And you may find yourself living in a shotgun shack


Mi sentivo come un ragazzetto buttato fuori di casa che deve imparare a trattare con la vita per conto suo, e ne e' sgomento ma pensa anche di avere qualche possibilita' di riuscirci. I tre cani mi venivano dietro: non proprio come facevano con Durante, ma quasi.

- Andrea De Carlo, Durante, Bompiani 2008.


Chi mi conosce personalmente sa della mia passione per Due di due, libro riletto, sottolineato, prestato, regalato, difeso a oltranza.

Scrittore popolare, d'accordo, ma De Carlo non l'ho mai trovato banale. Alcuni suoi libri sono un po' inutili, va bene, intrattenimento leggero. Pero' li ho letti tutti, tradizionalmente ricevuti in regalo da un caro amico con il quale li ho poi discussi, sui sentieri sopra il mare della Liguria o davanti a un trancio generoso di focaccia camoglina. E, sempre, sono nate discussioni interessanti.

Durante non l'abbiamo ancora discusso, ma aspetto che succeda. Perche', dopo Due di due, e' a mio parere il suo libro piu' coinvolgente. E soprattutto e' un lavoro che pone tante domande senza importi necessariamente una risposta. Mettendoti davanti alle possibili conseguenze delle tue scelte, casomai.

E' un libro che mette a confronto due diversi modi di vivere. Quello di Pietro, che e' solido, basato su piani e certezze. E quello di Durante (notate i nomi), che e' fluido, momentaneo, consapevole della potenziale fallibilita' di ogni progetto, proteso ad afferrare le occasioni della vita.

I due intraprendono un viaggio insieme, ma insomma non aggiungo altro in caso qualcuno di voi decida di accettare il mio consiglio di lettura. Non e' un libro perfetto, intendiamoci su questo. Per esempio, i poteri magici di Durante, oltre a non essere necessari e nemmeno funzionali alla narrazione, stonano e allontanano il personaggio, lo rendono meno umano, piu' distante. Se potessi eliminare alcune pagine eliminerei quelle.

Per il resto, Durante si legge come tutti i libri di De Carlo: 100 pagine, una tazza di te', poi devi ricominciare, catturato dalla travolgente umanita' che viene fuori da quelle pagine, e in poche ore e' finito tutto. Pero' questa volta Durante e le sue domande mi sono rimaste dentro. Mi continua a far pensare e lo consiglio. (E ci sono dentro Camogli e la Svizzera).


"Guarda che non ho solo il carattere che ti sembra di conoscere" ho detto. "Ho anche il carattere contrario, benche' allo stato dormiente. Se dovessi decidere di cambiare vita, saresti sorpreso."
"Ma tutti abbiamo un carattere e il suo contrario" ha detto Durante. "E gli infiniti caratteri intermedi tra uno e l'altro."
"E' per paura che mi sono concentrato su una sola vita" ho detto. "Per paura di svegliarmi la notte senza riuscire a ricordarmi chi sono, dove, con chi."
"E non ti sembra una buona ragione?" ha detto lui. "Riuscire a ricordartelo?"
"Si'" ho detto. "Ma lo so anch'io che e' solo una rassicurazione temporanea. Non devi spiegarmelo tu, che il mio nome e il mio codice fiscale e il mio numero di telefono sono totalmente provvisori."
"E' gia' molto, saperlo" ha detto lui.

Commenti

Anonimo ha detto…
Condivido l'ammirazione per Due di Due...che tra l'altro ad un certo punto si ambienta in luoghi che mi sono stati familiari per un periodo della vita.... (ma ora che ci penso i luoghi del libro a me familiari sono attualmente aumentati...). Spero di aver occasione di cogliere il consiglio di lettura...
Fabio ha detto…
Non fatemi nemmeno iniziare a parlare di quel libro ;)

La volta che ebbi la fortuna di parlarne con lo stesso De Carlo (che quando entrambi vivevamo a Milano abitava dall'altra parte del Naviglio rispetto a casa mia, e mi capitava ogni tanto di incontrare mentre passeggiava il Sabato mattina sull'Alzaia - perennemente vestito di nero), mi tremava la voce.

Per me, in quegli anni, fu una lettura fondamentale.
Anonimo ha detto…
Di De Carlo ho letto "Giro di vento" e "Pura vita".
Il primo mi ĆØ piaciuto e mi ha stimolato molto, il secondo un po' meno.

Scrittore con alti e bassi, a mio avviso...un po' come tutti. :-)
Andrea ha detto…
che strano... letto il libro mi son detto che te lo dovevo prestare, poi ho pensato che saresti stato offeso dalla banalita' di tali letture...

spetta che finisco l'ultimo di moccia che' poi te lo passo
Fabio ha detto…
Andre -

A me invece Giro di vento non era piaciuto molto - tutte quelle scaramucce tra personaggi improbabili. E Pura vita mi aveva intrigato abbastanza, forse perche' lo lessi poco dopo la mia partenza per Londra.

Pero' sono Due di due e questo Durante che bisogna leggere, gli altri sono piuttosto superflui.

Andrea -

Se poi quando hai finito Coehlo mi passi anche quello, ti rendo in un colpo solo la Profezia dei Celestini e l'opera omnia di Dan Brown.

