Contro Facebook
"Sul web si concentra un tasso insostenibile di volgarità e di grettezza" scrive Massimo Gramellini stamattina su La Stampa, ed e' difficile dargli torto.
Proprio come e' tenero ricordare quando noi amanti della parola scritta ci illudemmo (piu' o meno inizio degli anni 2000, quando aprimmo i nostri blog) che si stesse affermando un nuovo modo di comunicare tra persone: riflessivo, profondo, qualche volta anche poetico.
Per un po', tutto funziono' bene. Nacquero tanti bei blog nei quali si scrivevano le proprie passioni (musica, cucina, viaggi, libri...), e com'e' nella natura delle cose molte persone dopo averlo aperto per moda e realizzando di non avere molto da dire lo chiusero dopo poco.
Andava bene cosi'. Ma ecco che arriva un deficientino americano e si inventa il disco per chi non capisce nulla di musica, il libro per chi non ama leggere, gli scarponi da montagna per chi si annoia dopo aver camminato per 5 minuti: Facebook.
Posso proporre l'alternativa a Facebook? Non iscriversi, cancellarsi, non usarlo, non accedervi. Guardate che si puo'. Io in Facebook non ci sono, ma pensate che mi manchi? No, non mi manca affatto. Anzi, mi sento libero. Libero di ignorare i liquami liquidi e solidi (sentenze senza appello, selfie celebrativi di unghie, piedi, bicchieri...) scaricati in rete da chi non legge libri ("Il valore dei libri lo capisci quando incontri chi non ne legge"), pensa in modo gretto, si esprime senza stile e senza cura.
Ed e' bello riconoscersi. Se in una tavolata di 10 persone una non usa Facebook, sedetevi di fianco a lui o lei: scoprirete che di tutta la tavolata e' la persona con la mente piu' libera, le idee piu' originali e profonde, i punti di vista piu' sensibili e intelligenti.
E' in genere una persona che ama il silenzio (e quindi la buona musica), leggere, contemplare il mondo attorno a se', articolare pensieri e ragionamenti che integrano diversi punti di vista, non emettere superficiali giudizi, ammettere di non sapere.
Commenti
non è proprio così semplice, caro amico, nonostante condivida molte delle tue considerazioni.
nel mio caso, ad esempio, il bistrattato FB è l'unico vero modo per tenermi aggiornato, un po' sulle novità/interessi di vari amici dispersi in italia, francia, uk, spagna, usa.
niente rimpiazza una buona telefonata e niente nega il fatto che gli amici veri non sono mai fisicamente lontani, ma resta che tramite il medium facebookesco possa almeno tenere in vita, un minimo, dei contatti.
considera, peraltro, che bimbo ed impegni familiari permettendo, di solito ho un minimo di tempo libero tra le 21:30 e le 23, quando poi cado svenuto sul materasso.
per dire.
un abbraccio
Ti faccio un esempio basato su una persona che conosciamo tutti e due, Cinzia.
Non la sentivo da anni, e poi martedi' mi arriva una sua mail nella quale mi dice che sara' a Londra questo fine settimana.
Sai che bello sara' raccontarci gli ultimi anni davanti a una tazza di te', e proprio perche' ci sono tantissime "novita'/ interessi" che ancora non conosciamo?
L'esperienza mi dice che con le persone di qualita' i contatti non si perdono mai. Si perdono con le altre, e va benissimo cosi' secondo me.
però.
l'anno scorso alcuni vespisti italiani che conoscono via FB la mia passione per le vecchiette anni '50 mi hanno invitato alla rievocazione storica del Trofeo di Pordenone del '54.
ho passato dei momenti magnifici, ho scoperto dei posti che non conoscevo, ho incontrato un sacco di gente simpatica che condivide questa passione con me.
per dire.
Mi diceva: dipende dall'uso che se ne fa (e poi, trattandosi di un antropologo culturale, seguivano dotte disquisizioni sulla cultura d'uso degli oggetti attorno a noi).
Probabilmente la verita' sta infatti un po' nel mezzo tra quello che sosteniamo noi due. Facendone un buon uso se ne possono ricavare dei vantaggi.
Io da Facebook staccai la spina bruscamente dopo aver accettato l'amicizia di chiunque. Di conseguenza le poche volte che lo aprivo mi appariva davanti un caos di pensieri e fotografie che, francamente, non mi interessavano affatto. In piu' scoprivo di essere stato "taggato" a mia insaputa e che quindi il mio profilo si era riempito di mie fotografie che nemmeno sapevo esistessero.
Pero', accettando solo le amicizie giuste, e' probabile che sia uno strumento piuttosto utile.
Cultura d'uso, appunto.
Sono stato bravo a ricongiungere la nostra divergenza di opinione? ;)
Al punto che se vuoi domenica porto i tuoi saluti a Cinzia (anche se essendo entrambi in Facebook, e' probabile che la mia offerta serva a poco).
"Sulla stampa si concentra un tasso insostenibile di volgarità e di grettezza"
Difficilmente confutabile - basta vedere i giornali italiani all'indomani dei fatti di Francia.
Con l'aggravante che con i giornali non interagisci, e scegli fino ad un certo punto.
Basta non leggere i giornali, certo.
Oppure leggere, e fare lo sforzo di distinguere il grano dal loglio, di confrontare più fonti, di leggere anche il punto di vista del nemico per assicurarsi di avere sempre buoni e chiari argomenti per affrontarlo.
Come Auro, dico che non è così semplice. Nel mondo c'è il meglio e il peggio, e fb ne è lo specchio. Capisco benissimo la scelta di tenersene fuori, ma questa ricerca di purezza personalmente non mi attrae. Preferisco dribblare, saltare il peggio ma sapere che c'è. E cercare il meglio, in un percorso faticoso ma appagante, che mi sta permettendo di informarmi su vicende che la stampa italiana boicotta o ignora, attraverso canali la cui attendibilità posso valutare di persona, di volta in volta, attraverso fattori incrociati.
