Democrazia formale e democrazia sostanziale.
Quindi il piano se capisco bene e' il seguente.
Oggi va con il cappello in mano a Parigi e Berlino. Domani va in ginocchio a Bruxelles a chiedere la carita' di un'ulteriore proroga. Poi la mandano fuori, decidono il destino dell'UK a porte chiuse pasteggiando tra loro mentre con gli scarti della cucina le preparano un panino per il mesto viaggio di ritorno. E infine con comodo, a cena finita, le comunicano il responso.
Domandiamoci: che insegnamento possiamo trarre da questo capolavoro di autolesionismo e masochistica ricerca di umiliazione?
A me ha insegnato questo. Che per preservare la democrazia sostanziale (welfare redistrbutivo, politiche di accoglienza, protezione dell'ambiente) vadano apportate modifiche alla democrazia formale. Anche, se necessario, limitando il diritto di voto a chi puo' dimostrare una buona conoscenza dei fenomeni sui quali si e' chiamati a prendere una decisione, nella fattispecie quando si tratta di decisioni complesse.
E questo nell'interesse delle classi subalterne. I cui diritti vanno difesi dalla minaccia oggi rappresentata da campagne sociali sempre piu' subdole, veicolate da media sempre piu' invasivi, per smontare le quali servono strumenti culturali che la gran parte del corpo elettorale non possiede.
Commenti
Hrundi V. Bakshi
Hanno reso evidente al mondo cio' che chi ha a che fare con loro sa bene: sono una nazione di boriosi e supponenti pagliacci, da non prendere mai sul serio.
e la cosa non riguarda solo le classi popolari...
Ti dico pero' un paio di cose, una piuttosto oggettiva e l'altra del tutto soggettiva e opinabile.
Quella piuttosto oggettiva e' che chi non ha competenze in genere vota un po' come fanno tutti gli altri o in base a convincimenti che si sono rivelati del tutto ossimorici (per esempio che un partito che a noi fa ribrezzo persino nominare sia di sinistra). Quindi si', qualcuno votera' quella che tu e io riteniamo la parte giusta. Ma molti di piu' votano tutt'altro, perche' i piccoli partiti che votiamo tu e io alla televisione non compaiono e quando compaiono ragionano e quindi non danno spettacolo.
Quella soggettiva e opinabile e' che io preferirei vivere in un Paese dove magari la maggior parte degli altri elettori ha votato diversamente da me, e quindi devo sottostare a un esecutivo che non mi rappresenta.
Ma sapendo che ad avere cosi' deciso sono persone con un minimo di competenza, consapevoli della loro scelta, che seguono, che si informano.
Se invece vivo in un Paese dove non sono rappresentato e so che e' cosi' perche' la propaganda ha spostato una massa di voti dei cosiddetti indecisi, che seguono le vicende politiche come io e te seguiamo il campionato di calcio e le gare professionistiche di go-kart, allora in tutta sincerita' non mi sta piu' bene.
Ti faccio un esempio. Se io fossi chiamato a votare il prossimo commissario tecnico della nazionale di calcio, potrei al massimo suggerire uno dei 3 o 4 nomi di calciatori che mi sono rimasti in mente perche' li ho sentiti nominare un milione di volte. Zoff, Totti, Rossi, quell'altro che fa la pubblicita' dell'acqua Uliveto e del quale mi sfugge il nome.
Penalizzerei quindi potenziali commissari tecnici piu' competenti e meno noti.
Per cui se anche potessi votare il prossimo commissario tecnico della nazionale mi asterrei, lasciando la scelta a chi ha competenze. Questo proprio perche' desidero che la nazionale di calcio sia diretta nel modo migliore e che si classifichi dignitosamente ai prossimi mondiali.
Ma dato che i cosiddetti indecisi, che sono quelli che decidono per tutti, non hanno la maturita' di farsi da parte e invece fanno danni, vanno messi in condizione di votare, certamente, ma solo dopo avere conseguito una patente dell'elettore.
