Jonathan Coe, The closed circle (Viking 2004)
"Il Partito Laburista attuale è pro imprese, pro creazione di ricchezza, pro competizione come mai prima d'ora"
- Gordon Brown, Financial Times, 28/ 3/ 2002
"Perchè stiamo facendo questo? si chiese. Perchè stiamo cercando di convincerci a vedere una minaccia in un Paese piccolo e impoverito a migliaia di chilometri di distanza, senza nessuna prova di un suo legame con il terrorismo, un Paese con un arsenale di vecchie armi scalcinate, smantellato anni fa sotto il controllo degli ispettori dell'ONU?"
- Jonathan Coe, The closed circle
"The closed circle" è il sequel, e l'epilogo, di "The rotters club". Non è graffiante come "What a carve up!" nè innovativo come "The house of sleep", però io credo che sia un libro da leggere se si vuole comprendere la società inglese contemporanea e le sue veloci trasformazioni degli ultimi anni.
I suoi personaggi tragici (su tutti Paul Trotter, MP laburista che decide di votare per l'intervento in Iraq con il solo scopo di poter utilizzare l'appartamento del cognato giornalista - massì, mandiamolo a Baghdad - per incontrare la giovane amante) sono descritti con un sottile humour britannico tendente al sarcasmo.
Non tutto funziona alla perfezione in "The closed circle". Succedono troppe cose e tutte insieme, come se Coe fosse ansioso di perdere l'attenzione di noi lettori, se temesse di annoiarci. Col risultato che le storie più coinvolgenti finiscono per essere "diluite" e si fatica un po' a distinguere percorsi principali e secondari della narrazione.
A porre rimedio però è la forza dei personaggi inventati da Coe, da sempre uno dei punti di maggior forza dello scrittore britannico. Coinvolgente e sorprendente, ma non vi dico di più, la storia di Benjamin.
[Un grazie speciale a Simo che mi ha regalato il libro].
*
Tutto questo lo sto scrivendo aspettando di entrare in studio per una nuova puntata di Prospettive Musicali. Ho appena incontrato Massimo Rebotti, il nostro direttore. Abbiamo parlato un po' delle elezioni di oggi. "Come andrà secondo te Massimo?" gli ho chiesto. E lui, con un grande sorriso sicuro, mi ha risposto "Vinciamo noi". Speriamo, speriamo.
Adesso compilo la scaletta, così appena finisce Prospettive la metto online, contenti?
- Gordon Brown, Financial Times, 28/ 3/ 2002
"Perchè stiamo facendo questo? si chiese. Perchè stiamo cercando di convincerci a vedere una minaccia in un Paese piccolo e impoverito a migliaia di chilometri di distanza, senza nessuna prova di un suo legame con il terrorismo, un Paese con un arsenale di vecchie armi scalcinate, smantellato anni fa sotto il controllo degli ispettori dell'ONU?"
- Jonathan Coe, The closed circle
"The closed circle" è il sequel, e l'epilogo, di "The rotters club". Non è graffiante come "What a carve up!" nè innovativo come "The house of sleep", però io credo che sia un libro da leggere se si vuole comprendere la società inglese contemporanea e le sue veloci trasformazioni degli ultimi anni.
I suoi personaggi tragici (su tutti Paul Trotter, MP laburista che decide di votare per l'intervento in Iraq con il solo scopo di poter utilizzare l'appartamento del cognato giornalista - massì, mandiamolo a Baghdad - per incontrare la giovane amante) sono descritti con un sottile humour britannico tendente al sarcasmo.
Non tutto funziona alla perfezione in "The closed circle". Succedono troppe cose e tutte insieme, come se Coe fosse ansioso di perdere l'attenzione di noi lettori, se temesse di annoiarci. Col risultato che le storie più coinvolgenti finiscono per essere "diluite" e si fatica un po' a distinguere percorsi principali e secondari della narrazione.
A porre rimedio però è la forza dei personaggi inventati da Coe, da sempre uno dei punti di maggior forza dello scrittore britannico. Coinvolgente e sorprendente, ma non vi dico di più, la storia di Benjamin.
[Un grazie speciale a Simo che mi ha regalato il libro].
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Tutto questo lo sto scrivendo aspettando di entrare in studio per una nuova puntata di Prospettive Musicali. Ho appena incontrato Massimo Rebotti, il nostro direttore. Abbiamo parlato un po' delle elezioni di oggi. "Come andrà secondo te Massimo?" gli ho chiesto. E lui, con un grande sorriso sicuro, mi ha risposto "Vinciamo noi". Speriamo, speriamo.
Adesso compilo la scaletta, così appena finisce Prospettive la metto online, contenti?
Commenti
In effetti mi chiedevo cosa significa la scomparsa del tuo menù "Sul mio comodino" a destra della finestra principale.
Però potevi dirlo prima che andavi in onda, così magari accendevo la radio! Da quanto scritto sul blog pensavo avessi votato per posta.
ciao
Auro
merci