Concentrazione
"Creative work needs solitude.
It needs concentration, without interruptions. It needs the whole sky to fly in, and no eye watching until it comes to that certainty which it aspires to, but does not necessarily have at once.
Privacy, then. A place apart — to pace, to chew pencils, to scribble and erase and scribble again.
But just as often, if not more often, the interruption comes not from another but from the self itself, or some other self within the self, that whistles and pounds upon the door panels and tosses itself, splashing, into the pond of meditation.
But just as often, if not more often, the interruption comes not from another but from the self itself, or some other self within the self, that whistles and pounds upon the door panels and tosses itself, splashing, into the pond of meditation.
And what does it have to say? That you must phone the dentist, that you are out of mustard, that your uncle Stanley’s birthday is two weeks hence. You react, of course. Then you return to your work, only to find that the imps of idea have fled back into the mist".
Upstream.
Questo tipo di interruzioni, quelle che provochiamo a noi stessi, e' in genere assai piu' frequente nell'ambiente domestico. Siamo sul divano che leggiamo una cosa e quasi sempre ci viene in mente che dobbiamo ancora fare la lavatrice, andare a fare la spesa, controllare l'estratto conto della banca, pagare la rata delle spese di condominio, stendere il bucato...
E la concentrazione e' perduta.
Per cui ho preso l'abitudine di mettere Moleskine, libri e giornali nel mio fedele zainetto e il sabato mattina cercare fuori casa il mio "place apart", dove immergermi nella lettura o scrivere un po' lasciando fluire i miei pensieri. Un posto magari non del tutto silenzioso, non privo di distrazioni (l'improvviso ingresso nel campo visivo di una persona che sembra interessante, l'ascolto di alcune frasi di una conversazione che si svolge al tavolo vicino...), ma sufficientemente "apart" da rendere impossibili i doveri domestici.
A Shoreditch (che da Clerkenwell raggiungo a piedi in meno di un quarto d'ora) ci sono molti caffe' carini. Ne aprono uno nuovo ogni settimana, basta guardarsi un po' attorno.
Molto consigliati sono anche i caffe' lungo Regent's Canal, soprattutto d'estate (il Towpath Cafe' e' quello che preferisco, ma mi piacciono un po' tutti).
Un'altra meta ricorrente e' London Fields (i caffe' sotto gli archi della ferrovia) o se ho voglia di camminare un po' piu' del solito quello davanti al lago a Victoria Park.
Se invece ho voglia di andare verso il centro ci sono le mie amate Nordic Bakeries, a Soho (qualche volta un po' troppo affollata) o a Marylebone (sempre tranquilla).
E d'estate, naturalmente Hampstead Heath.
"Scribble and erase and scribble again" fino a quando trovo concentrazione e pace, e quello e' sempre un momento bellissimo e un po' magico.
E d'estate, naturalmente Hampstead Heath.
"Scribble and erase and scribble again" fino a quando trovo concentrazione e pace, e quello e' sempre un momento bellissimo e un po' magico.
Commenti