(Ma, seriamente, l'hai letto Due di due?).
Anonimo ha detto…
Come giudichereste "Treno di panna"? ƈ l'unico che ho letto di De Carlo, tempo fa, ma non mi aveva entusiasmato. Invece "Durante" dev'essere interessante perchƩ ne ho sentito parlare in positivo in diverse altre occasioni. Q.
Gargoyle ha detto…
Ammetto di non avere una grande passione per De Carlo (eccetto il libro da te citato Due di due).

DURANTE ĆØ nella mia libreria, non l'ho ancora letto ma il tuo post mi ha invogliata. Ti ringrazio, lo inizierĆ² presto.

[Anche perchĆØ il titolo sembra fatto apposta per descrivere la mia situazione di vita attuale]
Fabio ha detto…
Q -

Treno di panna l'ho letto molto tempo fa, prima di Due di due credo, e non lo ricordo proprio - il che significa che, come e' successo a te, non mi deve avere entusiasmato particolarmente.

Io credo, e lo dico prima di tutto a me stesso, che si debba stare attenti a non assumere che un prodotto culturale di successo faccia necessariamente schifo. Sara' vero nel 99% dei casi, ma se lo consideriamo un assioma, allora ci perdiamo in un botto, che ne so, Van Gogh, i Rolling Stones, Battisti, Kubrick... e la lista e' lunghissima.

Adesso diro' una bestemmia e perdero' il 70% dei lettori di London Calling. Il libro che ho letto appena prima di Durante e' stato Il verdetto di Le Clezio (premio Nobel per la letteratura 2008). Bello eh, scritto benissimo, ma posso dire che l'ho molto apprezzato come esercizio di stile e pero' non mi ha coinvolto affatto? Tropppo estremi il personaggio e la situazione perche' voi e io possiamo davvero identificarci.

Poi ho preso in mano De Carlo, e ci ho subito riconosciuto luoghi, personaggi, situazioni, desideri, paure, pensieri, domande del mio quotidiano.

Naturalmente poi ci sono gli esterofili, quelli del libro in 500 copie che ho letto solo io, i poeti del fine settimana, ecc.

Tutti rispettabilissimi, ci mancherebbe. A loro Due di due e Durante li sconsiglio, e invece sono sicuro che avranno molto apprezzato il Verdetto.

Gargoyle -

Risuona se ti poni il problema (e io me lo pongo spesso) di fare oppure non fare piani, seguire il flusso degli eventi e lasciarsi trasportare oppure opporre resistenza.

Rispetto agli altri libri di De Carlo ci ho trovato una superiore profondita' e, come scrivevo qualche giorno fa all'amico che me l'ha regalato, il riconoscimento dell'inevitabilita' del dolore, qualsiasi sia la scelta che decidi di fare.

Il finale, che naturalmente non racconto ma ho interpretato a mio modo (se vuoi quando lo hai finito ne parliamo), e' complesso, e finalmente aperto. La cosa che ho amato maggiormente in questo libro e' il condividere domande e riflessioni con i lettori, domande alle quali uno poi e' invitato a dare risposte proprie.

Ti accompagna per un po', ma poi ti lascia solo, e questa irrisolutezza e' nuova nei libri di De Carlo - che altre volte ti vogliono portare a conclusioni semplicistiche e non del tutto condivisibili.
Andrea ha detto…
io allora, che ci ho pensato prima di parlare (come diceva sempre mio nonno) allora ti voglio dire che quando leggo Fabio Volo, io devo dire che ci ritrovo te...

[dunque: a me fabio volo e' stato regalato. E quando sono in bagno, e devo fare qualcosa, o guardo fuori dalla finestra, o leggo. Per pigrizia mentale ho ancora il libro di fabio volo. E in bagno lo leggo. E ritrovo qualche aspetto di te]
Fabio ha detto…
Non so se tu ne' tutti gli altri che me l'hanno detto perche' non sei il primo, state scherzando, ma a questo punto bisogna che legga qualcosa di questo Fabio Volo.

(Ora, per non fare la figura di quegli immigrati andati a Brooklyn negli anni '50 che citano ancora Claudio Villa e Macario: so che e' un presentatore della televisione italiana poi diventato scrittore di successo, e ho visto alcune sue foto. Unico punto in comune fisicamente mi pare la barba).

Ribadisco Andrea: il fatto che uno abbia successo popolare in quello che fa, spesso significa che interpreta il sentire di tante persone, quindi ben venga. A te e me Vasco Rossi e Zucchero possono anche fare orrore, pero' non possiamo ignorare che rappresentano i tratti della societa' italiana molto meglio, che ne so, degli Uzeda.

Su questo sei d'accordo?

(Adesso che stai in East London pure tu, sai le discussioni sul terreno neutro di Dray Walk?)
Anonimo ha detto…
Fabio Volo ĆØ un insopportabile emblema di mediocritĆ  italica. ĆØ bresciano, e ciĆ² dovrebbe bastare..ahem...eh eh eh.

JC
Fabio ha detto…
Ah OK vuoi dire che il commento qui sopra si puo' riformulare in questo modo: Fabio, sei un insopportabile emblema di mediocrita' italica e quando vado in bagno e mi manca lo stimolo penso a te?
Anonimo ha detto…
uh, non cosƬ tranciante. diciamo che ĆØ l'espressioe piena della mediocritĆ  nazionale e dunque mondiale. di chi la massa considera "intelelttuale". colpa della tv, al solito. "la droga della nazione".

JC
Fabio ha detto…
Breeding ignorance and feeding radiation. Ma che bello era quel brano? E tutto l'album...