Nirmala Rajasekar, Into the raga (Innova, 2010)

Sono tornato a Londra martedi' e mi sono preso subito qualche acciacco: un forte raffreddore, mal di gola, un po' di febbre. In questo stato di debolezza fisica, riesco solo ad ascoltare musica che si deposita tutt'attorno con leggerezza, accarezzando gentilmente la mente.

Come per esempio la musica classica indiana, in particolare quella carnatica, piu' pura e pacifica, meno contaminata dalle tradizioni islamiche rispetto alla musica industana che si sviluppo' nelle regioni settentrionali.

Ascolto e riascolto questo bel volume di composizioni classiche, inciso dalla regina della veena, una specie di sitar a 21 corde e senza tasti, di grande complessita'. Che si fa accompagnare da strumenti altrettanto tradizionali: il violino indiano e due percussioni, il mridangam (che sembra un po' una tabla) e il ghatam (percussione tonale che ricorda nella forma un'anfora).

Questo In the raga, pubblicato l'anno scorso dalla sempre eccellente Innova, l'etichetta dell'American Composers Forum, si compone di dieci composizioni/ improvvisazioni distese, che generano un'atmosfera soffice non particolarmente diversa da certi dischi di contemporanee musiche ambientali (Brian Eno, Aphex Twin).

Mentre galleggiamo insieme sulle note di questo meditativo raga, vado a prepararmi l'ennesima tazza di te' verde di questa giornata, sperando mi passi questo fastidioso mal di testa.

Commenti

Endless Escape ha detto…
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