Stile Antico, Media vita (Harmonia Mundi, 2010)
Mi affascina molto, l'avrete capito, il fatto che di alcuni tra i massimi compositori della early music sappiamo molto poco. Qualche giorno fa abbiamo parlato di monsieur de Sainte-Colombe, del quale nemmeno conosciamo piu' il nome di battesimo.
Anche di John Sheppard, l'autore di una raccolta di composizioni religiose intitolata Media vita, non conosciamo molto. Fu corista, prima qui a Londra, presso la Cattedrale di San Paolo, e poi a Oxford. Piu' o meno e' tutto qui quello che si sa di questo geniale compositore di musica corale polifonica.
Del resto, anche di questo abbiamo gia' parlato sia qui che alla radio, la early music ha vissuto un lungo, lunghissimo oblio attraverso i secoli, e solo negli ultimi anni stiamo riscoprendo raccolte che spesso (come nel caso di Sheppard) non furono mai pubblicate, e sopravvissero nei secoli solo in forma di manoscritti.
L'altra cosa che mi affascina e' il fatto che musica che arriva da tempi cosi' lontani sappia instaurare, con estrema naturalezza, un dialogo emotivo vivissimo con il sentire contemporaneo. Con la nostra, molto contemporanea, ricerca di senso e direzione.
Media vita e' una riflessione sulla fragilita' e finitezza della nostra vita. E sulla nostra umanissima aspirazione alla salvezza, attraverso una coraggiosa assunzione di responsabilita'.
Al di la' della loro affascinante complessita' (provate a comparare le polifonie di Sheppard a quelle di Tallis, e vi renderete conto di quante piu' linee corali disgiunte e apparentemente fuori sincrono Sheppard introduceva nelle sue composizioni: forse per questo ci sembrano cosi' moderne... non vi ricordano a tratti il primo Philip Glass, che la early music deve averla conosciuta molto bene quando scrisse Music with changing parts e Music in twelve parts?), non possiamo restare indifferenti alla estrema solarita' di queste composizioni.
E' musica luminosa quella di Sheppard, una celebrazione della magia della vita.
Qui a Londra, dove l'interesse per la early music e' fortunatamente molto vivo, ci sono due cori che regolarmente eseguono Sheppard. I Sixteen del maestro Harry Christophers (che sono soliti registrare i loro dischi in una chiesa a due passi da dove vi sto scrivendo e che sono attualmente impegnati nella pubblicazione del repertorio di Palestrina). E Stile Antico, che invece stanno a Belsize Park (e, colpevolmente, non sono ancora andato a sentire: ma intendo rimediare presto).
Vi propongo qui un responsorio che, e' una promessa, ascolteremo insieme presto anche a Prospettive Musicali.
Anche di John Sheppard, l'autore di una raccolta di composizioni religiose intitolata Media vita, non conosciamo molto. Fu corista, prima qui a Londra, presso la Cattedrale di San Paolo, e poi a Oxford. Piu' o meno e' tutto qui quello che si sa di questo geniale compositore di musica corale polifonica.
Del resto, anche di questo abbiamo gia' parlato sia qui che alla radio, la early music ha vissuto un lungo, lunghissimo oblio attraverso i secoli, e solo negli ultimi anni stiamo riscoprendo raccolte che spesso (come nel caso di Sheppard) non furono mai pubblicate, e sopravvissero nei secoli solo in forma di manoscritti.
L'altra cosa che mi affascina e' il fatto che musica che arriva da tempi cosi' lontani sappia instaurare, con estrema naturalezza, un dialogo emotivo vivissimo con il sentire contemporaneo. Con la nostra, molto contemporanea, ricerca di senso e direzione.
Media vita e' una riflessione sulla fragilita' e finitezza della nostra vita. E sulla nostra umanissima aspirazione alla salvezza, attraverso una coraggiosa assunzione di responsabilita'.
Al di la' della loro affascinante complessita' (provate a comparare le polifonie di Sheppard a quelle di Tallis, e vi renderete conto di quante piu' linee corali disgiunte e apparentemente fuori sincrono Sheppard introduceva nelle sue composizioni: forse per questo ci sembrano cosi' moderne... non vi ricordano a tratti il primo Philip Glass, che la early music deve averla conosciuta molto bene quando scrisse Music with changing parts e Music in twelve parts?), non possiamo restare indifferenti alla estrema solarita' di queste composizioni.
E' musica luminosa quella di Sheppard, una celebrazione della magia della vita.
Qui a Londra, dove l'interesse per la early music e' fortunatamente molto vivo, ci sono due cori che regolarmente eseguono Sheppard. I Sixteen del maestro Harry Christophers (che sono soliti registrare i loro dischi in una chiesa a due passi da dove vi sto scrivendo e che sono attualmente impegnati nella pubblicazione del repertorio di Palestrina). E Stile Antico, che invece stanno a Belsize Park (e, colpevolmente, non sono ancora andato a sentire: ma intendo rimediare presto).
Vi propongo qui un responsorio che, e' una promessa, ascolteremo insieme presto anche a Prospettive Musicali.
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