Che essendo disinteressati, non richiederebbero.
il tuo ragionamento da un lato regge ma dall'altro il paragone non calza, nessuno ha mai eletto un commissario tecnico calcistico, nemmeno i giocatori.
qualcosa di simile ĆØ accaduto invece in talune orchestre sinfoniche che, esprimendosi a larga maggioranza a favore o contro il tale direttore, sono riusciti a cacciarlo o viceversa a nominarlo stabilmente.
in tutti questi casi perĆ², pur nel pieno delle competenze degli "elettori", si trattava solo di una consultazione che ha influito pesantemente su una decisione presa poi concretamente dai consigli d'amministrazione.
un po' come accade con uno sciopero generale ben riuscito o in parte in Francia coi gilĆ© gialli che hanno in qualche modo costretto Macron a fare il Grand Debat che poi non ĆØ altro che un piccolo tentativo in direzione della democrazia diretta o di un ampliamento della parola democratica ai non rappresentati.
e poi, non eravamo noi quelli che hanno sempre gridato in difesa dei corpi intermedi o della concertazione sindacale che in tanti volevano evitare o abolire?
allora perchĆ© voler ridurre il corpo elettorale con una presunta "patente", quanti credi che siano anche solo capace di ragionare su queste cose? quanti credi che sappiano cosa vogliono dire "corpi intermedi" o "ammortizzatori sociali"? io, te e altri 4 o 40 o 400 o, sia pure, 4000 amici nostri e gli amici degli amici, questo almeno ĆØ quello che vedo io tutti i giorni frequentando gente di tutti i generi e di tutte le etĆ .
il voto competente non ĆØ mai esistito da nessuna parte, proporlo significa di fatto svalutare qualsiasi voto democratico dalle origini di questo sistema in poi. allora tanto vale impegnarsi per la rivoluzione o la presa di qualche palazzo, d'inverno o meno!
poi che la democrazia sostanziale sia perita da tempo lo credo anch'io ma la responsabilitĆ di questo non ĆØ certo degli elettori leghisti o 5S in Italia e nemmeno dei vecchietti favorevoli al Leave in UK, bensƬ dei partiti che hanno deciso di delegare strutture transnazionali e non elettive che governano l'economia al posto loro.
o meglio la democrazia sostanziale ĆØ morta nel momento in cui la politica ha smesso di governare l'economia e non il contrario come piĆ¹ o meno accadeva nel secolo scorso.
E' verissimo, come osservi, che molte decisioni vengono prese da strutture non elettive. Le strutture transnazionali delle quali parli immagino siano colossi multinazionali di diritto privato, i grandi conglomerati tentacolari, le holding caratterizzate da una enorme opacita', da partecipazioni impossibili da interpretare o anche seguire.
E' cosi', indubbiamente. Sono convinto che tu abbia colto un punto importante.
Sull'inizio del tuo intervento, mi sono soffermato molto a riflettere sulla ragione per la quale tu abbia usato il termine tecnocratico.
Ne ho concluso che non concordo del tutto con te. Il mio approccio mi sembra molto piu' umanista che tecnocratico.
Eppure nel tuo richiamo della tecnica c'e' del vero.
Stai ascoltando Galimberti a Uomini e profeti? Ha detto questo un paio di domeniche fa. Che noi non potremmo nemmeno iniziare a parlare di Medioevo se escludessimo il concetto di Dio. Cosi' come noi non possiamo nemmeno iniziare a parlare della nostra contemporaneita' se escludiamo due concetti: denaro e tecnologia.
La tecnologia e' un fattore enormemente condizionante, molto piu' di solo qualche anno fa. Siamo tutti profilati come mai prima.
Io che per mettere il cibo sulla mia tavola mi occupo di marketing e comunicazione, conosco piuttosto approfonditamente le dinamiche dei social media. E infatti me ne sono chiamato fuori.
I social media guadagnano vendendo dati. Aggregati ma infinitamente disaggregabili per identificare tipologie di consumatori, e di elettori, particolarmente influenzabili.
Usano tecniche raffinatissime per generare dipendenza, perche' quando tu usi i social media sei seguito, monitorato. Continui a fornire informazioni che verranno usate per mandarti pubblicita' spesso molto subdole e non immediatamente riconoscibili.
Queste cose, tu e io le conosciamo. A dire il vero molti le conoscono, perche' si inizia a parlarne tanto. Ma vale la convinzione smetto quando voglio. Mentre se sei sufficientemente maturo e onesto con te stesso sai che non e' cosi' e che si e' ormai generata un'epidemia di dipendenza.
