Jonny Greenwood, Norwegian wood OST (Nonesuch, 2011)
Sembra una domenica di fine ottobre, piove e il cielo e' grigio. Io che di solito Internet la domenica non so nemmeno se esiste, oggi non riesco a staccarmi, in attesa dei dati sull'affluenza alle urne.
Da una mia stima tra amici e conoscenti, non sono molti gli italiani all'estero che si sono preoccupati di iscriversi all'apposito registro anagrafico che consente di ricevere le schede elettorali e votare comodamente dal proprio soggiorno. Direi che siamo attorno al 15-20 per cento, forse un po' di piu' tra chi e' qui da almeno 2 o 3 anni.
Poi vanno presi in considerazione quelli che cambiano indirizzo e non lo dichiarano subito, la disorganizzazione dei consolati (quello di Londra e' un delirio), qualche disguido postale, e il quadro e' completo: gli italiani all'estero sono un reale ostacolo al raggiungimento del quorum necessario alla validita' di questa fondamentale tornata referendaria.
Tra l'altro una delle schede che noi abbiamo votato (quella contro le centrali nucleari) e' stata invalidata, perche' contenente un quesito poi superato. Non e' chiaro se, almeno per questo quesito, verremo esclusi dalla base elettorale, come e' logico che sia.
Intanto, li' da voi sono quasi le 18, ma il dato (incoraggiante) del Viminale e' sempre fermo alle 12...
Mentre aspetto, leggo e ascolto un po' di musica. Pensavo oggi ascoltando la colonna sonora di Norwegian wood (ascolto frequente di queste settimane) che non avrei mai immaginato di provare fastidio ascoltando i Can, e invece sta succedendo. Non capisco davvero cosa c'entrino i Can con Murakami: se qualcuno ha visto il film me lo dice? Perche' io non ricordo che fossero citati in nessuno dei suoi libri, men che meno Norwegian wood.
Soprattutto non capisco che senso abbia intervallare la magnifica musica contemporanea scritta per il film da Jonny Greenwood, distesa evocazione delle composizioni di Gorecki e Penderecki per orchestra d'archi alle quali Greenwood sovrappone delicati e composti sapori d'oriente, con tre stranoti pezzi dei Can, che spezzano inutilmente l'atmosfera.
Consiglio di farsi da se' un disco con tutte le tracce di Greenwood in sequenza, per non disturbare inutilmente il flusso delle emozioni.
Questa e' una delle tracce che preferisco (la trovate anche in questa puntata di Prospettive Musicali), questo il trailer del film e questa una magnifica traccia estratta dalla colonna sonora, anche quella scritta da Jonny Greenwood, di There will be blood.
Ma non distraiamoci troppo, tra poco dovrebbero uscire i dati aggiornati sull'affluenza alle urne, e in questo soggiorno di una Clerkenwell bagnata di pioggia la tensione e' altissima.
Da una mia stima tra amici e conoscenti, non sono molti gli italiani all'estero che si sono preoccupati di iscriversi all'apposito registro anagrafico che consente di ricevere le schede elettorali e votare comodamente dal proprio soggiorno. Direi che siamo attorno al 15-20 per cento, forse un po' di piu' tra chi e' qui da almeno 2 o 3 anni.
Poi vanno presi in considerazione quelli che cambiano indirizzo e non lo dichiarano subito, la disorganizzazione dei consolati (quello di Londra e' un delirio), qualche disguido postale, e il quadro e' completo: gli italiani all'estero sono un reale ostacolo al raggiungimento del quorum necessario alla validita' di questa fondamentale tornata referendaria.
Tra l'altro una delle schede che noi abbiamo votato (quella contro le centrali nucleari) e' stata invalidata, perche' contenente un quesito poi superato. Non e' chiaro se, almeno per questo quesito, verremo esclusi dalla base elettorale, come e' logico che sia.
Intanto, li' da voi sono quasi le 18, ma il dato (incoraggiante) del Viminale e' sempre fermo alle 12...
Mentre aspetto, leggo e ascolto un po' di musica. Pensavo oggi ascoltando la colonna sonora di Norwegian wood (ascolto frequente di queste settimane) che non avrei mai immaginato di provare fastidio ascoltando i Can, e invece sta succedendo. Non capisco davvero cosa c'entrino i Can con Murakami: se qualcuno ha visto il film me lo dice? Perche' io non ricordo che fossero citati in nessuno dei suoi libri, men che meno Norwegian wood.
Soprattutto non capisco che senso abbia intervallare la magnifica musica contemporanea scritta per il film da Jonny Greenwood, distesa evocazione delle composizioni di Gorecki e Penderecki per orchestra d'archi alle quali Greenwood sovrappone delicati e composti sapori d'oriente, con tre stranoti pezzi dei Can, che spezzano inutilmente l'atmosfera.
Consiglio di farsi da se' un disco con tutte le tracce di Greenwood in sequenza, per non disturbare inutilmente il flusso delle emozioni.
Questa e' una delle tracce che preferisco (la trovate anche in questa puntata di Prospettive Musicali), questo il trailer del film e questa una magnifica traccia estratta dalla colonna sonora, anche quella scritta da Jonny Greenwood, di There will be blood.
Ma non distraiamoci troppo, tra poco dovrebbero uscire i dati aggiornati sull'affluenza alle urne, e in questo soggiorno di una Clerkenwell bagnata di pioggia la tensione e' altissima.
Commenti
conto di vedere presto il film e poi ti faccio sapere.
credo che il nesso comunque sia il cantante giapponese dei Can, no?
Si', puo' darsi che la presenza di Damo Suzuki sia il tratto d'unione tra i Can e Murakami, soprattutto per la presenza di Don't turn the light on, leave me alone" che fu la prima collaborazione tra i Can e Suzuki.
Conto anch'io di vedere presto il film, per risolvere l'arcano.
allo stesso modo il film ha delle bellissime scene naturali e ben poco di ciĆ² che riguarda la contestazione e gli anni in cui ĆØ ambientato se non forse come sfondo sociale e culturale dei personaggi e sentimenti che vi vengono raccontati.
e forse le due cose sono inseparabili.
direi che mi ha ricordato alcune nostre discussioni su Adele H. e anche alcune cose che mi sono capitate.
forse non ĆØ memorabile ma ti ringrazio comunque di avermelo fatto scoprire.
Lo cerchero' anch'io e poi ti diro' che ne penso. Stasera ne parlavo con un amico cinefilo che non l'ha molto apprezzato, ma appunto desidero formarmi un'opinione mia.
Dov'ero io ĆØ arrivata gente ancor prima dell'apertura dei seggi, e alle 8 e cinque secondi protestavano col ditino sull'orologio.
A me basta fare un confronto tra gli inglesi, sudditi inebetiti dalle celebrita', e noi mediterranei, ricchi di passioni civili, capaci di scatti d'orgoglio come quelli delle ultime settimane.
La differenza sta tutta nella fotografia che ci lasci Lophelia, quella degli elettori col ditino sull'orologio. A loro, commosso, dico un grazie grande come tutto il nostro Paese, che si e' rivelato, ancora una volta, grandissimo.
Se tu ci dovessi andare, mi piacerebbe molto ne facessi un post.. se ti va. Un saluto e un abbraccio, Elena.
Tu andrai?