I will survive

Tutte le volte che torno in Italia cerco di ritagliarmi un paio d'ore per godermi un bel film italiano. Questa volta sono andato a vedere L'uomo che verra', di Giorgio Diritti, regista che qualche anno fa aveva diretto quel piccolo capolavoro che era Il vento fa il suo giro.

Il vento fa il suo giro resta tutto sommato un film piu' originale, con una tematica piu' attuale (e paradossalmente moderna) rispetto a L'uomo che verra'. E pero', nella differenza, anche temporale, dei temi (Il vento fa il suo giro racconta la storia ambientata nel presente di una famiglia che fugge dalla civilta', mentre L'uomo che verra' ricostruisce la strage di Marzabotto) colpisce il linguaggio tutto sommato simile delle due pellicole.

Quello di Diritti e' cinema che ricostruisce nei dettagli ambienti sociali, prima ancora che storie, e in quegli ambienti ci permette di entrare, di farne esperienza diretta, come se di quelle comunita' fossimo parte in prima persona e ne condividessimo gesti e rituali quotidiani.

E se nei suoi film a esplodere sono spesso emozioni negative collettive, la redenzione individuale nelle sue storie resta comunque possibile, se si ha il coraggio di esplorare strade personali e di affrontare rischi. In questo senso, quello di Diritti mi sembra cinema importante, per questa sua capacita' di mettere al centro della scena il tema della responsabilita' individuale nei confronti della collettivita', l'agire socialmente responsabile. Un agire complesso, rischioso, con conseguenze spesso incalcolabili.

Non ci sono eroi nel cinema di Diritti: solo persone come noi, che diventano protagoniste di un agire che puo' essere terribile quanto salvifico, per se' e per tutti gli altri.

Film diversi i suoi, ma che hanno in comune domande alle quali dare una risposta e' molto, molto difficile. Come per esempio, quale sia il senso del nostro essere uomini e come sia possibile realizzare noi stessi in armonia con le comunita' delle quali facciamo parte, per scelta o per necessita'.

Commenti

Pablo ha detto…
Ciao Fabio, sabato sera ho visto il film di Diritti e l'ho trovato strepitoso. In genere un buon film mi piace subito ma poi quello che mi convince nel consigliarlo agli amici ĆØ quanto ti rimane in testa e ti fa tornare con la mente su certi passaggi e ti da materiale nuovo su cui riflettere. In particolare alcune immagini hanno una forza evocativa incredibile e mi hanno emozionato come alcuni racconti di Pavese dove ritrovi la terra e il sangue delle tue origini. E questa emozione che viene liberata diventa energia per rinnovare te e la vita di chi ti sta accanto con questa speranza nella vita e nel canto.
Fabio ha detto…
Proprio cosi', vengono in mente le atmosfere di Fenoglio e Pavese, e per me, attraverso quelle, gli anni del liceo quando Fenoglio e Pavese ce li facevano leggere e commentare.

Chissa' se li fanno leggere ancora nelle scuole, immagino proprio di no. Poi ci si stupisce se i giovani italiani di fronte a un tentativo di ragionamento sulla disoccupazione fischiano scomposti e mandano i messaggini che vogliono sentire Pupo.

Nel film di Diritti si respira un'Italia semplice e bellissima, che lottava per liberarsi dalla dittatura e di quella stessa gente che invece gli italiani di adesso votano felici.

Qualche giorno fa a Milano ho visto una scritta su un muro. Diceva: Mentre leggi Berlusconi te mette nel culo.

Neanche una scritta come quella pero' sembra svegliare le coscienze.

Un film a suo modo attualissimo.
Andre ha detto…
Concordo in tutto e per tutto.
Ho visto "Il vento fa il suo giro" e mi sono sentito davvero parte di quel posto, di quel momento...

Spero che prima o poi "L'uomo che verrĆ " venga programmato anche qui nella sperduta provincia di Imperia! :-)
Fabio ha detto…
Mi auguro di si'. Sognando a occhi aperti mi piacerebbe venisse proiettato in tutte le scuole. Sognando ad occhi aperti, appunto.
rose ha detto…
Bello, mi ĆØ parso anche piĆ¹ riuscito (un fatto di sceneggiatura, penso) di Il vento fa il suo giro. Un tema piĆ¹ "classico", ma rinnovato dalla ricostruzione d'ambiente, attenta e struggente ma senza retorica. Particolarmente straziante per me che sono mezza emiliana... poi tutti bravi gli interpreti, usate bene anche le attrice famose. Se non avessi pianto come una vite tagliata me lo andrei a rivedere. (All'Anteo perĆ² mi ĆØ sembrata una proiezione cosƬ cosƬ: non so se c'ĆØ qualcosa di traditore nel fatto che sia girato in digitale, boh.)
Fabio ha detto…
Pensa Rose che ero cosi' dentro quella comunita', cosi' parte della storia, che non ho neanche fatto caso al fatto che fosse stato girato in digitale.

A questo proposito, la differenza tra digitale e pellicola mi sembra si sia assottigliando sempre piu': mi pare di capire che anche i film girati in pellicola poi vengono ripuliti con procedure digitali (ma non sono un tecnico, ripeto a pappagallo cose che lessi tempo fa, magari non piu' valide).

E invece il fascino dei vecchi film sta proprio nei granelli di polvere e nel montaggio meno che perfetto.

Qualche mese fa ero al Cine Lumiere, il cinemino dentro l'Istituto Culturale Francese, e durante la proiezione si e' strappata la pellicola.

Mi sono quasi commosso.

L'uomo che verra' l'ho visto anch'io all'Anteo, sala 100. Resta una tappa fissa dei miei ritorni milanesi. Tra l'altro ho lavorato nella tua zona, ma lavorato troppo, al punto che non sono riuscito a chiamarti per berci un te' insieme, e mi e' spiaciuto.

Certo che uscire dalla metro di Porta Garibaldi fa abbastanza paura, dalle tue parti sta nascendo una citta' del tutto nuova e un po' inquietante.
Soledad ha detto…
La tua commozione per la pellicola strappata mi ha fatto sorridere, al cinemino dove vado io la pellicola bruciata ĆØ all'ordine del giorno. Oppure non si spengono le luci o non funziona l'audio. Seguono i moccoli (da buon toscano)dell'operatore...un po' Nuovo Cinema Paradiso. Il film non ĆØ ancora passato da lƬ, proiettano seconde visioni e bisogna attendere un po'.
Se hai nostalgia degli imprevisti anni '70 passa dalle mie parti :)

Un caro saluto
Fabio ha detto…
La pellicola bruciata e l'audio che non funziona, un tempo al Cine Lumiere erano di rigore, facevano parte dell'esperienza, al punto che secondo me agli abituee (come il sottoscritto) un po' mancano.

La luce che non si spegne pero' mi fa schiantare. Vedere un film con la luce accesa dev'essere un po' come (omissis) in piena luce :)

Non sapevo frequentassi ancora questi lidi Sole, mi fa troppo piacere, un abbraccio.
Anonimo ha detto…
Io non l'ho ancora visto. ResisterĆ² ancora per poco, non per timore di essere deluso quanto di soffrire troppo. Quei luoghi, quei tempi ed i loro racconti mi toccano da vicino ed in questi casi ĆØ terribilmente dura.
Fabio ha detto…
Preparati, perche' e' davvero un film che non fa sconti, di un realismo esasperante. Tutta la seconda parte e' parecchio difficile da vedere.

Proprio per questo va visto, per la straziante umanita' che esce dallo schermo e ti prende alla gola.

E' importantissimo non dimenticare, specie in questo cupo, abissale momento storico per il nostro Paese.