La conseguenza, per tornare al nostro discorso di partenza, e' che i condizionamenti non hanno precedenti nella storia.
Io ho proposto una soluzione forse modesta e molto migliorabile. Il mio e' un punto di partenza per una riflessione.
E' una riflessione che va fatta pero', perche' lo scollamento tra democrazia formale e democrazia sostanziale non ha precedenti.
Il primo partito in Italia, quindi il piu' votato in modo formalmente democratico e' anche il piu' liberticida, quindi il meno sostanzialmente democratico.
La maggior parte delle persone non vuole politiche di accoglienza. Ma le politiche di accoglienza sono quanto di piu' egualitario, redistributivo, quindi democratico noi possiamo concepire.
Quindi come se ne esce, secondo te? Come si impedisce alla democrazia formale di demolire quel poco di democrazia sostanziale e stato di diritto che e' sopravvissuto ai colpi d'ascia degli ultimi 40 anni?
O lasciamo che accada?
il partito piĆ¹ votato in Italia ĆØ ampiamente criticabile per molti motivi ma non penso che possa essere definito liberticida e se lo definisci cosƬ per la sua posizione aquiesciente nei confronti del partner di governo sul tema delle migrazioni, allora dovresti definire liberticidi tutti i partiti di governo europei, giacchĆ© su quella questione le politiche degli altri stati europei (e non solo) non si differenziano di molto da quelle dell'attuale governo italiano.
secondo me occorre rimanere sul tema delle democrazia che significa governo e potere ottenuti tramite elezioni a suffragio universale e non attraverso atti violenti o rivoluzioni armate. punto.
da questo punto di vista l'argomento del condizionamento dei social ĆØ senz'altro sensato ma non penso sia molto diverso (caso mai piĆ¹ capillarmente invasivo) da quello che accadeva in passato quando i social non esistevano e vinceva sempre (chissĆ perchĆ©) la Democrazia Cristiana.
probabilmente se ne uscirebbe se la nostra sempre piĆ¹ fumosa e indefinita parte (il nostro piccolo dibattito lo conferma), politica e culturale, riuscisse a recuperare quella famosa "egemonia culturale" che pare che avesse in passato.
ma anche lƬ qualcuno, da destra, ti accuserebbe di essere liberticida e di censurare qualcos'altro.
non se ne esce, occorre farsi una ragione che in democrazia si vince e si perde e che votano tutti, anche gli ignoranti e i dipendenti da tv e smartphone.
sta a noi cercare di convincerli a votarci, se non ne siamo capaci non ĆØ certo levandogli il voto che risolveremo le cose.
quanto al termine "tecnocratico" io lo usavo nel senso di "potere di chi ĆØ competente", forse c'ĆØ un termine piĆ¹ adatto, non so.
c'ĆØ che dice che in Italia in realtĆ governino i burocrati di stato che restano piĆ¹ o meno al loro posto anche se i governi cambiano, perchĆ© solo loro riescono a mandare avanti i Ministeri, giacchĆ© i politici, nessuno escluso, non hanno il tempo di acquisire la conoscenza necessaria per farlo davvero.
non so, secondo me la democrazia ĆØ proprio questo, che tutti diano il loro contributo alla gestione della cosa pubblica, anche gli ignoranti e gli incompetenti o quelli senza esperienza ma che forse hanno qualche idea nuova che agli altri non viene piĆ¹, cristallizzati nella loro routine di competenze acquisite.
non succede cosƬ anche nei posti di lavoro?
Preciso solo che a mettere in discussione la democrazia sostanziale e' la forza politica che sta vincendo nei sondaggi, non quella quindi che intendi tu nel tuo commento. Che anzi mi sembra oggi l'ultimo baluardo che, almeno in piccola parte, sta dando una mano a chi non ce la fa da solo. Il reddito di cittadinanza e' una misura redistributiva. Non sufficiente, certo, sarebbe necessario ridurre i grandi patrimoni, ma e' qualcosa. (Ormai li sto difendendo in ogni discussione, pur non avendoli mai votati).
Per rispondere nel merito al tuo intervento, non mi aspetto che ignoranti e incompetenti possano dare quel gran contributo alla gestione della cosa pubblica. Le idee progressiste nel senso che piace a noi le ha sempre generate un'elite culturale.
