In un'agendina del 2007, ho segnato tutti i miei ritorni in Italia dell'anno prossimo, fino all'inizio del 2008. La scusa la potete immaginare: prenoto i voli in largo anticipo, cosi' li pago pochissimo.
Ma l'impressione e' che si tratti di un pretesto. C'e' questo processo regolare, questo respiro di ritorni cadenzati che mi fa pensare che ci sia dietro qualcosa.
Il desiderio di una proiezione lineare del tempo forse, senza cambiamenti fuori controllo, senza perturbazioni.
La difesa da eventi negativi, che protegge anche da eventuali, e in fondo desiderabili, piacevoli sorprese, di quelle che portano aria nuova.
Portero' con me l'agenda del 2007 con tutte le date dei ritorni, ma se le avro' rispettate, alla fine dell'anno la considerero' una sconfitta personale.
Ma l'impressione e' che si tratti di un pretesto. C'e' questo processo regolare, questo respiro di ritorni cadenzati che mi fa pensare che ci sia dietro qualcosa.
Il desiderio di una proiezione lineare del tempo forse, senza cambiamenti fuori controllo, senza perturbazioni.
La difesa da eventi negativi, che protegge anche da eventuali, e in fondo desiderabili, piacevoli sorprese, di quelle che portano aria nuova.
Portero' con me l'agenda del 2007 con tutte le date dei ritorni, ma se le avro' rispettate, alla fine dell'anno la considerero' una sconfitta personale.
Commenti
1) correre al box office con il rischio che tra 2 mesi avro' un posto in prima fila ma pochissima voglia di andare al concerto (avendo scoperto che proprio quella stessa sera suona Y che preferisco a X: e infatti staro' nella mia prima fila a domandarmi tutto il tempo come sara' il concerto di Y)
2) aspettare fino a quando, avendo preso una decisione, scopriro' che il concerto di X e' sold out (in questa evenienza non c'e' nessun concerto di Y con il quale consolarmi)
3) aspettare e poi comprare un posto in 98esima fila restricted view, l'unico rimasto (anche in quel caso scopriro' poco dopo che quella stessa sera suona Y, e non avro' nemmeno la consolazione di poter vedere X in prima fila).
X ti piace? se no inutile che vai al concerto, se sì, il concerto ti piacerà anche se suona Y (che è un grande ma magari quella sera butta male, capita), insomma prenota il posto in prima fila.
Se quella sera conosci la donna della tua vita (e se lei non ha il biglietto), regala il ticket al primo che passa e portala fuori a cena (la porterai al concerto di X in seguito).
In tutti i casi, non credo che ti pentirai.
Quand'è che torni in Italia?
ciao
Auro
Sto scherzando naturalmente, anche se conoscendomi sai che a volte sono proprio quelle le domande con le quali intrattengo duelli.
Comunque Auro, e' un po' quello che stiamo dicendo: "faccio un piano di massima e poi ci improvviso sopra" vuol dire proprio quello che stai dicendo tu.
Comunque io vivo il non programmare non come un affidarsi alla casualità, ma come un rimanere in contatto col mio istinto, non so come chiamarlo, ai miei stati d'animo ai quali sono disposta a sacrificare ben poco, pur sapendo che è un lusso che pago in altri termini.
Se dovessi prenotare un concerto come sei costretto a fare tu a londra correrei sempre il rischio di pentirmi della scelta un millesimo di secondo dopo averla compiuta.
Guarda cosa ha voluto che trovassi il Caso dopo avere letto il tuo blog:
"Non so mai bene
dove una strada mi porterà.
In compenso so con certezza da cosa mi distoglierà, dall'assopimento, dalla rassegnazione, dal ripiegarmi su me stesso"
Pierre Sansot
e poi mi sono ricordata cosa scriveva Antonio Machado
"viandante, la via non c'è, la via si fa camminando"
Quindi l'importante sarà,in questo caso, il fine o il mezzo, la meta o la strada?
Per caso ti ascolto su Radio Popolare.
Per caso ho pensato di scriverti...
Non programmo molto, anzi nulla: fregata sempre quando organizzo "le cose belle".
Ma x il 7 marzo 2007 ho già un volo con tanto di biglietto già acquistato: Milano Malpensa-London Heatrow, solo andata.
*(alias) Stella*
le distingui solo per l'odore dell'asfalto
non sei sicuro di esserci mai stato
ma sei sicuro che ci stai tornando
ci sono strade luminose
strade senza voce
ed altre invece senza tempo
non sei sicuro di esserci passato
ma sei sicuro che ci stai vivendo
(tiromancino - strade)
Di fatto hai assolutamente ragione, c'è una terza via tra programmazione e casualità. Io sono comunque simile a te in quanto a salti logici emotivi. Che poi magari chiamo eclettismo, ma solo perchè si tratta di una complessità che non ho ancora imparato a governare. La programmazione è un tentativo in questa direzione (destinato, per altro, a fallire).
Giuseppe -
Mi capita infatti di pentirmi. Recentemente, per farti un esempio, mi è successo con i Tortoise. L'entusiasmo è svanito circa una settimana prima del concerto. Che infatti non ho affatto assaporato come avevo previsto. Ma come dicevo, non ci sono alternative alle prevendite.
CC -
Grazie per la ricchezza dei tuoi interventi innanzitutto. Anche per me, come per Lophelia, l'importante è la strada. E gli incontri, sono quelli davvero a fare la differenza.
Stella -
Ma...ma... sei la Stella che penso? Bella l'idea del biglietto di sola andata. Io del resto ho proprio fatto così. Ci si vede a Londra tra qualche mese allora, fammi avere tue notizie.
Auro -
Un bell'inno al viaggio, inteso a prendere la vita come un percorso, assaporando ogni attimo. (Ti è poi arrivato il CD che ti ho mandato?).
Thebisgsunof06 -
Io forse farei così: proverei il nuovo lavoro. Ma mi sa che il richiamo di Londra per chi ci ha vissuto per poco tempo sarà più forte di ogni cosa. Considera che io che ci sto vivendo da 5 anni mi accorgo di avere sfruttato solo pochissime delle possibilità che Londra offre. Scommetterei che prima o poi ti ritrasferirai :-)