How suite it is
La sera che sono tornato a Milano, appena entrato in casa ho aperto la radio su Battiti proprio nel momento nel quale stava iniziando un'intervista a Manfred Eicher. Parlando delle ragioni per le quali nel 1984 decise di affiancare all'ECM la New Series, Eicher ha citato l'importanza di promuovere musica non necessariamente recente in fatto di composizione, ma che si presta a un'interpretazione in qualche modo nuova. Per chiarire cosa intendesse ha citato i volumi di sonate di Beethoven e di partite (che e' sinonimo di suite) di Bach eseguite al piano dal mio concittadino Andras Schiff.
Non finiro' mai di consigliare, anche a chi d'abitudine non frequenta territori classici, di avvicinarsi con disponibilita' alla musica da camera di Johann Sebastian Bach, come ho gia' fatto recentemente sia qui che a Prospettive Musicali. Le interpretazioni di Schiff , in particolare, sono di una leggerezza, di una trasparenza, di un dinamismo che le rendono straordinariamente fresche e moderne.
Le sei partite (originariamente scritte per clavicembalo) le trovate riunite in un doppio disco che segue un ordine tutto suo. Si inizia con la quinta, segue la terza, e si continua secondo uno svolgimento personale che grosso modo mi sembra seguire un percorso logico dall'andamento vivace e gioioso dei primi movimenti a quello intimista e notturno degli ultimi.
Al di la' di qualsiasi considerazione tecnica, quello che davvero trovo sconvolgente, e capita ogni volta che ascolto Bach, e' la naturalezza con la quale la sua musica ci accompagna verso uno stato di distacco dalle cose del mondo, che pero' le cose del mondo ce le fa osservare e comprendere con straordinaria chiarezza, come da una prospettiva elevatissima.
Ascoltare Bach e' come fare una bella passeggiata in montagna, circondati da aria fresca e pura. Passo dopo passo, ci liberiamo dagli affanni, e in quel silenzio ritroviamo, senza alcuno sforzo, noi stessi.
In un certo senso, la musica di Bach e l'Engadina sono solo manifestazioni diverse della stessa dolce sensazione di naturale armonia con tutte le cose.
Non finiro' mai di consigliare, anche a chi d'abitudine non frequenta territori classici, di avvicinarsi con disponibilita' alla musica da camera di Johann Sebastian Bach, come ho gia' fatto recentemente sia qui che a Prospettive Musicali. Le interpretazioni di Schiff , in particolare, sono di una leggerezza, di una trasparenza, di un dinamismo che le rendono straordinariamente fresche e moderne.
Le sei partite (originariamente scritte per clavicembalo) le trovate riunite in un doppio disco che segue un ordine tutto suo. Si inizia con la quinta, segue la terza, e si continua secondo uno svolgimento personale che grosso modo mi sembra seguire un percorso logico dall'andamento vivace e gioioso dei primi movimenti a quello intimista e notturno degli ultimi.
Al di la' di qualsiasi considerazione tecnica, quello che davvero trovo sconvolgente, e capita ogni volta che ascolto Bach, e' la naturalezza con la quale la sua musica ci accompagna verso uno stato di distacco dalle cose del mondo, che pero' le cose del mondo ce le fa osservare e comprendere con straordinaria chiarezza, come da una prospettiva elevatissima.
Ascoltare Bach e' come fare una bella passeggiata in montagna, circondati da aria fresca e pura. Passo dopo passo, ci liberiamo dagli affanni, e in quel silenzio ritroviamo, senza alcuno sforzo, noi stessi.
In un certo senso, la musica di Bach e l'Engadina sono solo manifestazioni diverse della stessa dolce sensazione di naturale armonia con tutte le cose.
Commenti
Andras Schiff l'ho sentito prima qui in Norvegia anni fa e poi lo scorso maggio a Vienna, al Musikverein, dove ha suonato per oltre tre ore filate, Schumann e Beethoven, una perfezione sovrumana, e sono certa che avrebbe potuto andare avanti con la stessa perfezione per altre tre ore, per sempre probabilmente. PerchĆØ, lui, si divertiva.
Sono semplicemente migliori.
Pure le sue esecuzioni di Beethoven (anche quelle su ECM New Series) sono di una bellezza che lascia senza fiato.
Sei riuscita nel cimento sovrumano di descrivere quello che sento quando ascolto Bach, quella ricomposizione degli opposti che fa ritrovare se stessi con una naturalezza impossibile da definire.
Medicina per l'anima, che ci rinnova ogni volta che ci affidiamo ad essa.
Qohelet -
Sono le suite tedesche, le ultime che ha scritto, piu' complesse e libere, ma non meno belle.
Peraltro le suite inglesi non le ho ancora nella mia collezione bachiana (in fase espansiva). Qualcuno mi sa consigliare un'esecuzione/ edizione che posso cercare?
A £108.99 mi sembra davvero un affare, considerando che si tratta di musica che curera' l'anima per tutta la vita.
Adesso procedo.
Grazie per il suggerimento.