Chi va forte va alla morte, e chiedete a Richard Hammond se non ci credete
Qualche giorno fa, un tale Richard Hammond, presentatore di un programma di della BBC chiamato "Top gear" dedicato al culto della velocita', si e' impastato andando a 300 miglia all'ora con una jet car.
Io credo non ci sia nulla di piu' funzionale allo sviluppo del sistema capitalistico rispetto alla velocita', e nulla di piu' trasgressivo della lentezza. Il sistema ha bisogno della velocita'. Velocita' vuol dire produttivita'. Assumo meno persone, perche' tanto quelle che ho fanno lo stesso lavoro sempre piu' velocemente. E le pago meno, anzi non le pago affatto, perche' appena alzano la testa posso sostituirle con altra manodopera a basso costo, disoccupata a causa della velocita', dell'incremento continuo di produttivita'. Aumentare la produttivita', il prodotto interno lordo, vuol dire esattamente questo: avere a disposizione, per i padroni, un esercito di lavoratori di riserva disposti a lasciarsi sfruttare. In fondo, lavorare senza sicurezza e per un salario da fame, e' meglio che un lavoro non averlo affatto.
La velocita', perche' il sistema prosperi, deve anche essere desiderabile. Ci viene insegnato ad amarla la velocita'. La Ferrari. Schumacher. La rossa di Maranello. Mi pare di aver letto che in un recente Gran Premio, un pilota si sia qualificato in pole position per una differenza di un millesimo di secondo. Imparate lavoratori, anche un millesimo di secondo e' importante e fa la differenza, non sprecatelo, lavorate piu' velocemente.
Il manager con l'orologio d'oro il suo tempo non lo spreca mai. Ha il palmare, due cellulari, il Blackberry, l'auto veloce. Che dico, l'auto veloce non basta. Il nano porco, nel manuale dei candidati di Forza Italia, consigliava di avere un autista, in modo da non sprecare il tempo di viaggio e usarlo per telefonare.
A tutto questo si contrappone un altro stile di vita: silenzioso, lento, profondo. Rispettoso dei tempi necessari, tranquillo, in linea con se stessi e con gli altri, con l'ambiente. Disfunzionale al sistema, e quindi che il sistema odia. Al punto da renderlo poco attraente, poco avventuroso. Non sia mai che si diffonda nella societa'. Chi le compra poi le auto veloci, le droghe, gli alcolici, se si scopre che il re e' nudo, che l'uomo che non deve chiedere mai e' un pupazzo nelle mani del sistema, che la vita spericolata e' proprio quello di cui il sistema ha bisogno per crescere e moltiplicarsi?
[Lo sapete, cari lettori, che ogni tanto la mia rabbiosa tirata anti-capitalista vi tocca vero? Mi perdonate?Presto si tornera' a parlare di musica da queste parti, promesso].
Io credo non ci sia nulla di piu' funzionale allo sviluppo del sistema capitalistico rispetto alla velocita', e nulla di piu' trasgressivo della lentezza. Il sistema ha bisogno della velocita'. Velocita' vuol dire produttivita'. Assumo meno persone, perche' tanto quelle che ho fanno lo stesso lavoro sempre piu' velocemente. E le pago meno, anzi non le pago affatto, perche' appena alzano la testa posso sostituirle con altra manodopera a basso costo, disoccupata a causa della velocita', dell'incremento continuo di produttivita'. Aumentare la produttivita', il prodotto interno lordo, vuol dire esattamente questo: avere a disposizione, per i padroni, un esercito di lavoratori di riserva disposti a lasciarsi sfruttare. In fondo, lavorare senza sicurezza e per un salario da fame, e' meglio che un lavoro non averlo affatto.
La velocita', perche' il sistema prosperi, deve anche essere desiderabile. Ci viene insegnato ad amarla la velocita'. La Ferrari. Schumacher. La rossa di Maranello. Mi pare di aver letto che in un recente Gran Premio, un pilota si sia qualificato in pole position per una differenza di un millesimo di secondo. Imparate lavoratori, anche un millesimo di secondo e' importante e fa la differenza, non sprecatelo, lavorate piu' velocemente.
