42/ Introversione.



Stamattina ho letto un paio di articoli sul tema introversione/ estroversione, un tema che mi appassiona da quando la lettura del classico Quiet di Susan Cain mi ha fatto capire tante cose di me stesso.

Dagli articoli letti stamattina, mi sono reso conto che esistono tanti tipi di introversione. L'articolista del Guardian parla del suo disagio a parlare con persone che non conosce.

Per me e' tutto il contrario. Nella mia vita ho viaggiato da solo in cinque continenti, e se non avessi imparato a rompere il ghiaccio con altri viaggiatori e locali non so come sarei sopravvissuto. Parlare con gli sconosciuti mi piace, molto. Non mi da' alcun disagio.

La mia e' un'introversione legata a luoghi specifici. Sono tutti quelli affollati e rumorosi. Quelli nei quali una conversazione normale diventa impossibile. I pub, le feste, i luoghi dove si suona musica ad alto volume. Li evito, tutti, da anni. Se mi capita di trovarmici per non avere saputo declinare un invito, precipito in un mutismo che per quanto mi sforzi con tutto me stesso non riesco a rompere. La mente si focalizza in modo ossessivo solo su un obiettivo: andarmene senza offendere nessuno.

Poi, appena riesco a fuggire, magari salgo su un mezzo pubblico e capita che con un pretesto qualsiasi mi metta a parlare con il mio vicino di posto.

Domenica questo blog si trasferisce alla radio. Alle 22, su Radio Popolare e un po' di radio del network.

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