# 1470

Prima che si concluda questa giornata, lasciate che faccia gli auguri di buon compleanno a London Calling, che proprio oggi compie 9 anni. Potete dirmi che non sono sempre coerente, ma che abbandono i miei progetti, beh, quello non lo potete proprio dire (tra qualche giorno, il 14 ottobre, Prospettive Musicali di anni ne compira' addirittura 12).

Anche se continuo a non capire cosa London Calling sia (ogni tanto un blog musicale, ogni tanto un taccuino di pensieri, ogni tanto un album di fotografie), anzi forse proprio per questo, inizio a sospettare che questa copertina di Linus restera' con me per tutta la mia permanenza su questo pianeta.

A voi che ogni tanto avete ancora la gentilezza di passare a trovarmi in questo spazio che mi piacerebbe trovaste sempre accogliente dedico un brano che sto ascoltando spesso in questi giorni. E' una traccia di un disco uscito ormai qualche anno fa, nel 2008, per una piccola etichetta australiana, la Material. Musica che avrebbe potuto pubblicare la californiana Windham Hill nel 1978.

L'album si intitola From a dream, l'hanno inciso Ralph Towner (ex chitarrista degli Oregon) con altri due chitarristi, l'austriaco Wolfgang Muthspiel e il kazako Slava Grigoryan. Io lo consiglio molto, cosi' come consiglio il suo seguito, intitolato Travel guide e appena pubblicato da ECM.

Quella che vi propongo questa sera e' una traccia un po' malinconica, molto adatta a queste prime giornate autunnali.

Buon ascolto, e ci sentiamo alla radio domenica prossima: ricordate che adesso iniziamo alle 22.

Commenti

rose ha detto…
auguri, auguri!
cosƬ mi sono resa conto che il mio blog-in-sonno di anni ne sta per compiere dieci... (spero si risvegli come una cattivissima spia della ddr, non si sa mai).
Fabio ha detto…
To drown a rose e' l'epitome suprema dello slow blogging Rose! Resta comunque nella mia cartellina Blog preferiti, in attesa del risveglio.

E poi "«se uno ha il tempo di scrivere un diario, tanto vale che se ne stia a dormire nella veranda».

Prima o poi mi scrollero' la polvere di dosso e iniziero' a considerare l'idea di entrare anch'io nei social network.

A quel punto sarete gia' tutti nel mondo dei chip comunicativi impiantati sotto pelle, i social network apparterranno al passato, e mi ritrovero' a parlare da solo un'altra volta :)
The Music Is Inside ha detto…
Tanti auguri a "Fabio/Engadina/London" calling!
Fabio ha detto…
Ricordo bene il giorno, era l'8 ottobre 2004, nel quale, eravamo in Endell Street, ti dissi: domani apro un blog...

Spero di avere un lettore in piu' da Parigi, a compensare quello in meno da Londra!
maurov ha detto…
La prima volta passato di qua per caso da un elenco di blog preferiti di non so piĆ¹ chi, ricordo perĆ² che li si parlava del bel disco degli amati Clogs "the creatures in the garden of Lady Walton" e da allora ci sono sempre passato per le parole le musiche e le visioni.
Auguri
Fabio ha detto…
Trattandosi di un disco di almeno 3 anni fa, sei un fedelissimo Mauro. Grazie per il tuo riscontro.
auro ha detto…
buon compleanno!
Fabio ha detto…
Quasi un like!

Grazie Auro, London Calling comincia a diventare come una di quelle Vespe vecchiette (ma gloriose!) che piacciono a te.
Anonimo ha detto…
Auguri London Calling!!!!
Quando ancora sognavo di venire a vivere a Londra (piu' o meno 7/8 snni fa) il tuo blog era il mio punto di riferimento e quando poi a Londra mi ci sono trasferita (6 anni e mezzo fa)...ha continuato a essere il mio punto di riferimento...
Tra poco piu' di un mese lascero' questo citta', ma non credo il tuo blog!
Con l'augurio che la voglia di scrivere/fotografare/commentare per questo blog non ti passi mai...
Un abbraccio,
Elena
Claudia ha detto…
Auguri a Prospettive Musicali, al tuo blog e anche al nostro incontro, ottobre 2007, alla Tate Modern per la mostra di Louise Bourgeois!

Fabio ha detto…
Elena -

Mi spiace davvero non avere avuto l'occasione di scambiare le nostre conoscenze di questa meravigliosa citta' di persona... forse le mie ricorrenti crisi di adattamento avrebbero preso una piega diversa.

Alla fine e' bastata una frase ben piazzata, uno di quegli schiaffoni ben assestati per i quali si e' grati alla persona che ci ha "svegliati": smettila di lamentarti del grigio del cielo, guarda quanti colori sa offrirti questa citta'... e ho iniziato a vederla in modo nuovo, come per la prima volta.