Il manager con l'orologio d'oro il suo tempo non lo spreca mai. Ha il palmare, due cellulari, il Blackberry, l'auto veloce. Che dico, l'auto veloce non basta. Il nano porco, nel manuale dei candidati di Forza Italia, consigliava di avere un autista, in modo da non sprecare il tempo di viaggio e usarlo per telefonare.
A tutto questo si contrappone un altro stile di vita: silenzioso, lento, profondo. Rispettoso dei tempi necessari, tranquillo, in linea con se stessi e con gli altri, con l'ambiente. Disfunzionale al sistema, e quindi che il sistema odia. Al punto da renderlo poco attraente, poco avventuroso. Non sia mai che si diffonda nella societa'. Chi le compra poi le auto veloci, le droghe, gli alcolici, se si scopre che il re e' nudo, che l'uomo che non deve chiedere mai e' un pupazzo nelle mani del sistema, che la vita spericolata e' proprio quello di cui il sistema ha bisogno per crescere e moltiplicarsi?
[Lo sapete, cari lettori, che ogni tanto la mia rabbiosa tirata anti-capitalista vi tocca vero? Mi perdonate?Presto si tornera' a parlare di musica da queste parti, promesso].
Commenti
Sono stato via ,ecco perchĆØ non sono + intervenuto sul dibattito scatenatosi su London Calling
Per un po staro in disparte troppi cazzi lavorativi , personali e poi mi sono intrippato , dopo mesi , con un FPS. Gioco vecchio ma sempre efficace, staro sempre davanti al Pc alla sera ma invece di leggere/scrivere crivellero i Nazisti
a presto
In seconda battuta non posso fare a meno di riportare il dato sociale a quello intimo- individuale: la lentezza implica un essere in contatto con se stessi. E quanti sono quelli che ci stanno volentieri, e quanti invece quelli che lasciati soli con se stessi sentono piĆ¹ pressione che se fossero a lavorare a una catena di montaggio?
saluto
Soppravvive perĆ² anche una certa percentuale di cervelli funzionanti, ai quali ĆØ rivolta per es. la pubblicitĆ della Yaris, che si basa su consumi ridotti per un'auto che non ĆØ neĆØ un fuoristrada nĆØ un bolide. Bisogna ammettere che almeno in questo le donne sono piĆ¹ intelligenti.
Auro
Allora buon gioco, anche se devo ammettere che con tutti i libri da leggere accumulati a casa non riuscirei a farmi prendere dall'FPS. E la sera se vedo un computer mi viene voglia di prenderlo a martellate, dopo tutta la giornata passata davanti a questo coso.
Lophelia -
Hai perfettamente ragione, sai che non mi era venuta in mente questa interpretazione di velocita' come fuga da quel contatto che invece noi ricerchiamo? Ma fuga verso dove e fino a quando? Sarebbe bello avere un lettore che preferisce la catena di montaggio alla riflessione, ma mi sa che tra i tuoi e i miei (che poi sono un po' gli stessi) non ne troviamo nemmeno uno.
Elena -
Conosco bene quel libro. Me lo regalo' la mia amica Simona la quale poi, quest'anno a Natale, mi regalo' anche una piccola Cassiopea che tengo sul comodino, come prezioso monito contro gli uomini grigi.
Kina -
Grazie, temevo di suscitare piu' polemiche. Il fatto e' che non sono molto poetico in questo periodo. Sono piu' arrabbiato che altro, e il blog credo che stia rflettendo questo stato d'animo. Sara' forse la fine dell'estate, spero passi.
Auro -
La pubblicita' che dici qui non l'ho ancora vista, spero arrivi presto. E quanto e' vero quello che dici, quanto noi maschietti dobbiamo imparare dalla maturita' femminile.
Lateo -
Mi interessa soprattutto la parte critica delle tue riflessioni. Un po' mi fa sorridere il fatto che dopo il post sullo zapping il tuo non sia il primo commento del tipo "Adesso mi fermo e penso prima di scrivere". E' una cosa molto bella secondo me, che alla fine portera' London Calling a essere diverso dalla maggioranza degli altri blog.
mi viene in mente a riguardo una frase di emerson
Quando si pattina su ghiaccio sottile, la salvezza sta nella velocitĆ
troppo rischioso il ghiaccio sottile
Sono stata al concerto dei CULT, che nn vedevo da 15 anni e nel risvegliarsi le sensazioni di tanto tempo fa anche una parte di me e' tornata alla ribalta, quella che nn accettava mezze misure, compromessi ed insana velocita' capitalistica. Percio' ora sfrutto la lentezza autunnale per rivedere la mia vita e rallentare accordingly.
