa Barbara, scrive:
Given the times, my age, and the music itself, it was probably as excited as I've personally ever been about rock'n'roll.
Il concerto dei Mudhoney in un parco di Saronno o li' vicino in piena estate, 1990, me lo ricordo come se ci fossi stato ieri. La partita Italia - Irlanda che non finisce mai, finalmente i 4 di Seattle che salgono sul palco e non deludono, come forze della natura, con Touch me I'm sick e tutto quanto, le chiacchiere con Mark e Steve a fine concerto fino a tardi.
Poi in macchina, la mia vecchia Panda, sulla via del ritorno. Io non ho voglia di andare a casa. Perche', dobbiamo? Fu quella la prima di una lunga serie di notti che passammo a dormire in collina, usando una coperta che originariamente tenevo in macchina per caricarci il cane. E a pensarci adesso quella anti-casa fu la piu' astrusa delle nostre teorie di quegli anni, considerando che ai primi freddi dell'autunno nelle nostre case tornammo con un certo senso di sollievo.
E pero' allora non sembrava affatto assurdo addormentarci cullati dai canti dei grilli e svegliarci accarezzati dalle prime luci dell'alba. C'era bisogno per tutto quello di una colonna sonora, e la colonna sonora di quel periodo furono i Sonic Youth di Goo, i Soundgarden, i Nirvana. E soprattutto i Mudhoney, che per onore di precisione storica con Touch me I'm sick furono i primi a venire fuori da Seattle. Facevo allora un programma settimanale in una piccola radio di paese che non esiste piu', e quel quarantacinquino lo portavo con me in studio tutte le settimane. Quando usci' Superfuzz bigmuff la sigla del programma cambio', e In'n'out of grace sostitui' temporaneamente Loose degli Stooges.
Superfuzz bigmuff credo di averlo ascoltato tutti i giorni per mesi, senza poterne fare a meno. Usci' nel momento giusto, ma io non lo sapevo allora che quello era il momento giusto con tutte le sue energie e la voglia di cambiare tutto dentro e fuori.
A ripensarci furono anni bellissimi, ma chissa' se erano cosi' belli, si sa che il tempo altera i colori della realta'. Restano un mare di fotografie, in bianco e nero perche' allora di fotografie a colori non ne volevo sentire parlare, che prima o poi dovro' scansire e postare qui.
E un mare di ricordi. La persona con la quale dividevo questi ascolti e tutto il resto in quei giorni, oggi non c'e' piu'. Una leucemia l'avrebbe portata via solo qualche anno dopo.
Eppure in questo disco c'e' anche lei e ci sono quegli anni leggeri e quei canti di grilli e quel profumo di fieno appena tagliato e un senso di liberta' e possibilita' infinite cosi' intenso come dopo di allora non avrei mai piu' provato.
Commenti
some things never change.
Ed ĆØ bello sentirsi affratellati da questi ricordi e dalla loro colonna sonora, al di lĆ d'ogni retorica.
cheers
JC Teardrop (in the fire)
Grazie. Tu che conosci i luoghi credo possa capire.
JC -
E a me ha dato brividi e farfalle il tuo commento. Che emozione ancora oggi pensare alle corse in bici sulla stradina che portava alla casa di campagna della mia famiglia ascoltando Murmur, Los Angeles, Emergency third rail power trip, Fried. Le C90 fatte in casa che dopo un po' il nastro si infilava nella testina del registratore e dovevi riavvolgerlo con cura. E la musica non solo la sentivi, la toccavi, ne sentivi l'odore di ferro magnetizzato sulle dita.
Stessa cosa qui. Nello specifico Superfuzz Bigmuff non lo ascolto, lo anticipo, aspetto al varco quel passaggio di chitarra piena di feedback che inspiegabilmente fa venire le lacrime agli occhi.
Soo i ricordi piu' belli che ho, e mi fa troppo piacere condividerli.
erano i miei preferiti dell'era seattle. touch me i'm sick compare ancora oggi spesso e volentieri nei miei dj set. e quell'ep fu proprio quello che portai in studio come riferimento per le registrazioni del primo demo. grazie per lo splendido ricordo.
E che c'e' stato un periodo in cui Seattle era roba per carbonari, e che quel periodo la combinazione di eta' e leggerezza di allora mi ha permesso di prenderlo in pieno.
E il primo concerto dei Nirvana al Bloom, 200 persone in tutto a sentirli, Kurt Cobain cosi' confuso alla fine del concerto (concluso con la distruzione della batteria a colpi di basso) che mi guardava e non riusciva a dire nulla di sensato, Chris Novoselic che interviene, pure lui fuori come un balcone e restiamo a parlare mezz'ora e mi insegna ogni tipo di parolaccia in slang americano (riferendola peraltro a Kurt).
E Jack Endino che un paio di anni dopo mi dice incredulo: ma lo sai che i Nirvana hanno venduto 200 mila copie di Nevermind? ...
Solo rock'n'roll, certo, ma la colonna sonora di anni davvero importanti, che nella mia vita hanno cambiato tutto.