A casa riscoprirò il piacere di dovere riempire ore di vuoto. Mani sui fianchi, mi piazzerò davanti alla libreria in cerca di un libro da leggere o da rileggere. Rivedrò qualche vecchio film. Tornerò alle gioie del monotasking. 

La mia attenzione recupererà la capacità di concentrarsi su un’unica attività, invece di schizzare in mille direzioni diverse e saltare da un ipertesto all’altro, riempiendomi la memoria a breve termine di nozioni che dopo cena avrò già dimenticato. 

Uscirò di casa. Farò di nuovo lunghe passeggiate solitarie e senza meta. Comprerò un giornale (di carta!) e lo leggerò tutto da cima a fondo. Non ce lo voglio l’internet a casa, e non lo avrò.

Dopo una settimana, oggi pomeriggio sono finalmente uscito un po', grazie al bel sole e al fatto che la febbre e' scesa.

Sono stato in un piccolo caffe' silenzioso che amo, una panetteria, a leggere, anche perche' comunque non mi fidavo a stare troppo all'aperto: non mi va proprio di fare la seconda ricaduta, una basta e avanza.

Ho portato con me un taccuino per rileggere dei pensieri che ho scritto una sera di settimana scorsa nella casa di Milano. Nella casa di Milano, non ho un collegamento Internet. Vivere senza collegamento e' semplicemente divino. E' VITA, finalmente, ancora naturale. Leggi un libro, ascolti un disco, scrivi per ore, telefoni a un amico.

Purtroppo qui a Londra non posso disdire l'abbonamento a Internet, perche' da casa lavoro. Ma voglio impormi un limite e rispettarlo. Alle 20, da domani, stacco tutto e inizio a vivere davvero. Esco a passeggiare, leggo riviste di carta, vado al cinema o a sentire un concerto, metto dischi veri e, soprattutto, mi concentro su quello che sto facendo senza distrazioni.

Proprio come si faceva prima dell'avvento di quello strumento di distrazione di massa e di disintegrazione di tempo che impedisce di concentrarci, di pensare, di sentire il vuoto e di riempirlo in modo bello, vero e creativo.

Commenti

Anonimo ha detto…
felicitazioni per la tua guarigione! non sapevo fossi a MI né che fossi malato
ma pag 99 è quella del taccuino che hai scritto durante la malattia? no perché 99 pagg scritte a mano sono una notevole impresa!
ciao
Auro
CICCILLO ha detto…
credo che Pagina99 sia riferito al nuovo quotidiano unscito da pochi giorni, sia su carta che online.
che a me, per inciso, piace molto, e in effetti mi sono letto con gran gusto il numero speciale del weekend pieno di articoli interessanti.
dopo 30 anni e passa ho deciso di mollare Il Manifesto (dal quale peraltro provengono molti dei giornalisti del neo-quotidiano, nonché la direttrice), soprattutto dopo la nuova formula del sito che tanto bello quanto inaccessibile se non a pagamento, cosa secondo me assurda di questi tempi.
Fabio ha detto…
Infatti la citazione e' tratta da un articolo trovato online nel sito del nuovo quotidiano spin-off del Manifesto.

Sono contento che il numero del week-end sia interessante. Mi incuriosisce questa scelta della carta salmonata, quasi a volerne rivendicare l'uso non esclusivo.

Peraltro anche il settimanale culturale migliore del Regno Unito (FT Life & Arts) e' stampato su carta salmonata.

Non sono ancora guaritissimo ma interpreto le tue felicitazioni come un augurio caro Auro, grazie.
L. ha detto…
ho comprato i primi numeri, compreso quello ricco del weekend, anch'io felice di poter cercare qualcosa di nuovo e attraente in edicola.
Per ora ho sospeso ma solo perché in questo momento ho troppe spese, spero di riprendere.

Fabio ha detto…
Ho sentito in un'intervista che il quotidiano non costa poco, 1 euro e mezzo al giorno. E invece il settimanale mi sapete dire quanto costa?
CICCILLO ha detto…
il quotidiano costa come il Manifesto, il settimanale invece 3 euro ma è assai sostanzioso, 56 pagine.
è un po' carente per quanto riguarda la musica, perché non ti proponi?
Fabio ha detto…
Un po' per mancanza di tempo, un po' perche' vorrei almeno leggerne una copia. La prossima volta che torno a Milano lo compro di sicuro, sono molto curioso.