A presto,
MOYA
Molto vero quello che dici, la velocita' e' una malattia delle realta' urbane. Il fatto e' che la portiamo con noi ovunque andiamo. Nel fine settimana sono stato nei Cotswolds (la zona collinare a Nord di Oxford). Quella quiete e lentezza mi ha quasi disturbato. Invece di fermarmi tutta la Domenica, sono tornato a Londra alle 2, mi sono infilato nella metropolitana e sono corso a vedere un film.
Lucia -
Per prima cosa, ringrazia ogni giorno chi vuoi tu per il dono di sapere scrivere bene. Ho fatto un giretto nel tuo blog e caspita, e' uno dei piu' belli che mi e' capitato di leggere, complimenti. Appena ho un attimo ti metto qui di fianco tra i link. Qui a Londra gli autisti degli autobus a due piani sono tutti neri di 20 anni che li guidano come se guidassero un Ciao. Pensa che se sono di fretta nemmeno si fermano. Se arrivi quando sono ancora fermi ma hanno gia' chiuso le porte non le aprono neanche se bussi fino a lussarti le dita. Al mondo senza benzina si arrivera' per forza tra non molto mi sa. Mi hai fatto venire voglia di leggere il tuo libro, ma temo che a Milano non lo trovero', giusto?
Pib -
Ma forse il ghiaccio non e' sottile come pensiamo sia. E pattinando velocemente rischiamo parecchio, non credi?
Moya -
"Rivedere la mia vita". Qualcosa che sento di dovere fare anch'io. La sento sempre meno mia e sempre meno vita ti diro'.
scusa il post scemo!
per colmo di ironia a me succede di recuperare del tempo per me stesso su un treno in corsa a 120 miglia all'ora!
secondo: la velocitĆ lasciamola alla gente che ĆØ capace di farlo e in posti sicuri come piste ecc..
terzo: la velocitĆ porta alla morte sulla strada i cretini che non sanno guidare, gli incoscienti, e gente come voi che non sanno cosa significa andare veloci, quanta esperienza, quanta scuola bisogna passare per poter fare questo lavoro..
cambia argomento va, perchĆØ questo non ĆØ il tuo campo
Marco
Cambiero' argomento quando tu imparerai l'italiano, cioe' mai.
E adesso forza Marco, schiaccia il pedale, cosi' presto di te ci sara' solo una scia di sangue su una pista, per la gioia di chi non capisce di essere solo una vittima del sistema.
Con me, partecipano tanti amici possessori di varie macchine potenti, macchine che hanno avuto successo nella storia dei motori: delta integrale, lancer evo, subaru, porsche, ferrari, nissan 350z e tante altre. Organizziamo anche raduni di esposizione dove sono esposte le nostre macchine, eventi musicali e soprattutto pubblichiamo foto di incidenti stradali per dimostrare cosa vuol dire andare VELOCI SULLA STRADA COME DEI CRETINI. Intervengono molti ex piloti , ingegneri che hanno collaborato alla costruzione di grandi macchine da corsa ecc..
Poi arriva Fabietto che dice chi va veloce ĆØ un cretino. Mi sembra che si sta facendo di tutta l'erba un bel fascione..Certo schumacher, hakkinen, mc rae, loeb, il mito senna, villeneuve, toivonen, fangio, ferrari erano tutti cretini certo... basta schiacciare il pedale e van tutti forti. certo...
A me piace tanto anche la musica.. perciĆ² RIPETO: la velocitĆ lasciala ad altri.
Con tutto il massimo rispetto
Saluti. Marco.
E credo che la tua distinzione non regga, come dimostrano i frequenti incidenti, sia sulle strade che sulle piste. Incidenti che, sulle strade, fanno troppo spesso vittime innocenti.
Non entro neanche sul tema dell'inquinamento, anche acustico, ne' su quello dello spreco di risorse del pianeta, che sono di tutti, per il divertimento di pochi.
Ti faccio anche notare che pretendi che chi la pensa diversamente da te non esprima la propria opinione, mentre io ti sto dando tutto lo spazio che vuoi nel mio blog per esprimere la tua.