Venerdi' 26 Novembre 2004: U 2
HOW TO DISMANTLE AN ATOMIC BOMB (Island)
Nella sua autobiografia, Julian Cope cita uno sconosciuto quartetto di giovani dublinesi con i quali i Teardrop Explodes avevano condiviso il palco di qualche festival, chiamandoli Hope Brothers, Fratelli Speranza, a sottolineare sia l’attitudine retorico-religiosa sia, secondo Cope, la loro mancanza di talento. I Teardrop Explodes sarebbero scomparsi poco dopo, mentre quel quartetto sarebbe diventato la piu’ popolare formazione rock del pianeta. “How to dismantle an atomic bomb”, undicesimo disco degli U 2 e’ un ritorno al passato, dopo le prove coraggiose degli anni ’90. E’ un album poco avventuroso forse, forse troppo melodrammatico. Ma come disconoscere il valore “classico” di brani capaci ancora di toccare le corde del cuore con quel suono che, per quelli della mia generazione, ha attraversato le nostre vite? Un ritorno dignitosissimo.
PS: momenti che mi hanno emozionato:
1) “Turn it up, captain!” all’inizio di “Vertigo”
2) il sapore di passato che ritorna, ogni volta che ascolto “Miracle drug”
3) “Here’s my heart you can break it” da “Love and peace or else” (che sembra uscire da “Rattle and hum”)
4) “Time… time won’t leave me as I am/ but time won’t take the boy out of this man” da “City of blinding lights”. Che mi ricorda quanto tempo e’ passato da “In the shadow boy meets man”
5) “Sometimes you can’t make it on your own”: il titolo, la canzone, gli arpeggi di The Edge, tutto
6) “In the mysterious distance between a man and a woman” da “A man and a woman”
7) “From the brightest star comes the blackest hole” da “Crumbs from your table”. Purtroppo succede e di solito fa molto male
8) “Baby slow down/ The end is not as fun as the start/ Please stay a child somewhere in your heart” da “Original of the species”
9) Ritrovare, ancora una volta, frasi come “Stop violence against women! Join Amnesty International’s campaign”, “Action speaks louder than words – join Greenpeace”, “Support Aung San Suu Kyi” tra le note di copertina
10) Ricordare tanti tanti anni fa, quando partii in treno da Dublino alla volta di Bray per vedere la casa di Bono, entrai in giardino e gli lasciai un messaggio sotto la porta. Chissa’ se l’ha cestinato senza leggerlo
11) Sentirmi vivo e felice di esserlo, che non sara’ un “momento emozionante” ma e’ l’effetto che mi da’ questo disco. Bentornati U 2, davvero!
Nella sua autobiografia, Julian Cope cita uno sconosciuto quartetto di giovani dublinesi con i quali i Teardrop Explodes avevano condiviso il palco di qualche festival, chiamandoli Hope Brothers, Fratelli Speranza, a sottolineare sia l’attitudine retorico-religiosa sia, secondo Cope, la loro mancanza di talento. I Teardrop Explodes sarebbero scomparsi poco dopo, mentre quel quartetto sarebbe diventato la piu’ popolare formazione rock del pianeta. “How to dismantle an atomic bomb”, undicesimo disco degli U 2 e’ un ritorno al passato, dopo le prove coraggiose degli anni ’90. E’ un album poco avventuroso forse, forse troppo melodrammatico. Ma come disconoscere il valore “classico” di brani capaci ancora di toccare le corde del cuore con quel suono che, per quelli della mia generazione, ha attraversato le nostre vite? Un ritorno dignitosissimo.
PS: momenti che mi hanno emozionato:
1) “Turn it up, captain!” all’inizio di “Vertigo”
2) il sapore di passato che ritorna, ogni volta che ascolto “Miracle drug”
3) “Here’s my heart you can break it” da “Love and peace or else” (che sembra uscire da “Rattle and hum”)
4) “Time… time won’t leave me as I am/ but time won’t take the boy out of this man” da “City of blinding lights”. Che mi ricorda quanto tempo e’ passato da “In the shadow boy meets man”
5) “Sometimes you can’t make it on your own”: il titolo, la canzone, gli arpeggi di The Edge, tutto
6) “In the mysterious distance between a man and a woman” da “A man and a woman”
7) “From the brightest star comes the blackest hole” da “Crumbs from your table”. Purtroppo succede e di solito fa molto male
8) “Baby slow down/ The end is not as fun as the start/ Please stay a child somewhere in your heart” da “Original of the species”
9) Ritrovare, ancora una volta, frasi come “Stop violence against women! Join Amnesty International’s campaign”, “Action speaks louder than words – join Greenpeace”, “Support Aung San Suu Kyi” tra le note di copertina
10) Ricordare tanti tanti anni fa, quando partii in treno da Dublino alla volta di Bray per vedere la casa di Bono, entrai in giardino e gli lasciai un messaggio sotto la porta. Chissa’ se l’ha cestinato senza leggerlo
11) Sentirmi vivo e felice di esserlo, che non sara’ un “momento emozionante” ma e’ l’effetto che mi da’ questo disco. Bentornati U 2, davvero!
Commenti
Anche per me Boy e War hanno segnano la mia adolescenza, il mio primo viaggio in Irlanda ecc..
Se devo essere sincera, mi fa ora un po' tenerezza vedere Bono e compagni che si dimenano sul palco come se fossero ancora un gruppo di ragazzini, beati loro che trovano l'energia.
Devo dire che "Vertigo" mi fa pensare a Kim Wilde "Kids in America"...basta cambiargli un paio di accordi, no?