Surveillance is their busy work
Sabato mattina sono stato fermato, perquisito e schedato (sulla base delle severe norme anti-terrorismo fortemente volute da Tony Blair) da un solerte poliziotto, mentre scattavo una fotografia all'esterno di una galleria di Mayfair. Il paradosso consiste nel fatto che all'interno della galleria, la Spruth Magers, e' in corso una personale di Barbara Kruger, che sulle tematiche della sorveglianza, del controllo e del conflitto sociale ha costruito il suo percorso artistico.
La mostra e' piccola, ma straordinariamente coinvolgente (immagino anche perche' la schedatura poliziesca mi aveva messo nell'umore giusto per comprendere fino in fondo gli slogan dell'artista americana). Sono tutti lavori di piccole dimensioni, costruiti su fotografie trovate sulle quali sono sovraimpresse scritte che fanno pensare a una dimensione conflittuale tra individuo e convenzioni sociali, specie afferenti alla sfera del consumo. Anche per questo, i primi riferimenti che vengono alla mente sono quelli con i collage dadaisti e le performance situazioniste.
Paradossalmente, e non sono mai riuscito a spiegarmi la dinamica che ha fatto avvicinare i due soggetti, qualche anno fa la Kruger ha accettato di collaborare a una controversa campagna pubblicitaria di Selfridges, che usava sarcasticamente sentenze quali Buy me I'll change your life e You want it you buy it you forget it. Immagino che non tutto il pubblico del department store abbia colto l'ironia, e peraltro i collage anti-consumisti della Kruger passano di mano per cifre che superano facilmente i 50 mila dollari.
La mia giornata Barbara Kruger si e' conclusa degnamente alcune ore dopo a South Kensington. Cammino verso l'Istituto Culturale Francese, immerso nei miei pensieri. Poco davanti a me cammina una donna molto magra. Apre la porta dell'istituto e mentre sto per passare me la chiude violentemente addosso. Poi la riapre e si mette in mezzo, a sbarrarmi il passaggio. La guardo e vedo che ha tutto il volto graffiato e gli occhi azzurri di ghiaccio, sgranati e spiritati. Resta ferma a guardarmi con aria di sfida, e poi scandisce, ma come un sibilo, la frase I do not obey. Molto Barbara Kruger, infatti.
[Questo post verra' raccontato ad Alaska, su Radio Popolare, Martedi' 22 Dicembre a mezzogiorno e poi in replica alle 21].
Commenti
Lo so bene; e' stato un amico (che mi ha confessato l'episodio) - violento e manesco - a graffiarle il viso durante un gioco tra adulti in cui lei rifiutava di farsi sottomettere.
(Fantasia o realta'? E' importante distinguere?)
Giornata inquietante. Until further notice Barbara Kruger, Sophie Calle, Nan Goldin e compagnia bella sono bandite dalle mie flanerie sabatine.
Myriam -
Sapevo che era ammalato di cancro, povero Jason. Ci sono risvolti?
Lo ricordo bene una sera al 93 Feet East, quando dopo un concerto mi rincorse in cortile per salutarmi, che persona cordiale.
Il contingente di musicisti di Louisville (lui, David Grubbs, Will Oldham) sono dal punto di vista umano persone incredibili: cordiali e amichevoli, ti sembra di conoscerli da sempre. David la prima volta che ci incontrammo a Chicago mi invito' a pranzo da lui e poi mi porto' in giro per farmi conoscere caffe' e negozi di dischi della sua zona.
Del concerto dei Dirty Three mi ha appena scritto Veronica, che mi ha anche detto che vi siete conosciute.
Tra l'altro ho messo un messaggio per il biglietto sul blog della Chiara ed e' venuta lei al concerto. Anche Chiara, molto simpatica, molto rocker. Hai proprio un bel giro di amiche, mancavi solo tu :)
Sapevi di Jason e non mi hai detto nulla? fai girare la notizia ed il link che ti ho mandato su facebook..magari qualcuno fa un'offerta per aiutarlo. Mi ricordo perfettamente di quella sera, io ero troppo, troppo impressionata per parlarci...
Fabio non ci siamo piĆ¹ beccati noi, hope to catch up soon! Bellissimo il racconto Barbara Kruger... e inquietante la donna con gli occhi di ghiaccio che ti sbarra la strada. ciaoo !
PS rocker? hihihi maybe, dipende dalle serate, ieri si vede che mi sentivo rocker :-)
Si' dai, tienimi informato sui prossimi concerti ai quali vai, cosi' Teo non si annoia nemmeno a Natale :D
Certo, difficile credere che in contesto simile il suo messaggio si sia potuto salvare dall'esserne assorbito. Un braccio di ferro improbabile.
(peccato che per ora non riesco a vedere il sito di BK, riproverĆ²)
Per sabato prossimo se non vuoi inquietarti consiglio una Vanessa Beecroft ultimo periodo:)
Sabato prossimo credo di andare al Design Museum, mostra di Dieter Rams. Con i frullatori non dovrei farmi troppo male e le lame nei rasoi elettrici sono ben nascoste.
in da loop, in da loop
a presto!
Da pochi giorni nelle migliori librerie italiane, scritto da Antonio "Tony Face" Bacciocchi (leggendario prime mover della scena mod del Belpaese), e' disponibile l'agile volumetto "Mod Generations - Storia, Musica, Rabbia & Stile", simpatico breviario introduttivo alla scena modernista.
Ride that Vespa!
Ehm, del resto, avendo la rivista per la quale scrivi messo Silvio Berlusconi in copertina, immagino che la definizione sia diventata parecchio elastica di questi tempi...
Marco -
Tony Face! Not Moving! Grandissimi!
Considerando che erano del piacentino, quindi non distante da dove sono cresciuto, mi diedero molta speranza.