And we danced in the snow drunk on music and love
Fa davvero freddo, e fino a poco fa nevicava. Il giardinetto della scuola, qui davanti a casa, e' coperto di una bella coltre bianca. Serata da passare rannicchiati sul divano, avvolti in una calda coperta, a leggere un buon libro.
La stampa britannica ha gia' iniziato a parlare di Solar, il nuovo romanzo di Ian McEwan ispirato al cambiamento climatico, anche se non sara' pubblicato prima di Marzo del prossimo anno (un'anticipazione era pero' presente sul New Yorker di settimana scorsa). Del resto, tenete presente che McEwan qui e' una celebrita', e che solo di Atonement nel Regno Unito sono state vendute un milione e mezzo di copie.
Quasi sotto silenzio e' invece passata l'ultima pubblicazione dello scrittore londinese. E' il libretto di un'opera scritta insieme al compositore contemporaneo Michael Berkeley e rappresentata per la prima volta un annetto fa alla Royal Opera House di Covent Garden.
In For you, McEwan sviluppa il tema del tempo. Protagonista e' un direttore d'orchestra solito a usare il suo successo per sedurre giovani donne. La storia non ve la sto a raccontare, ma quello che ho trovato davvero straordinario in questo libretto che si legge d'un fiato in un'ora e' il modo magistrale con il quale McEwan scivola dal tono lieve con il quale introduce la figura del seduttore, a quello cupo e noir del finale. E' un rapido trascorrere di colori che non nega l'esistenza della gioia e dell'amore, ma ne sottolinea il carattere fragile e temporaneo.
La gioia vissuta nel presente...
On the border of memory and dreaming
I saw a couple on a London bridge
in an early evening snowstorm.
Hand in hand, wild in love,
with plans and hilarious cries
they strolled to the other side.
... la sua trasformazione in ricordo...
I remember that snowstorm on the bridge
when we crossed the river to my first concert
at the Festival Hall, and as we walked
we were singing from The magic flute,
Mann und Weib und Weib und Mann -
my God, how happy we were.
... e la necessita' continua di ripensare, riinventare, ridefinire...
Let's cross another bridge together.
Sara' perche' i luoghi nei quali il libro e' ambientato sono quelli nei quali si svolge la mia vita, ma le immagini di queste pagine hanno avuto su di me una enorme forza evocativa, in questa serata di fiocchi bianchi che volteggiano nell'aria fredda.
And we danced in the snow...
Drunk on music and love.
Commenti
In "un viaggio che non sai mai dove portera’, un viaggio sempre nuovo"...
Molto personale questo mio "non commento", ma in una serata cosƬ, da passare rannicchiati sul divano, avvolti in una coperta calda con la neve che scende, come si fa a non lasciarsi trasportare dalle tue immagini evocative?
and we will dance in the snow...Drunk on music and love
Gio
Per la cronaca i miei album del 2009 sono questi:
1.Bill Callahan – Sometimes I Wish We Were An Eagle (netto vincitore)
2.The Antlers - Hospice
3.The Clientele – Bonfires On The Heath
4.Jason Lytle – Yours Truly, The Commuter
5.Khaled - LibertƩ
6.The Church – Untitled # 23
7.Bat For Lashes – Two Suns
8.Leonard Cohen – Live In London
9.Richard Hawley – Truelove’s Gutter
10.Dirty Projectors – Bitte Orca
11.Girls - Album
12.Falty DL – Love Is A Liability
13.Manic Street Preachers – Journal For Plague Lovers
14.Wilco – The Album
15.The Avett Brothers – I And Love And You
SarĆ² a Milano per tutto dicembre, forse ĆØ la volta che ci vediamo.
Nicola
il disco di Khaled - LibertƩ ' stupendo!
Ma i "The church" sono i "the Church" australiani??
Quanto a Khaled, mai avrei pensato che un album di questo tipo mi sarebbe piaciuto tanto. Mi fa piacere che anche tu sia di questa opinione.
Nicola
O dalle immagini evocative di McEwan, sono d'accordo con te.
Nicola -
Sto temporeggiando per un paio di ragioni. La prima, pratica, e' che sto ancora aspettando un paio di dischi che potrebbero, almeno potenzialmente, entrare tra i primi 10.
La seconda, piu' teorica, e' che mi hanno molto colpito queste parole di David Sylvian, da Wire di Gennaio:
"In 2009, as in the preceding couple of years, I listened to relatively little music with the exception of contemporary classical, with which I have begun to make lasting connections. A personal and global period of transition with positive steps taken towards recovery. My own recipe is to begin with silence rising to a small, still, sustained voice. Just like starting over".