Che oggi, di fronte a certe semplificazioni populiste che fanno presa nell'assenza di contradditorio dei social, non puo' certo sognarsi di conquistare un'egemonia culturale.
A "Prima gli italiani", chiaro e semplice, cosa contrapponi? Un'analisi del cambiamento climatico con grafici e tabelle? Chi ti sta a sentire per piu' di 12 secondi? Perche' i leader di successo oggi comunicano via Twitter o con brevi post su Facebook fatti di slogan a effetto? Perche' non usano il ragionamento, la logica, la retorica? Perche' non li seguirebbe nessuno.
E comunque, il punto della questione e' semplice. Perche' se non conosco il codice della strada non posso guidare un'autovettura? Perche' se la guidassi rappresenterei un pericolo per gli altri e per me. Sei d'accordo?
E quindi perche' se non ho prima dimostrato di conoscere i principi della Costituzione e un minimo di fondamenti sul funzionamento delle istituzioni posso contribuire a eleggerne i rappresentanti?
Anche se non concordi con me sul metodo, sei almeno d'accordo che il suffragio universale senza una patente dell'elettore non garantisce la scelta migliore della classe dirigente di un Paese, come tanti esempi di rappresentanti delle istituzioni dimostrano ogni giorno?
E che pertanto qualcosa vada fatto per garantire che la cosa pubblica sia gestita con competenza e nell'interesse comune?
O dobiamo invece rassegnarci?
il suffragio universale si chiama cosƬ non per nulla ed ĆØ previsto che voti anche chi ĆØ analfabeta barrando una croce su un simbolo e anche senza aver mai letto la Costituzione italiana che peraltro mai ha previsto nulla del genere e dunque la tua proposta ĆØ probabilmente anche anti-costituzionale e irrealizzabile.
inoltre non esiste nulla del genere, che io sappia, in nessuna democrazia del mondo.
persino mia madre con la demenza una volta riuscƬ a sfuggire ai controlli della badante e siccome abitava davanti alla scuola in cui ha votato per 30 anni e passa, vedendo la gente che entrava dalla terrazza ha voluto unirsi, senza certificato nƩ nulla.
le han permesso di votare solo presentando il tesserino dell'ordine dei giornalisti scaduto ed ĆØ tornata tranquillamente a casa con un qualche documento che attestava l'avvenuto esercizio del voto, nessuno ha mai saputo che cosa ha fatto dentro la cabina elettorale e chi o cosa ha votato.
che ci piaccia o no le cose funzionano cosƬ, se non vogliamo rassegnarci a tutto il resto delle cose che accadono e sulle quali siamo sostanzialmente d'accordo occorrono tanta pazienza e ricominciare a parlare con tutti quelli con cui siamo in contatto e senza pensare di essere delle "elite culturali".
io frequento giovani allievi di Conservatorio che spesso hanno difficoltĆ a esprimersi in italiano senza strafalcioni e non ne parliamo a scrivere qualche pagina di tesi senza copiare da wikipedia.
eppure spesso trovo in loro una coscienza delle ingiustizie e delle disfunzioni della societĆ in cui vivono ben superiore a tanti miei coetanei che incontro nei salotti, anche in quelli che hanno anni di militanza nell'epoca in cui avevano l'etĆ delle mie allieve e dei miei allievi.
il mondo ĆØ molto cambiato e quella idea di "egemonia culturale" in cui ci siamo cullati per decenni ĆØ volatilizzata e molte dei temi "sociali" che erano nostri sono stati presi in maniera strumentale dalle destre nazionaliste o fasciste o simili.
la sinistra ĆØ diventata borghese a tutti gli effetti e ahinoi in questo modo ha perso la sua ragion d'essere, io lo penso e lo dico da anni e ora si stanno vedendo i risultati di questo fenomeno.
con tanta pazienza forse le nuove generazioni sapranno inventare qualcosa di nuovo che noi nemmeno immaginiamo.
questa sƬ ĆØ una pratica che andrebbe abolita per rinforzare la democrazia sostanziale.
l'unico sondaggio valido ĆØ l'esito elettorale, possibilmente senza brogli e con un sistema proporzionale puro.
E poi la tua fiducia nelle nuove generazioni. Che in fondo condivido, soprattutto perche' non vi e' piu' scelta. O cambiamo stile di vita collettivamente o il pianeta, e quindi anche noi, non ha un futuro.