Prospettive Musicali del 19/ 10/ 08

Stavo tornando a Milano in treno dopo il fine settimana in campagna e ho letto una cosa troppo in linea con la mia idea di Prospettive Musicali. Sentite:

Non c'è mutazione che non sia governabile. Abbandonare il paradigma dello scontro di civiltà e accettare l'idea di una mutazione in atto non significa che si debba prendere quel che accade così com'è, senza lasciarci l'orma del nostro passo. Quel che diventeremo continua a esser figlio di ciò che vorremo diventare. Così diventa importante la cura quotidiana, l'attenzione, il vigilare. Tanto inutile e grottesco è il ristare impettito di tante muraglie avvitate su un confine che non esiste, quanto utile sarebbe piuttosto un intelligente navigare nella corrente, capace ancora di rotta, e di sapienza marinara. Non è il caso di andare giù come sacchi di patate. Navigare, sarebbe il compito. Detto in termini elementari, credo che si tratti di essere capaci di decidere cosa, del mondo vecchio, vogliamo portare fino al mondo nuovo. Cosa vogliamo che si mantenga intatto pur nell'incertezza di un viaggio oscuro. I legami che non vogliamo spezzare, le radici che non vogliamo perdere, le parole che vorremmo ancora sempre pronunciate, e le idee che non vogliamo smettere di pensare. È un lavoro raffinato. Una cura. Nella grande corrente, mettere in salvo ciò che ci è caro. È un gesto difficile perché non significa, mai, metterlo in salvo dalla mutazione, ma, sempre, nella mutazione. Perché ciò che si salverà non sarà mai quel che abbiamo tenuto al riparo dai tempi, ma ciò che abbiamo lasciato mutare, perché ridiventasse se stesso in un tempo nuovo.

(Alessandro Baricco, I barbari, Fandango 2006)

E adesso, con questo spirito a guidarci, la playlist di questa notte:

1) APHRODITE'S CHILD It's five o'clock (da It's five o'clock, Mercury 1969)

2) SUARASAMA Lebah (da Fajar di atas awan, Radio France Internationale 1998)

3) RONNIE VON Dindi (da A misteriosa luta do reino de parassempre contra o imperio de nuncamais, Polydor 1969)

4) CHAMPION JACK DUPREE Shim sham shimmy (da VV. AA. Dr. Boogie presents shim sham shimmy, Sub Rosa 2008)

5) NEU! Sonderangerbot (da Neu!, Brain 1972)

6) STEREOLAB Three women (da Chemical chords, 4AD 2008)

7) STEREOLAB The extension trip (da Music for the amorphous body study center, Duophonic 1995)

8) STEREOLAB Chemical chords (da Chemical chords, 4AD 2008)

9) CRACKLE Heavy water (da Heavy water, Slowfoot 2008)

10) LINDA LEWIS Reach for the truth (da Lark, Warner 1972).

Commenti

Anonimo ha detto…
che botta di nostalgia il pezzo di apertura!
non ho ascoltato ma ho registrato, per cui prometto di ascoltarmelo in treno per Strasburgo (attraversando la Svizzera...)
ciao
Auro
Fabio ha detto…
Ascoltare i Neu! andando a Strasburgo, che esperienza dev'essere. Mi racconterai.

Con la nostalgia, ho un rapporto complicato: sono un ex nostalgico, e non ho alcuna nostalgia di quando nostalgico lo ero. Si capisce?

La nostalgia e' una terribilmente comoda e attraente trappola. Il mondo va avanti, con te o senza di te. E i nostalgici li lascia inesorabilmente indietro.

La nostalgia mi sembra lo stato d'animo di coloro che hanno perso una battaglia, ma continuano a combatterla, quando ormai l'avversario se n'e' andato.

In questo senso, come dice il frammento di Baricco, mettiamo in salvo quello che e' importante per noi, ma senza smettere di guardare avanti. Portiamolo con noi in viaggio, ma senza fermarci a sospirare, andando oltre con fiducia nonostante tutto, sempre e comunque.
Anonimo ha detto…
E' da un pò che non passo di qui... forse mi son persa qualche passaggio... Engadina, Milano, la campagna...ma che succede??
Fabio ha detto…
Niente paura. Un dettagliato riassunto delle puntate precedenti lo trovi tra i commenti del post intitolato Welcome to the jungle, 8/ 10/ 08.

E comunque ti sto rispondendo dalla City of London, il meglio e' come sempre davanti a noi.
artemisia ha detto…
Navigare necesse est.

Grande Baricco, grande.

Sai qual è il problema oggi?

"I poteri hanno meno bisogno di reprimerci che di angosciarci, o come dice Virilio, di amministrare e organizzare i nostri piccoli intimi terrori"
(Deleuze/parnet, Conversazioni)

È con la paura che si governa il mondo. La paura del terrorista, del clandestino, del diverso, della crisi. Se si terrorizza la gente la si rende incapace di navigare. Si ha paura di lasciare l'ormeggio e ci si avvinghia a qualcosa che sta affondando. E questo fa comodo a qualcuno.