Dunque resto su FB non tanto per un fatto amicale (per quanto vi abbia anche conosciuto persone molto interessanti) ma culturale.
Per poter scegliermi la mia personale rassegna stampa, là dove persone di cui ho imparato a fidarmi fanno da selezionatori/aggregatori.
Avendo sperimentato entrambi, ti assicuro pero' che c'e' un'enorme differenza qualitativa.
Facebook e' un ambiente affollatissimo, mentre Twitter lo trovo decisamente piu' vivibile.
Non so spiegarti perche', ma e' cosi'.
Magari mi sbaglio, e chiedo scusa in anticipo se e' cosi', ma avendo sperimentato entrambi ho riscontrato che i perditempo che commentano ogni cosa senza sapere nulla li trovi in Facebook ma non in Twitter.
E poi in Twitter non mi e' mai capitato di incontrare madri che ostentano i propri figli: esse sono la vera iattura di Facebook secondo me, e per me una ragione sufficiente per fuggire da Facebook a gambe levate :)
Piu' in generale (e per uscire dall'angolo nel quale mi sono andato a cacciare senza volere) diciamo che Facebook mi sembra il luogo dell'ostentazione: di figli, vacanze, feste.
E' un'ostentazione che mi infastidisce anche nella vita reale, figuriamoci se la vado a cercare pure in Facebook...
ma potremmo andare avanti all'infinito, non voglio assolutamente polemizzare, solo spiegare :-)
Aggiungo solo due cose, ma giusto per precisare. Esattamente come te, non seguo fonti di informazioni mainstream/ generaliste, primo perche' non ci sarebbe bisogno di Twitter per scoprirle e poi perche' i mezzi di informazione mainstream e generalisti twittano ogni 10 minuti e anche volendo non riuscirei a stargli dietro.
La seconda e' che le figure ci sono anche in Twitter. Io per esempio seguo un amico fotografo londinese che twitta quasi solo fotografie.
Sulla poverta' letteraria di Twitter e sui suoi limiti dovuti a un numero massimo di caratteri che impedisce piu' di una frase, sono pienamente d'accordo con te ovviamente. Di fatto i tweet sono dei link con un titolo, e a volte lo spazio e' cosi' poco che solo cliccando capisci di che si tratta...
Questo pero' impedisce il cazzeggio fine a se stesso, e secondo me alla fine e' un fatto positivo.
Dopodiche', la difesa di Twitter e' un imprevisto di percorso all'interno di questo post: a me piaceva quando tutti noi avevamo un blog e le idee circolavano in quella forma.
credo Fabio che la questione sia molto più complessa di come la pensi tu.
di fatto facebook permette a molte più persone di esprimersi al pari di quello che facevamo noi nel blog e permette di farlo col proprio nome e andando a cercare anche persone sconosciute che ammiri e delle quali ti interessa ascoltare il parere o magari ascoltare la musica che condividono o le loro poesie o altre cose che a te, come a me, interessano.
dunque secondo me il problema è che da una parte conosci troppe persone che sono troppo doverse da te e dall'altra che sei troppo buono e gentile per bloccarle tutte.
però ti segnalo che c'è un'opzione in cui puoi decidere di non vedere più ciò che qualcuno posta.
io la usa a man bassa e dunque resto amico di molti pur senza vedere le loro ostentazioni di qualsiasi cosa.
per esempio ho adottato questa opzione per tutti, dico tutti, coloro che postano la foto di cibo cucinato (da loro o al ristorante) e l'ho fatto anche con persone che stimo molto.
questo riduce la home a un numero ristretto di contatti di cui ti interessa vedere ciò che postano e comunque per ognuno di loro c'è quella soluzione in caso tu cambi idea!
detto ciò ci sono molte altre cose che non vanno in quel sito e tutto sommato a volte me ne starei volentieri fuori anch'io ma per ora un po' lo uso per promozione e un po' per socializzazione (molti oramai usano la chat o i messaggi di fb al posto della mail, a volte ancje per proposte o questioni di lavoro), poi si vedrà.
conservo sempre quella pagina che indicasti tu con le istruzioni per uscire definitivamente...
Per quello che vale la mia esperienza, la cancellazione da Facebook mi ha fatto recuperare quel poco di tempo che posso trascorrere con le persone con le quali ho un rapporto nella vita reale, o leggendo il libro.
A me piacciono molto i vuoti: nei dischi ECM, nella pittura minimalista, nei film silenziosi e lenti, nella vita. Non invidio affatto chi deve riempire ogni momento e correre sempre.
Per queste persone Facebook e' certamente indispensabile. In quel modo possono tenere vive centinaia di relazioni, spruzzando like e cuoricini a destra e a manca.
Si tratta forse di un fatto caratteriale: a me, per come sono fatto io, il rumore di fondo continuo di Facebook non serve. Anzi, se devo dirla tutta, mi infastidisce.
L'utilizzo di Facebook che fai tu, e' nel mio caso sostituito da Twitter: dove le persone mi sembrano piu' interessanti e civili (non taggano foto, per esempio). Per qualche ragione, essendo stato iscritto a entrambi i social network, ho notato che il rumore di fondo e' molto piu' forte in Facebook.
Esagero un po' i toni del discorso, ma mi pare che in Facebook "non si possa non essere" (che poi io sono la prova che non e' cosi'), mentre in Twitter "si sceglie di essere".
Dopodiche', se come dici in Facebook hai anche contatti di lavoro, allora ti consiglio di cestinare le istruzioni per uscire definitivamente... :)