Poi, come spiegavo a un amico che ha appena lasciato Londra per trasferirsi a Parigi, all'inizio certe cose non le vedevo, adesso invece faccio di tutto per non vederle... Ma insomma, quello che non mi piace cerco di ignorarlo, dato che di cose che mi piacciono ce ne sono davvero tante.

Tu come ti senti adesso che lasci Londra: e' una liberazione? Una necessita' della quale faresti a meno?

E dove vai di bello?

Teniamo i contatti, mi raccomando. la voglia di scrivere/ fotografare/ parlare alla radio a questo punto credo non mi abbandonera' mai. Come recitava il titolo di un vecchio bootleg dei Dream Syndicate: It's too late to stop now.

Un abbraccio anche a te, buona fortuna per il tuo trasferimento.

Claudia -

Ma da quanto tempo non ci vediamo tu e io? Devi assolutamente raccontarmi Urban Landscape. Ho calpestato per giorni una pubblicita' sul marciapiede di Goswell Road senza trovare un momento per il festival.

Anonimo ha detto…
Sinceramente Fabio non so' quanto ti avrei potuto aiutare nelle tue ripetute crisi di adattamento!
Forse a differenza mia tu sei dotato di una perseveranza che io non ho ed e' per questo motivo che ho deciso di fare le valigie e andarmene per un po'. Non so' se sara' un addio o solo un arrivederci, non ho le idee molto chiare al momento,ma so' che devo andare.
Non so' esattamente come descrivere questa mia partenza: di sicuro non e' una liberazione, perche' io qui' a Londra non mi sono mai sentita in gabbia, incarcerata, anzi...mi sono trovata in una citta' in cui mi cui mi sono sentita libera di sbagliare, libera di vivere la mia vita, libera di fare quello che volevo e come lo volevo, libera di rimediare agli errori fatti in passato.
Non so' nemmeno se e' una necessita'...so' solo che per ora e' una cosa che devo fare...ho finito un ciclo, credo: mi sono laureata, vogio imparare una nuova lingua, voglio passare del tempo con una delle mie piu' care amiche che vive esattamente dove mi rechero' il prossimo primo di dicembre...ecco, se ci penso credo che Londra sia diventata un po' una fastidiosa routine e un posto pieno di ricordi, ma con poche prospettive emozionanti, sia dal punto di vista lavorativo che personale.
E se devo essere sincera, comincio a soffrire di solitudine! Sto scrivendo delle specie di "lettere di ringraziamento" per tutte le persone che hanno reso speciale i miei anni a Londra...e 3/4 di queste persone non vivono piu' qui'.Mi trovo a vagare in una citta' dove ad ogni angolo ci sono ricordi...ed ora come ora mi pesa avere solo quelli: il pub dove andavo con i colleghi del mio primissimo lavoro a Londra ogni domenica sera vicino a Victoria Station, il cafe all'entrata del Birkbeck College dove mi trovavo con i miei compagni di corso, il ristorante vegetariano dove andavo spesso a mangiare con il mio ex vicino a Regent Street...

Ah, comunque mi sono dilungata troppo e non ho ancora menzionato dove vado: Lima, Peru!
E poi spero di visitare un po' tutto il Sud America mentre mi trovoro' li.

Anche a me dispiace non aver mai avuto la possibilita' di conoscerti di persona, ma a questo punto sei ufficialmente invitato a berti un cafe dove lavoro!

Elena
Fabio ha detto…
Curiosissimo (essendo erbivoro da ormai 28 anni) di sapere qual e' il vegetariano vicino a Regent's Street dove andavi spesso: Mildred's? Beetroot? Un altro?

Capisco cosa intendi per soffrire di solitudine. Londra e' un porto dove le persone in genere non si fermano tanto. Ho collezionato una serie incredibile di arrivederci (a chissa' quando). Tante persone con le quali stava iniziando una bella amicizia quando e' arrivato per loro il tempo di lasciare Londra.

Se ci pensi, fa parte del fascino di questi anni, caratterizzati da una precarieta' emotiva che, almeno per me, ha sempre tenuto lontana la sensazione di routine. Sei costretto sempre a ri-inventarti, a trovare delle coordinate emotive nuove, un nuovo equilibrio fragile, sapendo che bastera' nulla a riportarti indietro alla casella del Via.

Tanti gli imprevisti, ma anche tante le probabilita', almeno questa e' la mia esperienza, che non vorrei mai non aver fatto.

A Lima non sono mai stato (sono stato pero' in Peru', Bolivia, Argentina e Cile). Immagino sia una citta' avventurosa e assai interessante, in un modo diverso da com'e' avventurosa e interessante Londra. E l'idea di visitare il Sud America mi sembra fantastica.

Per il caffe' grazie davvero per l'invito, pero': come facciamo a incontrarci?