Por causa do amor
Eccola qui, puntuale, un'altra raccolta formidabile della El: prendetevi una mezz'oretta di tempo nel fine settimana e guardate, assolutamente, il video che racconta la nascita della El, via Blanco Y Negro, perche' e' purissima poesia di una Londra che non esiste proprio piu' (e che, detto incidentalmente, a me manca da morire).
Con il Brasile ci hanno preso gusto e adesso non li ferma piu' nessuno. Dopo Baden Powell con Vinicius De Moraes, il Quarteto Em Cy, il Tamba Trio, non poteva mancare un volume che andasse a esplorare la genesi della rivoluzione.
Che fu sui generis, pensateci. Tutte le rivoluzioni del ventesimo secolo (Stravinsky, il rock'n'roll, il free jazz, il punk, l'hip-hop...) hanno avuto il comune denominatore di suonare piu' loud delle musiche che le avevano precedute.
La bossa nova no. Fu una rivoluzione silenziosa, in punta di piedi. Ad Antonio Carlos Jobim, Vinicius De Moraes e Joao Gilberto - che furono in tre a realizzarla - bastarono una chitarra acustica accordata con i loro cuori e poesie poco piu' che sussurrate. Ed eccole li', Garota de Ipanema, Chega de saudade, Desafinado. Capolavori dell'umanita'. Quando ci saremo autodistrutti e i componenti di una civilta' piu' evoluta visitando il pianeta Terra troveranno quei dischi, ascoltando quelle note sorrideranno e danzeranno e entreranno in relazione immediata con il cuore e con la vita.
La raccolta della El parte da Chega de saudade e poi va a ritroso, fino a farci scoprire gli artisti che nel corso degli anni '50 la rivoluzione la ispirarono e prepararono: Luiz Bonfa', Os Cariocas, Laurindo Almeida, Sylvia Telles, Elizete Cardoso (della quale e' incluso per intero l'album Cancao de amor demais), Garoto.
Raccolta essenziale per capire cosa sarebbe successo dopo. Una volta popolarizzata da Stan Getz, la bossa nova sarebbe uscita dal Brasile fino a sonorizzare pubblicita' del Cinzano e del Martini: prima che Caetano, Jorge, Gilberto, i Mutantes quella rivoluzione la riprendessero facendola finalmente di nuovo propria.
Con il Brasile ci hanno preso gusto e adesso non li ferma piu' nessuno. Dopo Baden Powell con Vinicius De Moraes, il Quarteto Em Cy, il Tamba Trio, non poteva mancare un volume che andasse a esplorare la genesi della rivoluzione.
Che fu sui generis, pensateci. Tutte le rivoluzioni del ventesimo secolo (Stravinsky, il rock'n'roll, il free jazz, il punk, l'hip-hop...) hanno avuto il comune denominatore di suonare piu' loud delle musiche che le avevano precedute.
La bossa nova no. Fu una rivoluzione silenziosa, in punta di piedi. Ad Antonio Carlos Jobim, Vinicius De Moraes e Joao Gilberto - che furono in tre a realizzarla - bastarono una chitarra acustica accordata con i loro cuori e poesie poco piu' che sussurrate. Ed eccole li', Garota de Ipanema, Chega de saudade, Desafinado. Capolavori dell'umanita'. Quando ci saremo autodistrutti e i componenti di una civilta' piu' evoluta visitando il pianeta Terra troveranno quei dischi, ascoltando quelle note sorrideranno e danzeranno e entreranno in relazione immediata con il cuore e con la vita.
La raccolta della El parte da Chega de saudade e poi va a ritroso, fino a farci scoprire gli artisti che nel corso degli anni '50 la rivoluzione la ispirarono e prepararono: Luiz Bonfa', Os Cariocas, Laurindo Almeida, Sylvia Telles, Elizete Cardoso (della quale e' incluso per intero l'album Cancao de amor demais), Garoto.
Raccolta essenziale per capire cosa sarebbe successo dopo. Una volta popolarizzata da Stan Getz, la bossa nova sarebbe uscita dal Brasile fino a sonorizzare pubblicita' del Cinzano e del Martini: prima che Caetano, Jorge, Gilberto, i Mutantes quella rivoluzione la riprendessero facendola finalmente di nuovo propria.
Commenti
http://www.sodapop.it/oldindex.html
JC
"Soprattutto, lo fece cogliendo in pieno lo spirito ludico e positivo dell’immaginario retrofuturista, fatto di visioni, suoni, parole, - in una parola un’attitudine verso la vita – tipiche di quell’era ottimistica in cui credevamo possibile che il mondo a venire sarebbe stato colorato e fresco come un’aranciata, magari consumata sul treno a monorotaia sospesa della linea Parigi-Tokyo.
Prima del buco dell’ozono. Prima della globalizzazione. Prima di capire che ci avevano fregati, e che quanto pensavamo a portata di mano poteva darsi solo nella nostra nostalgica immaginazione".
Ecco, spiegata, la ragione per la quale negli anni '50 - '70 si sprofonda come in una comoda poltrona prima di riprendere a camminare sulle spine del presente.
Peraltro Alessandro Achilli mi suggerisce di cambiare il tuo link con questo:
http://www.sodapop.it/el.htm.
Ringrazio entrambi, e anticipatamente Alessandro che dovrebbe avere lasciato nella mia casella postale nella redazione della radio una storia della El pubblicata da Musiche, che mi accogliera' al mio rientro a Milano. Lettura che sto pregustando.
JC
Due precisazioni:
* come si evince dal titolo ("Storie della Ć©l), l'articolo in questione non ĆØ una vera e propria storia della Ć©l;
* se non vado errato, il vero nome di Louis Philippe ĆØ Philippe Auclair (e non Louis Auclair, come invece diceva quella pagina sodapop).
Ciao
a
JC
JC