Nuovismo
Eppure continuo a credere che questo nuovo nuovismo che ci circonda sia gia' vecchissimo.
Che ogni persona schiava del suo egofonino, ogni persona che non legge piu' un bel libro, che non cammina piu' guardandosi attorno o parlando con uno sconosciuto in carne ed ossa, che non ozia piu', che non sogna piu' usando la propria immaginazione invece di uno schermo, sia lo specchio di un'epoca che e' destinata dopo questa per me inspiegabile euforia a tramontare molto rapidamente.
E lo scrivo non rifiutando questo tempo presente e i suoi strumenti tecnologici, che infatti uso anch'io, ma tenendo ben presente la necessita' di gestirlo, questo presente, con un solido senso del limite.
Il fatto di poter portare con me una grande quantita' di musica tra la quale scegliere quella piu' adatta al momento, una macchina fotografica di qualita' piu' che discreta con la quale riprendere il mondo, uno strumento per condividere pensieri in modo immediato con la Gio' quando non siamo insieme e' bellissimo, ovvio.
Ma e' altrettanto bello l'egofonino lasciarlo a casa ogni volta che mi va, rendermi irreperibile quando passeggio lungo Regent's Canal in compagnia dei miei pensieri o quando mi rifugio a leggere e a scrivere tra altri lettori e scrittori alla Nordic Bakery di Marylebone, segnarmi gli appuntamenti e i compleanni sulla mia agendina di carta (sapendo che mi ricordero' solo quelli importanti e gli altri mi prendero' la liberta' di dimenticarli), informarmi con un'edizione del telegiornale al giorno e approfondendo poi le notizie comprando riviste e quotidiani, chiedere indicazioni quando sono disorientato.
Mi piacciono tavoli e sedie di legno, tessuti che e' bello toccare e nei quali e' bello avvolgersi, fiori e piante, l'acqua fresca e trasparente che esce dal rubinetto e che e' di tutti, camminare fino a sentire una dolce stanchezza che mi fa riposare bene la notte, vedere un bel film al BFI tra altri cinefili curiosi e concentrati, visitare gallerie d'arte facendo domande ai galleristi, sfogliare libri in libreria, guardare vecchie fotografie, mettere un disco e sentirlo senza interruzione, concentrato e prendendo qualche appunto per quando lo trasmettero' e ne parlero' alla radio.
Mi spiace, davvero, per i nuovisti con gli sguardi bassi concentrati su tutte quelle protesi egofoniche e il loro ingombrante bagaglio di caricabatterie, eppure mi appaiono gia' decrepiti. E invece tante cose che ho sempre fatto mi sembrano sempre fresche e interessanti: ogni volta capaci di rinnovare un ricordo, un progetto, un'emozione che mi fa stare bene.
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