Cuarteto Casals, Bartok, Kurtag, Ligeti metamorphosis (Harmonia Mundi, 2010)
Sono serate strane queste. Molto luminose: ho letto in terrazzo fino a oltre le 22 sfruttando la luce naturale. Eppure, contrariamente a quello che succedeva gli altri anni in questa stagione, fa ancora decisamente freschino, come se qualcuno avesse spostato Londra su una montagna.
La musica che gira in casa riflette il tempo atmosferico, come sempre accade qui. L'anno scorso di questi tempi ascoltavamo musiche africane, brasiliane, giamaicane. Quest'anno non riesco a staccarmi dalla sezione classica della mia raccolta di dischi, sezione che in genere in giugno non viene quasi toccata.
Stasera in particolare ho riascoltato questo volume, che contiene tre quartetti d'archi, scritti a distanza di anni dalle tre pietre miliari della musica ungherese del '900 (Bartok, quartetto numero 4, 1928; Ligeti, quartetto numero 1, 1953 - 54; Kurtag, Microludi, 1977 - 78).
E' un disco di una vivacita' straordinaria, che contiene una sequenza di umori e colori in rapida, dinamica trasformazione, come il titolo del lavoro suggerisce.
Dei tre quartetti, il mio preferito resta quello composto da Bartok, del quale qui potete ascoltare i primi due movimenti. La descrizione presente aprendo la tendina sotto all'immagine e' scritta molto bene ed e' un'introduzione molto migliore di quella che potrei fare io.
Non mi resta che augurarvi buon ascolto.
La musica che gira in casa riflette il tempo atmosferico, come sempre accade qui. L'anno scorso di questi tempi ascoltavamo musiche africane, brasiliane, giamaicane. Quest'anno non riesco a staccarmi dalla sezione classica della mia raccolta di dischi, sezione che in genere in giugno non viene quasi toccata.
Stasera in particolare ho riascoltato questo volume, che contiene tre quartetti d'archi, scritti a distanza di anni dalle tre pietre miliari della musica ungherese del '900 (Bartok, quartetto numero 4, 1928; Ligeti, quartetto numero 1, 1953 - 54; Kurtag, Microludi, 1977 - 78).
E' un disco di una vivacita' straordinaria, che contiene una sequenza di umori e colori in rapida, dinamica trasformazione, come il titolo del lavoro suggerisce.
Dei tre quartetti, il mio preferito resta quello composto da Bartok, del quale qui potete ascoltare i primi due movimenti. La descrizione presente aprendo la tendina sotto all'immagine e' scritta molto bene ed e' un'introduzione molto migliore di quella che potrei fare io.
Non mi resta che augurarvi buon ascolto.
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