Sulla strada
Premetto che non ho ancora trovato il tempo per vedere il film, pero' la colonna sonora dell'adattamento cinematografico di The road di Cormac McCarthy la sto ascoltando davvero spesso.
Autori sono Nick Cave e Warren Ellis, anche se le sonorita' rimandano ai volumi di modern composition pubblicati da ECM New Series e Rune Grammofon (il violino di Ellis su questo disco ricorda davvero molto nei toni l'hardanger fiddle di Nils Okland).
Nonostante la tematica post-apocalittica del libro, la musica scritta da Cave e Ellis e' meditativa, malinconica, crepuscolare, se si fa eccezione per le due tracce all'interno delle quali compaiono percussioni (molto Birthday Party/ primi Bad Seeds, peraltro).
Spesso, per rimanere in ambito colonne sonore, tornano in mente le composizioni dell'ungherese Mihaly Vig che accompagnano i film di Bela Tarr (l'indimenticabile musica di Werckmeister harmoniak su tutte).
Viene anche in mente un frammento di La vita segreta delle canzoni d'amore:
Nel rock contemporaneo, l'area in cui io opero, la musica sembra essere meno incline ad avere nella propria anima, irrequieta e fremente, la tristezza di cui parlava Lorca. Eccitazione, spesso; collera, a volte, ma la vera tristezza, raramente. Bob Dylan ce l'ha sempre. Leonard Cohen non si occupa d'altro. Essa perseguita Van Morrison come un cane nero e, per quanto lui ci provi, non può sfuggirle. Tom Waits e Neil Young possono chiamarla a raccolta. I miei amici Dirty Three ne hanno in quantità ma, dopo tutto, sembra quasi che il duende sia troppo fragile per sopravvivere alla frenetica modernità dell'industria musicale.
Mi sto domandando se ho davvero voglia di andare a vedere il film, oppure se preferisco continuare a usare questo disco per sonorizzare le luci grigie di questo poco luminoso Gennaio londinese, per il quale sembra fatto apposta.
Autori sono Nick Cave e Warren Ellis, anche se le sonorita' rimandano ai volumi di modern composition pubblicati da ECM New Series e Rune Grammofon (il violino di Ellis su questo disco ricorda davvero molto nei toni l'hardanger fiddle di Nils Okland).
Nonostante la tematica post-apocalittica del libro, la musica scritta da Cave e Ellis e' meditativa, malinconica, crepuscolare, se si fa eccezione per le due tracce all'interno delle quali compaiono percussioni (molto Birthday Party/ primi Bad Seeds, peraltro).
Spesso, per rimanere in ambito colonne sonore, tornano in mente le composizioni dell'ungherese Mihaly Vig che accompagnano i film di Bela Tarr (l'indimenticabile musica di Werckmeister harmoniak su tutte).
Viene anche in mente un frammento di La vita segreta delle canzoni d'amore:
Nel rock contemporaneo, l'area in cui io opero, la musica sembra essere meno incline ad avere nella propria anima, irrequieta e fremente, la tristezza di cui parlava Lorca. Eccitazione, spesso; collera, a volte, ma la vera tristezza, raramente. Bob Dylan ce l'ha sempre. Leonard Cohen non si occupa d'altro. Essa perseguita Van Morrison come un cane nero e, per quanto lui ci provi, non può sfuggirle. Tom Waits e Neil Young possono chiamarla a raccolta. I miei amici Dirty Three ne hanno in quantità ma, dopo tutto, sembra quasi che il duende sia troppo fragile per sopravvivere alla frenetica modernità dell'industria musicale.
Mi sto domandando se ho davvero voglia di andare a vedere il film, oppure se preferisco continuare a usare questo disco per sonorizzare le luci grigie di questo poco luminoso Gennaio londinese, per il quale sembra fatto apposta.
Commenti