(non so se c'entra ma mi sembrava di sì)
Fabio ha detto…
La velocita' della mutazione e' di molto aumentata e gli strumenti di bordo mandano segnali contradditori a proposito delle nostre coordinate sulla mappa.

I poteri hanno gioco facile, e a volte pure noi ci caschiamo.

Tenere alta la guardia, sempre, e il timone ben saldo, nonostante marosi e vento ostile.

Molto molto in tema, come sempre.

(A proposito di quel libro, interessante quello che dice sulla necessita' di imparare a navigare, rapidamente, in orizzontale, difficile per quelli come noi cresciuti con in mente l'idea di profondita'. Ma non impossibile.).
Anonimo ha detto…
Temo il momento in cui questa crisi prenderà anche me.... per adesso ho avuto solo quella opposta... lasciare la campagna per la grande città... cioè...più o meno...
Fabio ha detto…
Il mio problema e' che la crisi e' rientrata e mi sembra di stare benissimo qui. La mia amica M., a Milano, mi ha convinto che sono quello che sono grazie proprio agli anni londinesi - e ha fatto tutta una serie di esempi che mi hanno pure convinto. Magari domani racconto meglio.

Sono piuttosto felice, e quindi preoccupatissimo perche' questo stato non mi appartiene affatto. Ho una dannata paura di perdere me stesso, devo trovare assolutamente una ragione di problematicita' altrimenti sono finito.
Anonimo ha detto…
Mi è piaciuto molto il brano di Suarasama; e pure gli Stereolab arrangiati da Sean O'Hagan (anch'io ho registrato la puntata: l'ho ascoltata stamattina appunto fino agli Stereolab, perché poi dovevo venire al lavoro). Un'interessante intervista con O'Hagan in cui si parla molto dei suoi arrangiamenti è in
http://songsandsonics.com/2008/06/23/interview-the-high-llamas/
Invece trovo insopportabile Baricco; tra le cose "del mondo vecchio" che vorrà "portare fino al mondo nuovo" inserirà certamente la sua automobile, visto che scrisse un articolo (e poi lo ripubblicò in un suo libro, tanto ne era convinto) contro la pedonalizzazione e conseguente chiusura al traffico di una o più zome di Torino: lui voleva la libertà di andare dove cazzo gli pareva con la sua macchinetta di merda...
Fabio ha detto…
Bello che accosti a nomi prevedibili (Beach Boys per dire) anche ELO e 10cc. Certi arrangiamenti di Chemical chords sembrano una versione minimale della magniloquenza di quelle formazioni in effetti. Bello che tutto si mischi cosi' fluidamente.

Il pezzo di Baricco che citi mi aveva molto colpito. Lo lessi su Repubblica, e poco dopo su un volumetto della Feltrinelli intitolato Barnum.

Potrei citarti altri esempi di scemenze che ha detto (una glorificazione dei toreri, per dirne una che ti fara' accaponare la pelle). E potrei aggiungere che quando lo conobbi, seduto davanti a me durante un viaggio in treno da Roma, non mi fece quel grande effetto. (Continuava a dirmi come un disco rotto: ma perche' non ti iscrivi alla Holden?).

E' uno pero' che sa scrivere benissimo (leggere le sue pagine migliori e' come sentire musica) e a volte dice cose sensate. Il suo piccolo saggio sulla mutazione e' abbastanza illuminante, e direi che te lo consiglio.
Anonimo ha detto…
a me Baricco "scrivo ricco e mi ci ficco" ha sempre rotto le scatole. Mai andato oltre pagina 10 o 15 di un suo romanzo.

Boh: sarà che son cresciuto a botte di Salinger e Calvino, Pynchon e De Lillo.

Sarà.

JC
Fabio ha detto…
Che lettori snob che siete! La prossima volta solo Deleuze e Derrida, va bene?
Anonimo ha detto…
"Snob is the new loud!"

questa te la regalo, tanto con tutte quelle che mi devi... :P

kisses

JC in My Bloody Valentine mode...
Fabio ha detto…
In fondo, se ci pensi, il concetto e' lo stesso che riporti nella tua intervista ai Calexico: "Volgersi indietro per guardare avanti sembra rimasto oggi l'unico sistema per essere credibili".

Mi ha colpito questa frase di John: "Devo essere positivo, altrimenti che vivo a fare?". Ce l'avevo dentro e lui l'ha tirata fuori.

Ti segnalo un typo a pagina 2 casomai avessero intenzione di pubblicarla sul sito: "In un'epoca dove la soglia di attenzione abbassarsi sempre piu' in ogni campo". Sembra mancare un "tende a". Poi forse direi "quando" invece di "dove", ma magari sbaglio, il mio italiano sta peggiorando giorno dopo giorno, senza per questo che l'inglese migliori. Tra un po' mi dovro' esprimere a gesti o con disegni.
Anonimo ha detto…
grazie per il "tende a" bevutomi nell'editing.
Il "quando" vs "dove" è più tollerato down here, però ci pongo rimedio asap...

denkiù