Should I stay or should I go
Buongiorno, da un Paese diviso in due.
I sondaggi elettorali qui sono fatti piuttosto male e quindi non darei molto peso alle previsioni, dato che si trattera' di una battaglia davvero all'ultimo voto. Gli spogli inizieranno subito dopo la chiusura dei seggi, alle 22, ma secondo la BBC i risultati non si conosceranno fino a domattina alle 4.
Vi confesso di non essere affatto tranquillo dopo aver seguito una campagna elettorale completamente sbilanciata sul piano emozionale (che e' quello che di solito prevale tra gli indecisi, i quali come sempre decideranno per tutti).
Tra i sostenitori di Leave e' un gran sventolare di Union Jack e patriottismo. Riprendiamoci i nostri confini, e' il loro slogan. La campagna e' tutta incentrata sull'immagine di un'Europa rapace, che rapina le tasse dei britannici (imponendo di fatto tagli al servizio sanitario nazionale, un tema che sta facendo breccia soprattutto tra la popolazione anziana) e che e' pronta a imporre alte quote di immigrazione.
I sostenitori di Remain rispondono con tabelle e ragionamenti, che ai lettori del Financial Times sembreranno semplici, ma che risultano incomprensibili alla gran parte della popolazione che legge il Sun, il Daily Mail e il Daily Express (quotidiani popolari molto diffusi tra gli anziani, nel Nord dell'Inghilterra, nelle zone a bassa urbanizzazione) fortemente schierati per l'uscita dall'Unione.
La campagna dei sostenitori di Remain risulta razionale, istituzionale, fredda, distante.
Come conseguenza, si sta affermando la convinzione che sia un referendum della gente contro l'establishment che vuole imporre gli interessi dell'elite finanziaria internazionale, della City e di Westminster.
Vedremo se a prevalere sara' la ragione, ma conoscendo ormai profondamente qusto Paese non sono particolarmente ottimista (sperando naturalmente di sbagliarmi).
[I had a dream... La Gran Bretagna fuori dall'Unione se e' questo che vuole, con l'eccezione di Londra, che con l'Inghilterra profonda non c'entra nulla, che invece rimane proclamandosi, cosi' come di fatto e', citta' internazionale e indipendente dalla Gran Bretagna].
Commenti
I sogni restano tali, gli incubi sono realta'.
Ha vinto l'Inghilterra crassa dei pub, della birra e delle patatine vomitate sul marciapiede il venerdi' sera, dei vecchi rimbambiti che leggono il Daily Mail in quegli squallidi giardinetti/ prigione dietro casa, del cibo di plastica di Tesco, delle risate sguaiate degli ubriachi.
Ha perso la Londra del BFI e del Barbican, del Cafe Oto e della Tate, di Hampstead e delle lunghe passeggiate distese a Richmond o lungo Regent's canal all'ora del tramonto, dei libri e dei ragionamenti, della musica e dei caffe' nei quali discorrere tranquillamente.
Abbiamo perso noi europei e cittadini del mondo.
E' un giorno tristissimo.