E a proposito di Glenn Jones
Visto ieri pomeriggio al Barbican, nel corso della retrospettiva dedicata a Roman Polanski.
Cul-de-sac, vincitore dell'Orso d'oro al festival di Berlino nel 1966, e' un film originale e contemporaneamente ricchissimo di rimandi classici. A me sono venuti in mente soprattutto Bergman, per l'ambientazione e i tempi, Welles per le situazioni e i personaggi (il cattivo sembra un incrocio tra Orson Welles e Tom Waits), il teatro di Beckett per l'assurdo che domina tutta la storia dal primo all'ultimo fotogramma.
Storia che e' molto semplice: due gangster in fuga trovano rifugio su un'isola, presso un castello i cui proprietari, una coppia bizzarra e incompatibile, vengono presi in ostaggio. In tutto questo non c'e' un reale dramma, piuttosto un senso di psicosi collettiva, decadenza, auto-distruzione, assenza di finalita', pressione psicologica, assurdita', senso dello humour nero come la notte.
Molto efficace l'interpretazione della fascinosa Francoise Dorleac, la sorella piu' grande di Catherine Deneuve, che ci lascio' solo venticinquenne, poco dopo aver terminato di girare questo film (stava correndo all'aeroporto, in ritardo per il suo volo, e perse il controllo della sua Renault 10, che usci' di strada e si incendio', intrappolandola tra le fiamme).
E ancora una volta emerge la bravura di Polanski nel rappresentare la stranezza del comportamento umano, tratto d'unione e interesse principale di tutta la sua cinematografia.
La rassegna si concludera' Sabato prossimo con Dance of the vampires e, la sera nell'auditorium, con un concerto di Tomasz Stanko che rileggera' le migliori pagine scritte da Krzysztof Komeda per Polanski.
Cul-de-sac, vincitore dell'Orso d'oro al festival di Berlino nel 1966, e' un film originale e contemporaneamente ricchissimo di rimandi classici. A me sono venuti in mente soprattutto Bergman, per l'ambientazione e i tempi, Welles per le situazioni e i personaggi (il cattivo sembra un incrocio tra Orson Welles e Tom Waits), il teatro di Beckett per l'assurdo che domina tutta la storia dal primo all'ultimo fotogramma.
Storia che e' molto semplice: due gangster in fuga trovano rifugio su un'isola, presso un castello i cui proprietari, una coppia bizzarra e incompatibile, vengono presi in ostaggio. In tutto questo non c'e' un reale dramma, piuttosto un senso di psicosi collettiva, decadenza, auto-distruzione, assenza di finalita', pressione psicologica, assurdita', senso dello humour nero come la notte.
Molto efficace l'interpretazione della fascinosa Francoise Dorleac, la sorella piu' grande di Catherine Deneuve, che ci lascio' solo venticinquenne, poco dopo aver terminato di girare questo film (stava correndo all'aeroporto, in ritardo per il suo volo, e perse il controllo della sua Renault 10, che usci' di strada e si incendio', intrappolandola tra le fiamme).
E ancora una volta emerge la bravura di Polanski nel rappresentare la stranezza del comportamento umano, tratto d'unione e interesse principale di tutta la sua cinematografia.
La rassegna si concludera' Sabato prossimo con Dance of the vampires e, la sera nell'auditorium, con un concerto di Tomasz Stanko che rileggera' le migliori pagine scritte da Krzysztof Komeda per Polanski.
Commenti
Grazie per il consiglio Lo.
Myriamba -
Non sto seguendo, ma apprendo da Wikipedia che: On January 22, 2010, California Superior Court Judge Peter Espinoza ruled that Polanski must return to be sentenced.
E' uscito dal carcere (ma comunque in stato di detenzione) dopo aver pagato una cauzione di svariati milioni di dollari.
Tramite i suoi legali, ha chiesto di essere giudicato "in absentia" e di non dover andare negli USA di fronte al tribunale che dovra' processarlo per il crimine di cui e' imputato.
Invece, qualora venisse condannato ma - al momento del giudizio - si trovasse in Svizzera, occorrerebbe iniziare un nuovo procedimento (di estradizione) con conseguente allungamento dei tempi.
Credo che, sia i magistrati statunitensi che lo vogliono giudicare (ed al cui giudizio lui non si oppone) che i suoi avvocati pagati per fare tutto cio' che e' possibile per difenderlo, inizieranno un lungo tira e molla sulla questione.
Staremo a vedere.
Resta il mistero (per me, almeno) di come mai la giustizia si sia svegliata ora, come se l'accaduto fosse venuto a galla da poco e non fosse, invece, fatto notorio e ampiamente riportato.
In effetti anch'io, che di questioni legali sono peraltro totalmente digiuno, mi sono domandato come mai il mandato di arresto per un reato commesso nel 1977 sia stato spiccato nel 2005, dopo peraltro che la vittima lo aveva perdonato (in cambio di una discreta sommetta).
Se non ricordo male l'omicidio e' l'unico reato che non cade mai in prescrizione (almeno nel diritto penale italiano, per il diritto internazionale non so).
Quindi anche per me questa recrudescenza della giustizia amricana nei confronti dell'anziano regista non si spiega.
A questo punto se qualcuno che ne sa di diritto americano passasse di qui e volesse darci una spiegazione, sarebbe benvenuto.