The same Deepwater as you

[Bloomsbury, Giugno 2010]

Oggi cercando tutt'altro, attraverso quei percorsi strani che seguiamo navigando in rete, mi sono imbattuto in un'intervista a Stone Gossard (quanti di voi si ricordano ancora questo disco? Io ricordo che il vinile aveva 2 facciate A ripetute, e mi ero convinto che fosse un errore....):

I really enjoy not getting in a car and running errands on bikes. I'm excited about it from a lot of different points of view. A lot of fun stuff happens when you go out on a bike compared to when you're in a car. You're more in the environment. It's enjoyable. Even when it's raining it's still fun.

You take different routes; you have different reasons for taking different routes. I've seen neighborhoods that I would have never driven through because I'm riding my bike, because I'm looking for side roads, looking for maybe more hills or less hills depending if I'm exercising or not. You see a lot more, and you get the flow of a city a lot more.

E' il momento di assaltare la Bastiglia del petrolio, si intitola un bell'articolo del professor Ulrich Beck della London School of Economics, tradotto anche su Repubblica di sabato scorso.

Stamattina S. mi ha invitato a passare qualche giorno nella sua bella casa di Bormio quando tornero' in Italia. Manca poco, e non vedo l'ora di infilarmi i miei scarponcini da montagna e partire. E al ritorno, passando da Tirano, potrei anche salire su quel trenino rosso e seguire il richiamo dal quale questo blog ha preso il titolo.

Commenti

Unknown ha detto…
beh i Mother Love Bone erano tutti molto avanti..mi ricordo ancora di Jef Ament che mi parlo' del suo verduraio durante un'intervista, ma si puo'! :)
Stone ha una santa ragione. Sto facendo le stesse strade che faccio in macchina quasi regolarmente a Londra, a piedi. La bici la trovo un po' pericolosa qui a Londra, devo essere onesta. E quante cose nuove scopri a piedi, e' increbile. La citta' scorre ancora meno lentramente che in bicicletta e ne assaporti ogni metro quadro.
Bell'articolo quello del link, quando ho un po' di tempo lo leggo magari in inglese.
Buone vacanze, io quest'estate rimango qui a Londra e scappero' l'inverno a farmi un bagno di luce sui ghiacciai del sud.
Fabio ha detto…
A me fa sempre un certo effetto assistere, oggi, alla corsa per accaparrarsi un posto per vedere i Pearl Jam in qualche stadio, o alla proliferazione di magliette dei Nirvana, trasformati in culto.

Ricordo forse troppo bene quando non erano nessuno, e si fermavano a parlare tranquillamente con il pubblico dopo i concerti.

Fa molto pensare, sui meccanismi dello stardom. Peraltro della serata a parlare con Kurt Cobain e Chris Novoselic dopo il loro primo concerto al Bloom (pubblico di 200 persone), ricordo assai poco (mentre il concerto lo ricordo molto bene). Nessuno dei due mi colpi' particolarmente. Kurt era totalmente fatto, avra' detto 15 parole in un'ora, mentre Chris non e' stato zitto un momento, ma non ricordo in particolare nulla di interessante in quello che ha detto.

Ricordo anche che subito dopo la pubblicazione di Nevermind, mi capito' di parlare con Jack Endino, che produsse (si fa per dire) Bleach. Era incredulo del fatto che Nevermind avesse venduto, allora, 200 mila copie.

A oggi, le copie di Nevermind vendute nel mondo sono 26 milioni.
Unknown ha detto…
I Nirvana cambiarono il concetto di musica "indipendente" e/o "alternativa"