Dufay Collective, A dance in the garden of mirth (Chandos, 1994)

Piu' vado alla ricerca di raccolte di musica medioevale e rinascimentale, e piu' scopro un patrimonio di illimitate grazia e serenita'. Melodie e ritmi che mi viene spontaneo associare a una sobria armonia interiore, a una volontaria semplicita'.

Per tutta l'estate, e soprattutto nel periodo trascorso peregrinando tra monasteri, in Toscana, ho ascoltato quasi quotidianamente un volume di composizioni per cornetti e tromboni, strumenti non inusuali nella tradizione sacra rinascimentale italiana. Quel disco l'ho trasmesso anche un paio di volte alla radio, sempre raccogliendo commenti favorevoli.

Al mio ritorno a Londra, sono riuscito a mettere le mani su una copia di un disco quasi coevo a quello (entrambi risalgono a quasi vent'anni fa), che mi sta regalando la soddisfazione di ascoltare strumenti, suoni e strutture melodiche dei quali mai avevo fatto esperienza in precedenza.

Il programma di questa danza nel giardino del mirto comprende musica strumentale medioevale, composta da musicisti italiani e francesi nel corso del tredicesimo e quattordicesimo secolo.

A interpretare queste affascinanti composizioni e' un collettivo londinese attivo da quasi venticinque anni, pur se con frequenti cambi di formazione (solo due componenti restano dalla formazione originale).

Questo loro volume e' piacevolissimo, specie per la varieta' delle atmosfere, che passano da brani di intima semplicita' ad altri piu' collettivi, che immaginiamo danzati in piazze medioevali durante gioiose celebrazioni.

Musica che rasserena la mente, ci porta a uno stato di calma imperturbabile dalla frenesia del mondo attorno a noi, generando uno stato di naturale equilibrio e di indipendenza di pensiero.

Molto piu' di un buon disco insomma. Provate ad ascoltare questo bel saltarello italiano, o magari questa istanpitta. Proprio altra musica, sentirete.

Possano queste aggraziate danze portare serenita' nel vostro fine settimana.

Commenti

arte ha detto…
In quali monasteri sei stato?
Fabio ha detto…
Monastero e eremo di Camaldoli e della Verna. Sei stata? Mi ha colpito soprattutto la vita comunitaria, niente affatto diversa in spirito da quella della quale avevo fatto esperienza in ashram indiani.

Tornato a Londra ricordo che tutto attorno a me mi sembrava strano, disarmonico, inutilmente frenetico.

Le musiche del Dufay Collective e di His Majestys Sagbutts & Cornetts (i miei hit estivi di quest'anno in pratica...) mi hanno aiutato a riportare un po' di equilibrio.
arte ha detto…
Conosco molto bene.
Alla Verna sono stata l'ultima volta una decina d'anni fa, mentre a Camaldoli quattro anni fa. Bellissima passeggiata dal monastero all'Eremo. Luoghi evocativi e bellissimi.
Fabio ha detto…
Guarda, mi sbilancio Arte: i sentieri che partono dall'eremo (Monte Penna, Poggio Scali...) non devono invidiare nulla all'Engadina.

Mi hanno regalato le stesse emozioni di pace e rilassatezza mentale assoluta, mentre camminavo leggero come poche volte sono stato.
aureliaNMJ ha detto…
Bellissima musica. Trasmetto subito a Jacques le Grand!Grazie per il link carissimo.
Fabio ha detto…
Tres bien, mon cheri! Salutami Jacques le grand, Noah, gli eredi, e un bacio a te :)