Mi hanno colpito almeno tre cose. La prima e' il richiamo al silenzio, all'ascoltare poca musica. Se dovessi dire qual e' stato il senso del mio ascolto di musica nel 2009, userei le parole del designer tedesco Dieter Rams: less but better.
Non ho ascoltato molta musica, esattamente come Sylvian. Ma ho ascoltato molta ottima musica. Per fare questo pero' ho dovuto cercarla in periodi diversi da quello presente, che per me musicalmente e' abbastanza avaro di emozioni.
La seconda cosa che mi ha colpito e' il richiamo al periodo di transizione, sia personale che globale. Ho la netta sensazione che sia cosi', e a personale e globale aggiungerei anche musicale.
La terza e' questo richiamo a una musica che sia small, still, sustained. Che sappia dialogare con il silenzio, anziche' imporsi su di esso.
Credo che questa musica sia oggi l'unica capace di rappresentare il mondo dentro di me. Ma e' una musica interiore: non esistono dischi, la senti e basta, nemmeno sai se esiste davvero.
Dette tutte queste cose, ti ringrazio per avere condiviso i tuoi 15 dischi del 2009. Sicuramente a un certo punto, settimana prossima o quando tornero' dall'Italia, postero' la mia consueta lista di Engadina d'oro: 10 dischi, 5 film, 5 libri, 5 mostre - ma non aspettarti molti titoli nuovi, in nessuna di queste categorie.
E non e' vero che ascolto il triplo musica di te (come da quello che ho scritto sopra), al punto che mi imbarazza dire che meta' dei dischi che indichi non li ho mai ascoltati.
Per questa ragione la tua lista ha ancora piu' valore, perche' mi aiuta a recuperare titoli che mi erano passati inosservati. Grazie di cuore.
Myriamba -
Credo che ci sia un lungo lavoro pregresso da fare su se stessi prima di credere al principe azzurro e a Biancaneve. E' un punto di arrivo, non uno di partenza.
Grandissimi i Church, e il fatto che siano arrivati al ventitreesimo album me li rende infinitamente simpatici. Sangue australiano non mente. Quando ero da quelle parti mi sono reso conto che il segreto del rock australiano sta proprio in quel magnifico isolamento e in tutto quello spazio attorno a loro, che accomuna gruppi tra loro diversissimi, dai Church ai Radio Birdman, dai Necks ai Died Pretty.
Proprio mentre pensavo alla mia lista, mi chiedevo se stavo cadendo a mia volta vittima di tale fenomeno. E qui le tue osservazioni sulla rarefazione degli ascolti, sulla maggiore selezione alal fonte, sul silenzio e sulla dilatazione di tempi e modi d fruizione si inseriscono alla perfezione.
Nicola
Proprio mentre pensavo alla mia lista, mi chiedevo se stavo cadendo a mia volta vittima di tale fenomeno. E qui le tue osservazioni sulla rarefazione degli ascolti, sulla maggiore selezione alal fonte, sul silenzio e sulla dilatazione di tempi e modi d fruizione si inseriscono alla perfezione.
Nicola
Qualche giorno fa sono andato a rileggermi una cosa che scrivemmo a sei mani nel 2001, con Alessandro Achilli e Gigi Longo:
"Non pensando al genere come concetto limitativo, Prospettive Musicali vuole suggerire percorsi di ascolto eterogenei. Prospettive Musicali potrĆ accostare musiche medioevali e avanguardie elettroniche, free jazz e musiche per ambiente, danze etniche e partiture contemporanee, improvvisazione e composizione, avant rock e canzone, silenzio e rumore".
E' strano, per come sono fatto, che condivida ancora una cosa scritta quasi dieci anni fa, eppure sento che nella frase che ho riportato sia sintetizzato il senso del mio rapporto non solo con la musica, ma con l'arte piu' in generale.
Ma tutto questo ha senso soltanto se le tappe del percorso vengono approfondite, altrimenti si tratta di un turismo estetico senza molto spessore.
Forse sta in questo la spiegazione del mio ascoltare sempre meno musica: nell'approfondire l'esperienza, nel non permettere che l'ascolto sia superficiale, affrettato.
(E il senso di Engadina Calling sta invece nel far venire fuori questi pensieri, grazie al confronto con le opinioni di chi partecipa - per questa cosa ti ringrazio).
ma si Fabio, so che sei sempre stato un romanticone!
E hai ragione, ĆØ un punto di arrivo.