Size matters

Dove sia andata la settimana non lo so, ma siamo gia' arrivati a Venerdi'. Londra e' graziata da qualche raggio di sole, ma l'atmosfera e' cupissima. A. ha perso il lavoro e non ne sta trovando un altro, e ha un bambino piccolo e uno in arrivo. E anche A., single mother di un bimbo di un anno, si trova nelle stesse condizioni. M. ha un contratto fino a Marzo, e gli hanno gia' detto che probabilmente non glielo rinnoveranno. P. e' tornata in Italia e dice che di lavoro non ce n'e'. Reality bites hard.

Passavo poco fa tra la folla di turisti davanti alla cattedrale, inconsapevole delle tragedie quotidiane che si svolgono attorno a loro qui nella City. Una coppia felice mi passa di fianco, lei seduta sulla canna della bicicletta, sorridente. Penso tra me e me che ognuno di noi ha un ruolo nel rendere il presente delle persone che incontriamo meno grigio. Entro nel caffe' francese davanti a San Paolo e faccio un gentile complimento per il nuovo taglio di capelli alla graziosa ragazza dell'est che mi prepara il latte macchiato, che con una buona pasta alla frutta e' il mio tipico pranzo di mezzogiorno. Mi ringrazia con un bel sorriso, tutta contenta. Mi immergo come ogni giorno nelle notizie internazionali dell'Herald Tribune, e per una mezz'ora faccio il giro del mondo. Esco e mi propongo che performing random kindness and senseless acts of beauty sia guida del mio fine settimana.

Ma insomma e' Venerdi', e dei miei ever changing moods, rituali e proponimenti quotidiani immagino vi interessi pochissimo. Venerdi' Engadina Calling diventa un blog musicale, lo sapete. Oggi si veste di nero, per ricordare l'immenso John Martyn che ieri ci ha lasciati. Se ancora non conoscete Bless the weather e Solid air, che il vostro fine settimana sia un'eccellente occasione per recuperare quei due eterni capolavori.

Dopo un po' di Venerdi' nostalgici quest'oggi pero' desidero proporvi un nome nuovo, scoperto leggendo le classifiche di fine anno di Other Music e Pitchfork. Si fa chiamare Tallest Man on Earth, vero nome Kristian Matsson, e arriva dalla Svezia. Ha inciso un solo album intitolato Shallow grave, pubblicato da un'etichetta del suo Paese, chiamata Gravitation.

L'ho cercato senza successo per settimane in tutti i negozi di Londra che incontravo sul mio cammino, poi Lunedi' sera mi sono deciso ad ordinarlo all'etichetta e Mercoledi' mattina uscendo di casa l'avevo gia' nella posta, insieme a un paio di belle spillette. Forse mi hanno letto nel pensiero: prima o poi lo ordinera', cominciamo a mandarglielo.

Non mi sarei aspettato pero' che il disco mi piacesse tanto. Pura musica classica: l'antologia della musica folk americana di Harry Smith, Woody Guthrie, Bob Dylan freewheelin'. Non c'e' niente che amo maggiormente, lo sapete. Datemi due fette di pane integrale, un piatto di lenticchie, un bicchiere d'acqua di sorgente, non desidero altro.

E' la qualita' della scrittura di Matsson a portarlo a un livello differente rispetto ai tanti che sullo stesso sentiero hanno camminato con i loro stivali sporchi di terra. C'e' un momento del disco, le tracce 3, 4 (quella che da' il titolo) e 5, che ti lascia senza fiato: non sentivo da tempo immemorabile tre perle cosi' infilate una dietro l'altra.

Musica di immensa semplicita': chitarra acustica, banjo, voce, basta. Sono cent'anni che esiste, e ci vuole un immenso talento per continuare a suonarla in modo fresco e vivo.

Nel video che vi propongo, Tallest Man on Earth suona betamente seduto sul muretto davanti all'Opera House, affacciato sulla baia di Sydney.

Subito dopo, andiamo a rendere un doveroso omaggio a John Martyn.

Buon ascolto, buon fine settimana e ci risentiamo Lunedi'.



Commenti

Anonimo ha detto…
passo da te per le lenticchie, e cosa mi tocca scoprire? che ĆØ morto John Martyn. Sono un po' scossa. Mi piaceva da matti, da matti.
Fabio ha detto…
Rimanda e rimanda non l'ho mai sentito dal vivo. La sua musica ascoltata oggi ha un suono diverso, ancora piu' astratto, quasi spettrale.
Anonimo ha detto…
"my ever changing moods"
stupito dalla citazione!
hrudi v. bakshi
Fabio ha detto…
Stupito perche' non mi ritenevi capace di tali popolani ascolti? E invece...
Anonimo ha detto…
no.
perchĆØ quando mi ritrovo in particolari stati d'animo, nonostante l'inglese ĆØ parola a me ostica,
a domanda sul mio umore
rispondo alzando le spalle e "my ever changing moods"
ricordandomi del brano di weller.
capita!
hrudi v. bakshi
Anonimo ha detto…
W Paul Weller, sempre viva Paul!
Anonimo ha detto…
Quello che per anni ho temuto si ĆØ purtroppo avverato. Il Martyn pingue, debordante, sofferente, irriconoscibile, che si vede sulla homepage del suo sito web, impietosamente piĆ¹ simile a Giuliano Ferrara che al giovane ragazzo con gli occhi chiari e i bei riccioli che compare in tante sue copertine del passato, non c'ĆØ piĆ¹. Un alcolista cronico mai veramente guarito, un uomo sensibile e sempre troppo romantico e fragile rispetto alla durezza di una vita vissuta con passionalitĆ  viscerale, mai mediata o trattenuta.
Solid Air e Inside Out restano album di grande spessore, e rimarranno a farci compagnia nelle serate di melanconia, dopo una delusione sentimentale, o semplicemente quando avremo bisogno che una voce vera ci riscaldi.
Personalmente posso dire che avrai la tua piccola nicchia personale nel mio cuore, Johnny Too Bad.
E sempre un grazie a te Fabio per averlo ricordato.
Nicola
Gargoyle ha detto…
stupenda la copertina!
Fabio ha detto…
Hrudi v. Bakshi -

Peraltro c'e' un altro riferimento, un po' piu' nascosto, ad un'altrettanto popolana melodia, nel paragrafo precedente...

Marco -

Chiedo scusa per avere usato il termine "popolano" riferito al tuo mate preferito! :) Spero la neve non impedisca il tuo ritorno in citta' questa sera.

Nicola -

Davvero irriconoscibile. Ecco perche' ho sempre riconsiderato l'idea di andarlo ad ascoltare oggi. Di pochi artisti il talento gentile degli esordi era diventato cosi' viscerale ma anche sepolto nei vizi dell'eta' adulta. Ascoltiamo i suoi dischi dei '70 e ricordiamo il ragazzo dagli occhi dolci e riccioli dorati di allora.

Gargoyle -

Immagino tu ti riferisca a Tallest Man on Earth, e condivido. Ecco perche' resto affezionato al disco comprato, e non scaricato.
Anonimo ha detto…
Ciao Fabio, un saluto da questa societĆ  che si fa rallentare almeno dai fiocchi di neve.
Fabio ha detto…
ELena -

E' tutto magico ma anche tutto terribilmente complicato per via della vita che facciamo. Come invidio il mio nonno contadino, la sua vita scandita dalle stagioni, e quegli inverni sospesi.

In questi giorni sto pensando ai paesi dell'Engadina, sepolti dalla neve, e non vorrei essere altro che li'.